Il trattamento fotoperiodico – Scheda n° 40

Perché è importante

Le variazioni graduali nella durata del giorno (fotoperiodo) durante l’anno controllano le variazioni stagionali nella riproduzione dei caprini. La manipolazione del fotoperiodo consente di controllare la stagionalità e di rendere possibile la riproduzione al di fuori della stagione sessuale. Tuttavia, i trattamenti fotoperiodici non dovrebbero essere fatti per tentativi, in quanto possono comportare modifiche delle date di inizio e di fine della stagione sessuale, con a lungo termine conseguenze sull’efficienza riproduttiva dei caprini. I trattamenti fotoperiodici stimolano l’attività sessuale dei maschi (comportamento, produzione e qualità del seme) e delle femmine (estro, ovulazione) al di fuori della stagione sessuale. In allevamento, i trattamenti fotoperiodici sono spesso combinati con il trattamento ormonale di sincronizzazione dell’estro e dell’ovulazione o all’effetto maschio. È grazie al trattamento fotoperiodico che è possibile garantire il ritorno in calore dopo il trattamento ormonale e l’IA al di fuori della stagione sessuale. Con la gestione del fotoperiodo è inoltre possibile ottimizzare la risposta all’effetto becco fuori stagione, rendendo le femmine ricettive.

Come realizzare il trattamento

Tutte le fasi del trattamento fotoperiodico possono essere realizzate dall’allevatore, in allevamenti in stabulazione permanente, ma anche in aziende che utilizzano il pascolo dove gli animali rientrano in stalla la sera. Tuttavia, è importante chiedere a tecnici esperti in riproduzione caprina consigli sulla sua messa in opera, specialmente nel primo anno di utilizzo. La stretta osservanza del protocollo consigliato è infatti essenziale per il corretto funzionamento di questo metodo di destagionalizzazione. Il principio del trattamento fotoperiodico consiste nel sottoporre tutti gli animali (maschi, femmine, adulti e giovani) ad un’alternanza di giorni lunghi1 e di giorni corti2 in periodi specifici dell’anno. Mentre i giorni lunghi sono inibitori, il passaggio a giorni corti stimola l’attività sessuale. L’effetto stimolatorio sull’attività ovulatoria spontanea delle capre non è immediato. Affinché gli animali percepiscano un segnale di giorno lungo efficace, il trattamento dei giorni lunghi artificiali deve essere applicato per 90 giorni consecutivi. È necessario prevedere l’introduzione di becchi per la monta naturale dopo 60 giorni corti. Nel caso di inseminazione artificiale dopo trattamento ormonale, l’IA deve essere pianificata dopo un periodo di 40 giorni corti (per garantire i ritorni di calore a 61 giorni). In assenza di alternanza, si osserva uno stato refrattario3: oltre 110 giorni corti, la ciclicità delle capre viene interrotta e, oltre 210 giorni lunghi, l’effetto inibitorio cessa e può essere osservata l’insorgenza di calori disordinati (durata del ciclo irregolare).

Come creare i giorni lunghi

Definizione di giorno lungo: 16 ore di luce. Per creare un giorno lungo, l’edificio deve essere fornito di luci al neon o a led, fornendo almeno 200 lux a livello degli occhi degli animali su tutta la superficie della lettiera. Sono possibili tre soluzioni a seconda del periodo di riproduzione scelto e delle condizioni d’allevamento:

