La scelta delle capre e l’organizzazione del cantiere di IA – Scheda n° 44

Perché è importante

La tecnica dell’IA è un investimento durevole per l’allevamento caprino, tuttavia la sua diffusione passa attraverso l’obbligo che i benefici che ne derivano siano superiori ai costi che essa comporta. Il punto critico da superare affinché l’IA sia una tecnica ben accetta e consolidata da parte degli allevatori è garantire una buona riuscita in termini di fertilità (capre gravide o partorite/capre inseminate in %). Per ottenere una buona riuscita all’IA (mediamente 60-65% di fertilità ai parti), è necessaria la rigorosa applicazione del protocollo ormonale, preceduta da una accurata scelta basata sulla fisiologia delle capre da destinare all’IA e seguita dall’organizzazione impeccabile del cantiere d’IA. Solo dopo aver selezionato le capre in base a criteri fisiologici (per garantire la massima fertilità) verranno presi in considerazione gli aspetti genetici legati all’obiettivo selettivo di ogni azienda.

La scelta delle capre da inseminare

I risultati di fertilità dopo l’inseminazione sono fortemente influenzati dalla scelta e dalla preparazione delle capre. È quindi consigliabile che per l’inseminazione vengano utilizzate:

  • capre che hanno partorito l’anno precedente;
  • capre risultate gravide all’IA dell’anno precedente (IA N-1);
  • capre il cui intervallo dall’ultimo parto è compreso tra 180 e 240 giorni;
  • capre al di sotto di 5 anni e/o di 5 lattazioni;
  • capre che hanno avuto un massimo di 3 trattamenti ormonali nella loro carriera.

Prima dell’inizio del trattamento ormonale (massimo 10 giorni) è necessario fare un’ecografia delle capre da inseminare, così da scartare dall’IA le capre già gravide o con pseudogravidanze in corso. In seguito, si raccomanda vivamente di eseguire un rilevamento del calore entro 30 ore dalla estrazione della spugna, scartando dall’IA le capre che non hanno manifestato segni evidenti di calore in questo intervallo temporale (vedi scheda “Il rilevamento dei calori prima dell’inseminazione”).

L’organizzazione del cantiere di inseminazione

Il cantiere di inseminazione si basa su una stretta collaborazione tra l’allevatore e l’inseminatore. La scelta del luogo, del metodo di contenimento e dell’organizzazione devono essere studiati a monte per garantire un sufficiente comfort di lavoro agli operatori ed un maggiore benessere per gli animali, ottimizzando quindi le possibilità di successo dell’IA.

La scelta del luogo: l’inseminazione deve avvenire al riparo dal sole, dal vento e dalla pioggia. La luce non dovrebbe interferire con la visibilità per individuare la cervice. Il luogo del cantiere dovrebbe essere familiare agli animali, in modo da evitare ogni stress: il luogo più adatto è il box delle capre o un recinto adiacente. Si può anche inseminare nella sala di mungitura se le condizioni lo consentono. Per limitare lo stress, può essere utile abituare gli animali alla manipolazione e al contenimento prima di avviare il protocollo di sincronizzazione: abituarle a rimanere bloccate in cattura o ad andare in sala di mungitura al di fuori degli orari normali.
Il contenimento degli animali: la capra va sollevata dagli arti posteriori per consentire una migliore visualizzazione della cervice e garantire la deposizione del seme nelle migliori condizioni. Sono possibili diversi metodi, ma in tutti i casi è essenziale la presenza di almeno una persona dall’allevamento per sollevare e sorreggere la capra:

  • la cattura è una soluzione soddisfacente ma bisogna verificare che la lettiera sia abbastanza alta da formare un gradino, in modo che la capra non sia strangolata dalla base della cattura quando è sollevata durante l’inseminazione;
  • la sedia di contenimento è uno strumento pratico e poco ingombrante. Permette una posizione comoda per l’allevatore e per la capra, perché è adattabile all’altezza dell’allevatore. Prevedere due persone dell’allevamento, una per individuare la capra da inseminare e portarla alla sedia, l’altra per sollevare la capra dopo averla bloccata sulla sedia;
  • la sala di mungitura è un luogo non ideale, perché lo spazio è spesso limitato e a volte il soffitto basso può porre problemi al sollevamento dell’animale. Utilizzare questo spazio solo in caso di assenza di catture in stalla;
  • in assenza di mezzi di contenimento è difficile lavorare in buone condizioni, e tale soluzione è da attuare solo in assenza di alternative. Tuttavia è possibile appoggiandosi ad un muro della stalla sollevare le zampe posteriori della capra posizionando la sua testa tra le proprie gambe.

