Il progetto EuroSheep, di cui Ruminantia è partner ufficiale per la disseminazione, prosegue lo scambio dinamico di conoscenze tra le componenti delle filiere ovine europee iniziato con SheepNet. La rete tematica EuroSheep, che è finanziata dall’UE, ha avuto inizio a gennaio 2020 ed avrà una durata di 3 anni. Sono coinvolti otto paesi, vale a dire Irlanda, Regno Unito, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Grecia e Turchia, che rappresentano l’80% della produzione ovina in Europa. Il primo passo chiave per il progetto è stato quello di identificare le esigenze e le sfide che gli allevatori si trovano ad affrontare in merito alla salute ed all’alimentazione dei loro animali. Per questo motivo, a maggio 2020, il team di EuroSheep aveva creato un questionario online rivolto a tutti gli attori della filiera ovina, i cui risultati saranno indispensabili per l’avanzare del progetto che si propone di produrre e rendere disponibili soluzioni, migliori pratiche gestionali e suggerimenti pratici relativi alle questioni emerse dal questionario.

Gli scambi di conoscenze e competenze in EuroSheep si concentrano sulle esigenze attuali degli allevatori relativamente a due tematiche principali: gestione dell’alimentazione e della sanità animale. Le categorie di animali interessate sono: ovini adulti, agnelli e capi da rimonta.

Il giorno 6 novembre 2020 si è svolta in modalità online la prima riunione del gruppo italiano di EuroSheep organizzata e moderata da Antonello Carta e Sotero Salaris di AGRIS Sardegna. Alla riunione hanno partecipato 32 persone, tra allevatori, veterinari, consulenti e ricercatori.

“In SheepNet abbiamo avuto un buon risultato in termini di soddisfazione dei partecipanti e abbiamo inoltre chiesto quali siano le problematiche sulle quali concentrarsi con EuroSheep. Le tematiche che sono emerse come le più importanti sono la sanità animale e l’alimentazione, chiaramente il tutto legato al fatto che la risoluzione di queste problematiche ha un effetto anche sul reddito aziendale e quindi sulla sostenibilità economica delle aziende”, ha affermato Antonello Carta all’apertura dei lavori.

Ha continuato: “le tematiche che affronteremo in EuroSheep saranno quindi la gestione dell’alimentazione e sanitaria attraverso un approccio multidisciplinare. E’ evidente infatti che una buona gestione sanitaria di un allevamento non si ottiene ricorrendo solo a buone pratiche veterinarie, così come una buona gestione dell’alimentazione non può essere determinata solo da alimentaristi e nutrizionisti. Un approccio globale alla risoluzione di queste problematiche richiede conoscenze ampie che si possono acquisire soprattutto attraverso lo scambio di esperienze pratiche tra allevatori anche di nazioni e contesti differenti”.

Obiettivi di EuroSheep

Lo scopo del progetto è la realizzazione di una rete tematica per incrementare la sostenibilità economica delle aziende ovine attraverso il miglioramento della gestione sanitaria e alimentare del gregge.

Il particolare, EuroSheep punta a:

  • incoraggiare gli scambi di conoscenze tra allevatori, portatori di interesse, tecnici e ricercatori;
  • diffondere le migliori pratiche allevatoriali e le innovazioni pronte per l’applicazione.

Accanto al gruppo di lavoro ci sono una serie di partner che aiuteranno a diffondere i contenuti del progetto.

“Quest’anno c’è una novità, abbiamo inserito come partner ufficiale del progetto, il web magazine Ruminantia che già ci ha aiutati con il progetto SheepNet e che proprio per il successo della passata collaborazione, anche se non formale, quest’anno ha accettato di essere partner ufficiale per le attività di comunicazione e disseminazione. Stiamo lavorando per coinvolgere nel gruppo di lavoro anche gli Istituti Tecnici Agrari e le scuole professionali agricole”, ha aggiunto Antonello Carta.

La discussione è proseguita con uno scambio di idee e proposte che sono state fondamentali per definire le principali problematiche dell’allevamento ovino da latte nazionale.

L’incontro si è concentrato sulla prima fase del progetto, ovvero l’identificazione delle criticità delle aziende a livello nazionale e europeo. Ogni gruppo di lavoro nazionale sta validando e integrando le criticità espresse dagli allevatori (5 bisogni per nazione e per categoria di animale) che saranno discusse al prossimo Workshop Transnazionale. (Nella figura di seguito sono riportate le 6 fasi del progetto).

 

Sotero Salaris di AGRIS Sardegna ha spiegato: “Il questionario era composto da diverse sezioni in base alle tematiche del progetto, quindi le risposte andavano date sulla gestione sanitaria, sull’alimentazione, sulla gestione del gregge e sulla modalità con cui gli allevatori acquisiscono le loro informazioni”.

Il questionario posto agli attori del settore ovino ha riscosso un notevole successo: a livello europeo hanno risposto circa 1200 partecipanti, di cui 700 allevatori, 30 addetti, 160 consulenti, 110 veterinari, 70 ricercatori, 30 dottorati, 60 studenti e 75 altri.

“A livello europeo, naturalmente c’è una maggiore incidenza di chi si occupa della produzione della carne, mentre riguardo la produzione di latte chi ha dato la maggiore quantità di risposte sono stati Italia, Spagna, Grecia. In Italia le risposte sono state date principalmente da chi si occupa della produzione di latte”, ha commentato Sotero Salaris.