  1. Illuminazione continua: Gli animali sono illuminati con luce artificiale per 16 ore consecutive al giorno. L’alba fissa deve avvenire prima dell’alba naturale e la fine del periodo di illuminazione deve avvenire dopo il crepuscolo naturale. Nel caso di edifici poco luminosi è necessario illuminare ininterrottamente dalle 6 alle 22 (Esempio 1). Nel caso di edifici luminosi è possibile l’illuminazione naturale (assicurarsi dei 200 lux minimi) dalle 9 alle 16 (Esempio 2).
  2. Metodo dei flash: Il metodo dei flash si caratterizza per un’alba fissa artificiale e per un’illuminazione notturna, chiamata flash, di una durata di 2 ore, che comincia 16 ore dopo l’alba fissa (es. 6 ore + 16 ore = 22 ore). Prima del flash, è fondamentale avere un periodo di buio completo per almeno due ore. Anche in questo metodo nel caso di edifici poco luminosi è necessario illuminare in modo continuato (Esempio 3), viceversa in caso di edifici luminosi è possibile interrompere l’illuminazione artificiale dopo le 9 del mattino con un notevole risparmio (Esempio 4). Questo metodo è meno efficace del precedente, perché di fatto garantisce 18 ore di illuminazione contro le 16 ottimali, ma viene utilizzato quando la routine di lavori in azienda (arrivo al mattino e partenza alla sera) supera le 12 ore e quindi il passaggio tra giorni lunghi e giorni corti non assicura la caduta minima di – 4 ore.
  3. Approfittando dei giorni lunghi naturali: Dalla primavera all’estate (intorno al solstizio d’estate), a condizione che gli edifici siano luminosi e che gli animali non abbiano ricevuto un trattamento luminoso prima e l’alternanza giorni lunghi/giorni corti sia stata rispettata.

Come creare i giorni corti

Definizione di giorno corto: 12 ore di luce (caduta di – 4 ore rispetto al giorno lungo). Sono possibili due soluzioni a seconda del periodo di riproduzione scelto:

  1. Giorni naturali: quando il trattamento dei giorni lunghi termina prima del 15 Marzo (giorni naturali ancora sufficentemente corti).
  2. Applicazione di impianti sottocutanei di melatonina: quando il trattamento dei giorni lunghi termina dopo la metà di marzo o quando gli orari di lavoro dell’allevatore non permettono di avere un minimo di 12 ore di notte assoluta. Attenzione: 3 impianti ai maschi (sempre) 1 impianto alle femmmine (caprette sempre, adulte dopo il 15 marzo).

Quando realizzare il trattamento

La riproduzione non può essere stimolata in qualsiasi momento dell’anno, poiché bisogna gestire un’alternanza di giorni lunghi e giorni corti.
Le date di applicazione di questo protocollo dipendono anche dal periodo di riproduzione desiderato dall’allevatore (Fig. 1). Il protocollo dei
trattamenti luminosi esige una programmazione e una previsione con almeno un anno di anticipo.

Attenzione: il trattamento può avere effetti su:

  • ingestione e la produzione di latte delle capre: il trattamento luminoso (giorni lunghi) è
    responsabile di un aumento di ingestione alimentare e di produzione di latte, mentre il trattamento con melatonina (giorni corti) le fa decrescere;
  • muta: sovente è stata osservata una perdita importante di pelo in alcuni animali;
  • stagione sessuale naturale: se l’allevatore desidera avere più periodi di riproduzione, i gruppi previsti per la stagione sessuale non dovrebbero subire il trattamento luminoso. Sarebbe quindi auspicabile avere edifici separati per il gruppo in stagione e per quello in fuori stagione, così da evitare perturbazioni reciproche.

 

1) Giorno lungo: un giorno di 16 ore di luce continua (artificiale e/o naturale) è considerato come un giorno lungo. In pratica, 16 ore di luce al giorno sono percepite come un giorno lungo efficace nel momento in cui le capre hanno precedentemente percepito un segnale di giorni corti. Attenzione: un giorno lungo di 18-20 ore di luce sarà meno efficace di un giorno lungo di 16 ore.
2) Giorno corto: un giorno di 8-12 ore di luce continua (artificiale e/o naturale) è considerato come un giorno corto. Alle nostre latitudini, il giorno più corto dell’anno è un giorno di 8 ore. Tuttavia, in allevamento, è difficile applicare un giorno corto di sole 8 ore al giorno con la mungitura serale. Il passaggio di un trattamento di giorni lunghi di 16 ore a giorni corti di 12 ore di luce al giorno permette di ottenere un segnale stimolatorio soddisfacente (caduta minima di – 4 ore tra giorni lunghi e giorni corti).
3) Stato refrattario: se l’animale è sottoposto ad un periodo di giorni corti o di giorni lunghi troppo prolungato, entra in stato refrattario. I giorni corti non possono mantenere l’attività sessuale degli animali oltre i 110 giorni e i giorni lunghi non possono esercitare un effetto inibitore oltre i 210 giorni.