L’organizzazione: La dimensione del gregge non è un ostacolo all’inseminazione, di seguito sono descritte le principali regole per limitare lo stress durante l’IA.

  • identificare le capre correttamente (ad esempio con un pastello marcatore) prima del cantiere per evitare di dimenticarne una, quindi durante il cantiere per evitare di trattare la stessa due volte. Questo vale sia per i cantieri di sincronizzazione che d’inseminazione;
  • raggruppare e immobilizzare le capre prima del cantiere per evitare di farlo nella fretta. Possono anche essere selezionate al momento della mungitura precedente, per essere in seguito raggruppate in un box dedicato;
  • inseminare le capre rispettando al meglio l’ordine cronologico utilizzato al momento della sincronizzazione (iniezioni ed estrazione delle spugne). In caso di inseminazione di un gran numero di capre, il cantiere sarà organizzato in più sotto-gruppi (ideale: numerazione cronologica con spray o sottogruppi di massimo 25 soggetti con collari di diversi colori) al fine di rispettare gli intervalli
    orari previsti dal protocollo ormonale e l’IA. Per un cantiere di oltre 100-150 capre ci sono due possibilità: fare 2 gruppi distanziati di 1 ora rispettando il loro ordine per l’inseminazione; oppure predisporre 2 gruppi di inseminazione con 2 inseminatori simultaneamente;
  • per i cantieri più grandi prevedere una rotazione di chi solleva la capra. In ogni caso prevedere un numero sufficiente (ma ragionevole) di persone affinché il lavoro proceda in tranquillità;
  • evitare di lasciare le capre in cattura troppo a lungo. Se l’organizzazione del cantiere lo consente, liberarle man mano che sono inseminate.

Dopo l’inseminazione

Attendere 17 giorni dopo l’inseminazione, anche se le femmine manifestano calori, prima di introdurre un becco per la monta naturale dei ritorni delle femmine inseminate; questo per permettere di distinguere le gravidanze derivanti da inseminazione artificiale da quelle derivanti da monta naturale dei ritorni in calore e quindi avere paternità certa dei nati. Prevedere un becco per un massimo di 25 capre. È meglio usare diversi maschi per prevenire possibili problemi di fertilità. Nel caso di riproduzione fuori stagione riproduttiva, i maschi dovranno essere preparati come le femmine per essere attivi al momento dell’introduzione.

Cose da ricordare

  • Rispettare rigorosamente il protocollo di induzione e di sincronizzazione degli estri (vedere la scheda tecnica corrispondente) e adattare la dose di PMSG in funzione della produzione di latte della femmina da inseminare e del periodo di riproduzione desiderato.
  • Limitare il numero di trattamenti ormonali per capra ad un’applicazione annuale, per evitare la produzione di anticorpi anti-PMSG che ritardano l’entrata in estro. Non trattare le capre più di tre volte durante la loro carriera.
  • Non stressare gli animali nel periodo di IA. Nel mese precedente e nel mese successivo l’IA è fortemente sconsigliato: effettuare trattamenti antiparassitari, vaccinare, pareggiare le unghie, pulire la lettiera, cambiare le capre di gruppo, effettuare importanti e bruschi cambiamenti alimentari, trasportare le femmine, ecc.
  • Aggiornare e conservare tutte le informazioni sulla riproduzione riguardanti le femmine del vostro gregge.
  • Annotare qualsiasi incidente o evento climatico intorno alla data del cantiere (freddo intenso, ondata di caldo, forte pioggia, …).