Il materiale della presente scheda è tratto dalle Fiches Tecniques del Groupe Reproduction Caprine. Per consultare i documenti originali visitare il sito: http://idele.fr/rss/publication/idelesolr/recommends/le-groupe-reproduction-caprine.htm


Le installazioni fotoperiodiche – Scheda n° 41

Perché è importante

Al fine di garantire un efficace trattamento fotoperiodico, non solo è necessario rispettare scrupolosamente il protocollo e gli orari del trattamento luminoso, ma è anche essenziale disporre di strutture conformi alle raccomandazioni. Infatti, è consigliabile avere un’illuminazione con un‘intensità di almeno 200 lux a livello degli occhi degli animali sull’intera area di esercizio in paglia, e fonti luminose che garantiscano uno spettro luminoso tendente al violetto piuttosto che all’infrarosso (lampade CFL e LED garantiscono questo spettro). In questa scheda tecnica vedremo come ottenere questa luminosità.

L’impianto di illuminazione

Tipo di illuminazione: Nella maggior parte delle installazioni fotoperiodiche in allevamento, l’illuminazione è attualmente fornita da tubi al neon (lampade fluorescenti compatte o CFL). Tuttavia, in futuro per motivi ecologici (CFL contengono mercurio) ed energetici (minor consumo) ci si rivolgerà sempre più a lampade a LED (Light Emitting Diode) che tuttavia nel tempo possono ridurre l’intensità luminosa emessa (verificarla negli anni con un luxmetro). Sono invece da sconsigliare le lampade alogene per il calore emesso ed i conseguenti rischi di incendio in allevamento.

Disposizione: Indipendentemente dal tipo di illuminazione, per limitare spese d’istallazione e consumi energetici, è preferibile posizionare le sorgenti luminose direttamente sopra i box degli animali piuttosto che sopra i corridoi, questo permette di ottimizzare l’illuminazione dei gruppi da trattare. Inoltre, l’intensità della luce diminuisce rapidamente man mano che ci si allontana dalla sorgente luminosa; andrà fatto quindi un compromesso regolando l’altezza delle luci. Se queste sono posizionate troppo in alto, l’illuminazione potrebbe essere insufficiente; se posizionate troppo in basso, le luci potrebbero ostacolare le manovre delle macchine durante la rimozione della lettiera e la superficie illuminata sarà ridotta. Con l’illuminazione al neon è meglio prevedere delle plafoniere doppie (due tubi CFL o LED per plafoniera), con una lunghezza di 1,20 m o 1,50 me una potenza di 30 W l’uno (plafoniera 60 W). Per ottenere la luminosità consigliata, ogni plafoniera non deve essere distanziata di oltre 2 m dalla successiva. Si stima che una fila di luci, posizionata a circa 4 m di altezza, possa illuminare un box largo 5 m (Fig. 1). Se il gruppo da illuminare è più ampio, è preferibile disporre le luci sfalsate per ottenere un’illuminazione il più uniforme possibile (Fig. 2). L’obiettivo generale è quello di evitare la presenza di aree buie nel box, facendo attenzione alle ombreggiature dovute alla struttura dell’edificio. Se si esegue il montaggio da soli, è meglio far controllare le installazioni da un professionista per evitare qualsiasi rischio.

Programmatore: È possibile installare un programmatore per gestire i periodi di illuminazione, soprattutto nei giorni lunghi (le 16 ore di illuminazione continua raccomandate non corrispondono necessariamente alle normali ore di lavoro dell’allevatore). Infatti è assolutamente necessario rispettare scrupolosamente i programmi di illuminazione pianificati, e l’uso di un timer per accendere e spegnere le luci a orari prestabiliti è quindi indispensabile.