L’effetto becco – Scheda n°45

Perché è importante

Il protocollo dell’effetto becco (o effetto maschio), consiste nell’introdurre un maschio sessualmente attivo in un gruppo di femmine dette recettive (non più in anaestro profondo e non ancora cicliche); tale tecnica consente di indurre e raggruppare i calori e le ovulazioni in anticipo di stagione (passaggio da stagione anaestrale a stagione sessuale) o in fuori stagione dopo trattamento fotoperiodico. È attualmente l’unica tecnica che permette di indurre e di raggruppare i calori senza ricorrere agli ormoni in previsione dell’IA.

Il principio dell’effetto becco

Nell’ambito dell’applicazione dell’effetto becco in anticipo di stagione, le femmine possono avere 4 tipi di risposte in termini di calori e ovulazione (Fig. 1): Ciclo Corto seguito da un Ciclo Normale (CC-CN): la maggior parte delle femmine (78%) ha un ciclo corto seguito da un ciclo normale. La prima ovulazione avviene da 2 a 4 giorni dopo l’introduzione del maschio, è generalmente silente (non accompagnata da un comportamento di calore) e sempre non fertile (ovuli di scarsa qualità difficilmente fecondabili). Il ciclo corto dura da 5 a 7 giorni ed è seguito da una seconda ovulazione, accompagnata da un comportamento di calore, 7-9 giorni dopo l’introduzione del maschio. È questo secondo ciclo fertile che deve essere considerato come “obiettivo” in previsione dell’IA. Ciclo Normale (CN): il 3% delle femmine presenta da subito un ciclo normale con una prima ovulazione da 2 a 4 giorni dopo l’introduzione del maschio, ma a differenza del caso precedente è accompagnata da calori e da ovulazione che è fertile già da questo primo ciclo. Ciclo Ritardato (R): il 17 % delle femmine presenta un primo ciclo (corto o normale) ritardato che interviene molto dopo l’introduzione del maschio (oltre 5 giorni). Nessuna Risposta (NR): il 2 % delle femmine non risponde all’effetto becco.

Il momento dell’inseminazione è quindi basato sull’80% delle femmine che hanno un ciclo corto seguito da un ciclo normale fertile. Una buona gestione dell’effetto becco consente di ridurre il numero di capre che ovulano in ritardo (R) e di aumentare la percentuale di capre che hanno il profilo ovulatorio desiderato per l’inseminazione artificiale (CC-CN).

Scelta e preparazione degli animali

La scelta e la preparazione dei maschi usati per l’effetto becco sono decisivi per l’efficacia del protocollo, i maschi scelti devono rispettare i seguenti criteri:

  • avere una età compresa tra i 2 e i 5 anni, quindi essersi riprodotti almeno una volta;
  • essere in buona salute, in buone condizioni fisiche (attenzione agli appiombi e al pareggio delle unghie) e alimentati correttamente;
  • avere una libido ben pronunciata, fatto che implica una buona preparazione degli animali che devono essere sessualmente attivi non appena vengono introdotti con le femmine e fino al momento della monta o dell’inseminazione (vedi scheda “Il rilevamento dei calori prima dell’inseminazione”);
  • non aver subito stress (interventi zootecnici, sanitari o vaccinali) due mesi prima della realizzazione dell’effetto becco. Nel caso di effetto becco utilizzato per l’IA o la monta in mano (paternità certa), i maschi devono essere muniti di un grembiule, modello “ufficiale INRA” a 6 cinghie, con tela perforata per evacuare le urine e porta marcatore per la rilevazione dei calori (Fig. 2), al fine di evitare monte indesiderate. Per quanto riguarda la scelta delle femmine si rimanda alla scheda tecnica “La scelta delle capre e l’organizzazione del cantiere di IA).