Mantenimento: Al fine di mantenere una buona intensità luminosa degli impianti, è fortemente consigliato pulire l’apparecchiatura (interno ed esterno delle plafoniere) ogni anno prima dell’inizio del protocollo per rimuovere la polvere e lo sporco che impediscono la diffusione della luce. I copri lampade dovranno essere rinnovati regolarmente, poiché tendono ad inscurirsi e a diventare opachi nel tempo. È quindi meglio controllare l’intensità della luce ogni anno prima dell’inizio del protocollo per apportare le modifiche necessarie. Le apparecchiature fotoperiodiche adattate, pulite e controllate regolarmente assicurano una quantità di luce conforme alle raccomandazioni.

Misurazione della luminosità: Per misurare l’intensità luminosa, è necessario utilizzare un luxmetro (Fig. 3). La misurazione della luminosità deve essere eseguita di notte con le installazioni accese. L’obiettivo è misurare la luce fornita solo dalle installazioni e impedire che la luce del giorno influenzi i risultati. L’altezza della sonda e il suo orientamento influenzeranno il valore misurato. È quindi necessario mantenerla in posizione orizzontale, a livello degli occhi degli animali. Fare attenzione anche al posizionamento dell’operatore rispetto alla sonda e alla sorgente luminosa, per evitare di fare ombra, ricordandosi di fare diverse misurazioni diffuse in tutta l’area del box (bordi, angoli, tra le luci, ecc..). Nel caso si applichino protocolli luminosi che durante i giorni lunghi prevedano l’interruzione dell’illuminazione artificiale durante il giorno (edifici luminosi), verificare che, durante lo spegnimento ed in giornate particolarmente fosche (nubi, nebbia), vi sia intensità consigliata (200 lux) in tutta l’area del box.

 

Illuminazione al di fuori del trattamento

Per limitare il consumo di energia, può essere utile installare una seconda illuminazione meno potente o di prevedere un circuito di illuminazione parziale per le lampade (ad esempio una lampada su due). Questo può essere usato per illuminare l’edificio per le normali attività di stalla al di fuori dei periodi di trattamento. Attenzione: questa illuminazione non può essere utilizzata durante i periodi notturni nei 5 mesi di trattamento fotoperiodico (notti con buio totale: neppure lampade di emergenza)!

Possibili errori nell’applicazione del trattamento fotoperiodico

Giorni lunghi troppo lunghi: un giorno lungo di più di 16 ore di luce sarà meno efficace che un giorno lungo di 16 ore nell’esercitare un effetto inibitore dell’attività sessuale;
Fotoperiodismo involontario: attenzione agli orari di lavoro (mungitura, periodo dei parti), non bisogna illuminare la stalla al di fuori delle ore di illuminazione previste, pena la compromissione del trattamento fotoperiodico, sia nei giorni lunghi che nei giorni corti;
Completa oscurità: al di fuori delle ore di illuminazione programmate, l’oscurità deve essere assoluta (escludere qualsiasi luce parassita: lampade frontali, lampioni …). L’allevatore non deve entrare in stalla al di fuori delle ore di luce, nemmeno in periodo di parti. Per gli allevatori che non possono fare giornate brevi a causa del loro orario di lavoro, è possibile somministrare la melatonina per simulare i giorni brevi anche prima del 15 marzo;
Troppi giorni lunghi e/o corti: oltre i tempi raccomandati, gli animali possono entrare in uno stato refrattario al trattamento di giorni brevi e/o giorni lunghi (Attenzione: mai applicare più di 210 giorni lunghi e 110 giorni corti);
Troppo pochi giorni lunghi e/o corti: sono raccomandati 90 giorni lunghi e 60 giorni brevi (Attenzione: mai applicare meno di 70 giorni lunghi e 50 giorni corti). Al di sotto delle durate raccomandate, tutti gli animali non avranno raggiunto lo stato fisiologico necessario per raggiungere la stimolazione ottimale dell’attività sessuale;
Perdita di luminosità dell’edificio: le luci devono essere pulite almeno una volta all’anno per mantenere l’intensità luminosa. Prima di iniziare il trattamento, è meglio misurare l’intensità della luce con l’aiuto di un luxmetro;
Oscuramento degli edifici: l’oscuramento (tende, pannelli, …) degli edifici è fortemente sconsigliato, perché in una stalla tradizionale è impossibile ottenere un’oscurità completa (buio totale) e questo può peggiorare le condizioni ambientali del ricovero ed il conseguente benessere degli animali (mancata aerazione con aumento temperatura ed esalazioni);
Transizione da giorni lunghi a giorni brevi: la transizione deve essere improvvisa. Non applicare una diminuzione graduale da giorni lunghi a giorni brevi, in quanto ciò potrebbe ridurre l’efficacia del protocollo.