Quando e come applicarlo

In Italia, a latitudine 45° N, la stagione sessuale naturale della capra va da novembre a febbraio. L’effetto becco può essere usato in anticipo di stagione sessuale, nei mesi di settembre e ottobre. A seconda dell’allevamento e dell’anno, il periodo di entrata in stagione sessuale può variare. L’effetto becco deve essere applicato quando le femmine non sono ancora cicliche, ma già ricettive al maschio. Può essere realizzato anche in fuori stagione sessuale, da aprile ad agosto, a condizione che venga effettuato un trattamento fotoperiodico su maschi e femmine per rendere le capre ricettive ai maschi (vedi scheda “Il trattamento fotoperiodico”). Tappa 0: separazione dei maschi dalle femmine. Tutti i maschi di età superiore a tre mesi devono essere completamente separati dalle femmine almeno due mesi prima dell’introduzione del maschio per l’effetto becco. Se l’effetto becco viene messo in atto dopo un trattamento fotoperiodico, i maschi possono rimanere nello stesso edificio durante i giorni lunghi e devono essere separati all’inizio dei giorni corti. I maschi devono essere collocati in un edificio diverso da quello delle femmine, al riparo dai venti dominanti e ad almeno 100 m di distanza. La separazione deve essere totale (né vista, né udito, né olfatto, né contatto). Le attività quotidiane come l’alimentazione o l’aggiunta di paglia alla lettiera dovranno essere eseguite prima nella stalla delle capre e poi nel locale dei becchi, per non riportare l’odore dei becchi alle capre.

Tappa 1: introduzione dei maschi. Affinché la stimolazione sia efficace, il rapporto di 1 becco per 10 capre deve essere rispettato. Una volta introdotti i becchi devono rimanere in contatto permanente ed effettivo con le capre fino al momento dell’IA o della monta. Bisogna garantire una sostituzione dei becchi ogni 24 ore, per farli riposare e per pulire ed asciugare accuratamente i grembiuli onde evitare infezioni o irritazioni. Di fatto bisogna quindi prevedere 2 becchi per 10 capre.

Tappa 2: rilevamento dei calori. Quando l’effetto becco viene applicato prima dell’inseminazione, è necessario rilevare il calore delle femmine al fine di determinare con precisione il momento dell’IA. I grembiuli hanno un spazio in cui posizionare un pastello marcatore. Cinque giorni dopo l’introduzione dei maschi (per evitare i cicli corti), il marcatore viene posizionato sul grembiule per rilevare il calore, e le capre in contatto diretto con il becco saranno considerate in calore e quindi inseminate se nettamente ed estesamente marcate su tutta la groppa, viceversa è bene non inseminare le capre poco marcate. La “buona” marcatura presuppone l’immobilizzazione della capra e l’accettazione della monta da parte del becco, segni caratteristici del calore. Il rilevamento della marcatura viene eseguito una o due volte al giorno, ad esempio al momento della mungitura.

Tappa 3: inseminazione o monta. L’inseminazione o la monta sono realizzate dalle 12 alle 24 ore dopo l’osservazione dei calori. Questo protocollo necessita una disponibilità dell’inseminatore per un periodo di 3-5 giorni. Oltre i 10 giorni di rilevazione, le femmine non ancora venute in calore non rispondono più all’effetto becco; il protocollo viene quindi interrotto e le IA concluse (vedi scheda “L’inseminazione senza ormoni”).


Il trattamento fotoperiodico associato alla spugna e all’effetto becco – Scheda n°46

In che cosa consiste

Questo protocollo consente di sincronizzare gli estri e le ovulazioni senza l’utilizzo di PMSG e di cloprostenolo, così da poter inseminare le capre in fuori stagione e in anticipo di stagione, associando il trattamento fotoperiodico, la spugna e l’effetto becco. Permette di scatenare l’ovulazione (grazie all’effetto becco) ma è meno efficace del trattamento ormonale standard nell’indurre e sincronizzare i calori (perché mancano PMSG e cloprostenolo). Per aumentare la sua efficacia l’effetto becco è quindi associato all’utilizzo della spugna vaginale: in seguito alla rimozione della spugna, viene indotto nell’arco delle 24 ore un picco preovulatorio di ormone luteinizzante (LH) sul 95% delle capre. In più, l’utilizzo della spugna, grazie al progesterone, permette di limitare la frequenza dei cicli corti non fertili spesso osservabili con il solo effetto becco. Di fatto è l’effetto becco che si sostituisce alle iniezioni di PMSG e di cloroprostenolo utilizzati nel trattamento ormonale di sincronizzazione standard. Questo protocollo è stato convalidato nel gruppo di stalle commerciali utilizzate per la ricerca dall’INRA, quindi principalmente su IA nei mesi di aprile e maggio dopo trattamento fotoperiodico. Tuttavia è teoricamente possibile realizzare questo protocollo anche nei mesi da marzo ad agosto, applicando il trattamento fotoperiodico corrispondente al periodo di riproduzione scelto.