Il materiale della presente scheda è tratto dalle Fiches Tecniques del Groupe Reproduction Caprine. Per consultare i documenti originali visitare il sito: http://idele.fr/rss/publication/idelesolr/recommends/le-groupe-reproduction-caprine.html 


Il trattamento ormonale d’induzione e di sincronizzazione dell’estro in previsione dell’IA – Scheda n° 42

In che cosa consiste

Il trattamento ormonale consiste nel mimare i meccanismi ormonali che controllano il ciclo sessuale, inducendo il calore e l’ovulazione delle capre per sincronizzare il momento di inizio dei calori in 12-24 ore, indipendentemente dalla stagione sessuale e dallo stadio fisiologico (femmine cicliche o non cicliche). Questo metodo è molto efficace poiché il 95% delle capre, in generale, risponde al trattamento ormonale. Questo trattamento induce solo un ciclo durante l’anaestro, ma se associato a un trattamento fotoperiodico permette di assicurare uno o due
cicli di ritorni anche in fuori stagione.

Il protocollo ormonale standard

Tappa 0 – rilevamento delle pseudo-gravidanze: un’ecografia, realizzata al massimo 10 giorni prima dell’inserimento della spugna, permette di rilevare eventuali pseudo-gravidanze. Le capre in pseudogravidanza sono trattate e scartate dal protocollo.

Tappa 1 (G0) – inserimento della spugna: la durata del trattamento progestativo è di 11 giorni ± 1 giorno. L’inserimento delle spugne (Giorno 0) deve essere effettuato dal veterinario nelle condizioni di massima igiene, lavando e disinfettando con una soluzione di clorexidina al 5% l’applicatore specifico per la specie caprina (3 pezzi: punta conica, cilindro trasparente e stantuffo spingi spugna) tra una capra e l’altra,
onde evitare infezioni ed aderenze durante la permanenza delle spugne. Una volta inserita la spugna, è bene accorciare il cordino tagliandolo per ridurre il rischio che questo venga tirato dalle capre, con conseguente perdita delle spugne. Il cronolone contenuto nelle spugne vaginali è un progestinico di sintesi che simula la fase luteinica del ciclo. La spugna assicura inoltre il blocco della fase finale della crescita follicolare e dell’ovulazione durante tutta la durata del trattamento. Bisogna verificare che la spugna sia presente al momento delle iniezioni, verificando la presenza del cordino. Per le capre sono disponibili le spugne CRONO-GEST Spugne 20 mg (MSD Sanità animale) con tempi di sospensione del latte per tutto il periodo di applicazione più 36 ore dopo l’estrazione della spugna.

Tappa 2 (G9) – iniezioni intramuscolari di PMSG e di cloprostenolo: le iniezioni di PMSG e di cloprostenolo hanno luogo al Giorno 9. Il PMSG è un ormone che stimola la crescita finale e la maturazione dei follicoli ed induce il picco pre-ovulatorio di LH. Nelle capre primipare o pluripare, la dose consigliata di PMSG è funzione del periodo di trattamento e del livello di produzione giornaliero di latte durante il mese precedente il trattamento:

Il cloprostenolo è un analogo della prostaglandina F2α che assicura la lisi del corpo luteo. La dose è di 50 µg di prodotto attivo, ovvero 0,2 ml di soluzione iniettata (prostaglandine, MSD Sanità Animale). Attenzione: il PMSG e il cloprostenolo non devono essere miscelati nella stessa siringa. Utilizzare un ago nuovo per ogni iniezione. Le iniezioni intramuscolari, si fanno alla base del collo: iniettare la PMSG da un lato e il cloprostenolo dall’altro. È consigliato marcare le capre dopo le iniezioni per evitare doppi dosaggi. Dalle iniezioni in poi risulta fondamentale non solo rispettare i giorni del protocollo ma anche l’orario; per i grandi cantieri di IA (> 25 capre) è consigliato identificare le capre per gruppi da 25 con collari di colori diversi o numerando l’ordine di iniezione delle capre con spray zootecnici, al fine di rispettare rigorosamente la cronologia tra iniezioni, estrazione spugne ed IA.