Le regole da rispettare

Per la riuscita del protocollo è fondamentale rispettare le regole seguenti:

  • avere delle femmine recettive (in riposo sessuale poco profondo) ma non cicliche. Il trattamento fotoperiodico permette di renderle recettive fuori stagione;
  • rispettare le raccomandazioni per la scelta delle capre per l’Inseminazione Artificiale e la creazione di gruppi;
  • tenere tutti i becchi dell’allevamento in un edificio sufficientemente lontano da quello delle femmine per avere una separazione totale. Il gruppo di capre da stimolare non dovrà essere in contatto con i maschi dalla fine delle giornate lunghe (ovvero 60 giorni prima dell’effetto maschio). Tutti i maschi devono essere separati dalle femmine, compresi i giovani con età superiore ai tre mesi d’età;
  • utilizzare becchi sessualmente attivi e correttamente preparati, per realizzare l’effetto becco nelle migliori condizioni. La loro preparazione dovrà essere studiata e programmata per trovarsi pronti al momento desiderato.

Il protocollo

Per la riuscita del protocollo è necessario applicare con rigore le seguenti fasi:

  • realizzare un trattamento fotoperiodico rigoroso. Il trattamento deve essere applicato per una riproduzione prevista da aprile ad agosto (Fig. 1), sia i becchi che le capre dovranno subire contemporaneamente lo stesso trattamento fotoperiodico;
  • realizzare l’ecografia alle femmine per rilevare le capre con pseudogravidanze; se positive all’ecografia trattarle (cloprostenolo) e scartarle dal gruppo di capre da inseminare;
  • inserire le spugne vaginali (identiche a quelle utilizzate in caso di un trattamento ormonale standard) nelle capre scelte e lasciarle per 11 giorni (Fig. 2. Giorno 0). La pianificazione degli interventi deve prevedere il giorno di rimozione delle spugne e di introduzione dei becchi muniti di grembiule 60 giorni dopo la fine dei giorni lunghi (corretta spermatogenesi). Allo stesso modo l’introduzione delle spugne deve avvenire dopo 49 giorni corti (naturali o da melatonina, secondo il periodo);
  • introdurre i becchi sessualmente attivi al momento esatto della rimozione delle spugne (Fig. 2. Giorno 11). I becchi devono essere introdotti muniti di un grembiule con marcatore e in numero sufficiente da assicurare una buona stimolazione, ossia 1 maschio ogni 10 femmine presenti nel gruppo d’IA. Considerato il ricambio giornaliero (vedi punto successivo) il numero di maschi aumenta: 1 maschio ogni 5 femmine;
  • garantire un contatto efficace e permanente (24h/24h) tra maschi e femmine. Assicurarsi che i becchi possano alimentarsi, bere e riposarsi. I becchi devono restare insieme alle femmine fino al momento dell’IA. Un cambio quotidiano di becchi permette loro di riposarsi, di mantenere una migliore stimolazione delle femmine e di pulire i grembiuli;
  • effettuare il rilevamento dei calori: scartando dall’IA le capre non in calore e non “ben” marcate a 30-34 ore dalla rimozione delle spugne (Fig. 2. Giorno 12);
  • effettuare l’IA in maniera sistematica 52 ± 2 ore dopo la rimozione delle spugne e l’introduzione di becchi attivi muniti di grembiule (Fig. 2. Giorno 13).

Il materiale di tutte le schede è tratto dalle Fiches Tecniques del Groupe Reproduction Caprine. Per consultare i documenti originali visitare il sito: http://idele.fr/rss/publication/idelesolr/recommends/le-groupe-reproduction-caprine.html

Leggi anche: Le schede tecniche di DEMOCAPRA: i dettagli sul trattamento fotoperiodico e quello ormonale per l’IA e Le schede tecniche di DEMOCAPRA per l’allevamento di capre da latte: rilevamento dei calori prima dell’inseminazione ed inseminazione senza ormoni

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.