Tappa 3 (G11) – estrazione della spugna: l’estrazione della spugna deve essere fatta 48 ore ± 1 ora dopo le iniezioni al Giorno 11. L’arresto del progestinico simula la fine della fase luteinica. La rimozione della spugna stimola anche la crescita finale dei follicoli e delle ovulazioni sincrone. È importante rispettare al massimo l’intervallo tra l’iniezione e l’estrazione della spugna poiché questo determina l’ora di inizio del calore e il momento dell’ovulazione, e di conseguenza il momento dell’IA. Mettere le spugne rimosse in un sacchetto di plastica ben chiuso non lasciandole alla portata di eventuali cani presenti in azienda (rischio di ostruzione intestinale se ingerite).

Tappa 4 (G12) – rilevamento dei calori: l’esecuzione del rilevamento del calore entro 30 ore dalla rimozione della spugna permette di identificare le capre che non hanno risposto al trattamento e scartarle dall’inseminazione; è quindi consigliato sincronizzare un certo numero di capre di soccorso in più (+20%) rispetto alle dosi d’IA, per inseminare solo le capre che hanno risposto in modo ottimale al trattamento ormonale. Per ulteriori dettagli si veda la scheda tecnica “Il rilevamento dei calori prima dell’inseminazione”.

Tappa 5 (G13) – inseminazione: l’IA deve essere effettuata 43 ± 2 ore dopo aver estratto la spugna, indipendentemente dalla razza, al Giorno 13. La scelta delle capre da inseminare e l’organizzazione del cantiere di IA sono affrontate in un’apposita scheda tecnica.

 

La conservazione dei prodotti utilizzati

  • Le spugne e il cloprostenolo devono essere conservati al riparo dalla luce in un luogo asciutto;
  • il PMSG deve essere conservato a + 4 ° C;
  • la diluizione del PMSG non deve essere eseguita tutta contemporaneamente ma una confezione alla volta e man mano che il cantiere di iniezioni avanza, così da evitare di inattivare il PMSG;
  • utilizzare siringhe ed aghi monouso: una siringa da 2 ml per il PMSG e una siringa da 1 ml (da insulina) per il cloprostenolo. Cambiare aghi ad ogni capra;
  • non utilizzare prodotti che hanno oltrepassato la data di scadenza.

Gli anticorpi anti PMSG e la fertilità

Se ripetuta per diversi anni consecutivi l’iniezione di PMSG, che è una proteina, può indurre nella capra la secrezione di anticorpi anti-PMSG riducendo l’efficacia del trattamento. Maggiore è la concentrazione di anticorpi (con trattamenti ripetuti), maggiore è la frequenza dell’estro tardivo (oltre 30 ore dopo il trattamento). Essendo l’IA realizzata in un momento prestabilito, l’apparizione di estro tardivo è associata a una diminuzione della fertilità (vedi scheda tecnica “Il rilevamento dei calori prima dell’inseminazione”).

Attenzione: se gli estri tardivi sono generalmente associati a bassa fertilità dopo l’IA, un estro tardivo non è sempre correlato alla presenza di anticorpi anti-PMSG e, viceversa, la presenza di anticorpi anti-PMSG non è sempre associata alla comparsa di estri tardivi. In conclusione, non è consigliabile trattare una capra più di una volta all’anno, e tre trattamenti durante la carriera della capra sembrano essere il massimo per garantire buoni risultati.

Il materiale della presente scheda è tratto dalle Fiches Tecniques del Groupe Reproduction Caprine. Per consultare i documenti originali visitare il sito: http://idele.fr/rss/publication/idelesolr/recommends/le-groupe-reproduction-caprine.html

 

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.