Successivamente alla presentazione dei risultati, svolta da Sotero Salaris, l’attività del gruppo di lavoro si è focalizzata su:

  • l’analisi dei risultati dell’indagine;
  • l’individuazione delle principali criticità a livello nazionale.

Di seguito, sono riportate le problematiche individuate dagli allevatori italiani per la produzione di latte.

Le principali sfide e necessità inerenti l’alimentazione (ovini adulti) emerse dai risultati del questionario sono state:

  1. Conoscenza dei fabbisogni nutritivi.
  2. Rapporto concentrato/foraggio nella dieta.
  3. Livelli di urea nel latte (rapporto sbilanciato tra energia e proteina nella dieta).
  4. Concentrazione proteica della dieta (concentrato + foraggio).
  5. Gestione dell’erba per il pascolo e del pascolamento (tecniche di pascolamento, misure della disponibilità di erba, rotazione, etc…).

Il gruppo italiano ha proposto alcune modifiche ed integrazioni a quanto emerso dal questionario:

  1. Conoscenza dei fabbisogni nutritivi facendo anche riferimento all’integrazione minerale e vitaminica e al valore nutritivo del foraggio (erba inclusa).
  2. Rapporto concentrato/foraggio nella dieta.
  3. Livelli di urea nel latte (rapporto sbilanciato tra energia e proteina nella dieta) e concentrazione proteica nella dieta (concentrato + foraggio).
  4. Gestione dell’erba per il pascolo e del pascolamento (tecniche di pascolamento, misure della disponibilità di erba, rotazione, etc…).
  5. Produzione di foraggi conservati (fieno, insilati, fieno-silo).

Antonello Carta ha poi chiesto ai partecipanti del gruppo di commentare il risultato inerente la qualità chimica del latte che è stata ritenuta la principale problematica dagli allevatori greci e spagnoli mentre è stata sottovalutata da quelli italiani. La risposta degli allevatori presenti è stata pressochè unanime: l’investimento che si deve fare in alimentazione e genetica per aumentare i contenuti in grasso e proteina del latte non è remunerato dai sistemi di pagamento del latte che al momento rendono più redditizio concentrarsi sulla quantità di latte. Tutti i partecipanti hanno convenuto che comunque il problema esiste e che la sua soluzione necessita di un approccio di filiera.

In merito a ciò, Antonello Carta ha commentato: “Sono molto preoccupato della sottovalutazione del problema della qualità chimica del latte ovino e mi prendo l’impegno di stimolare iniziative anche al di fuori del progetto EuroSheep per portare all’attenzione di allevatori e tecnici un problema che se non affrontato tempestivamente rischia di creare danni permanenti al sistema lattiero-caseario ovino nazionale”.

Le principali sfide e necessità inerenti lo stato sanitario (ovini adulti e rimonta) emerse dai risultati sono state:

  1. Mastiti cliniche (latte alterato, mammella calda) o mastiti subcliniche (cellule somatiche elevate).
  2. Zoppie (pedaina, dermatiti contagiose, etc…).
  3. Parassiti interni (Fascioliasi, Dicrocelium, parassiti gastro-intestinali, vermi bronco-polmonari, Echinococcosi, Cineurosi, Estrosi).
  4. Gastro-enterotossemie e/o altre patologie da Clostridi.
  5. Problemi dell’apparato respiratorio (secrezioni nasali, tosse, respirazione alterata, polmonite, adenomatosi, Pasteurellosi etc…).

Per quanto attiene le mastiti, il gruppo italiano ritiene che oltre a un approccio globale alla problematica debbano essere ulteriormente definite soluzioni pratiche specifiche almeno per gruppi di patogeni. Anche per le zoppie si è valutato che debbano essere prodotte soluzioni per le diverse origini delle affezioni podali. Si è inoltre ritenuto che patologie segnalate dagli allevatori, come la Blue Tongue, la Visna Maedi e la Paratubercolosi, debbano essere oggetto di uno sforzo da parte del progetto per la produzione di soluzioni applicabili per un loro controllo. Il gruppo di lavoro ha poi accettato la proposta del Comitato Tecnico Scientifico di proporre al Workshop Transnazionale le zoonosi, per quanto non segnalate specificatamente dagli allevatori che hanno evidentemente considerato solo le patologie con maggiore impatto economico sulle loro aziende.

Le principali sfide e necessità inerenti la gestione dell’alimentazione e della sanità animale emerse dai risultati sono state:

  1. Piani per la gestione sanitaria dell’allevamento (strategie per evitare contagi, vaccinazioni, trattamenti, scelta riforma, chiusura all’ingresso animali esterni, pascolo comune,…).
  2. Formulazione corretta della razione sulla base delle disponibilità e della qualità dei foraggi.
  3. Gestione del benessere al pascolo (disponibilità acqua, ripari, ombra, etc…).
  4. Gestione dei trattamenti anti-elmintici (prelievo feci e conta uova; resistenza ai trattamenti, gestione pascolo).
  5. Gestione dei ricoveri (ventilazione, temperatura, spazio/pecora).

Il gruppo italiano ha sottolineato l’esigenza di comprendere nel punto 1 anche le migliori “Pratiche per la gestione dell’igiene e della biosicurezza”, che sono state valutate come urgenti nel questionario. Ha raccomandato inoltre che nelle soluzioni al punto 2 si tenga conto dell’integrazione minerale e vitaminica e del valore dei foraggi e del pascolo.

Per le altre categorie, il gruppo di lavoro non ha ritenuto di dover integrare o precisare ulteriormente i risultati del questionario che si riportano di seguito.

Le principali sfide e necessità inerenti l’alimentazione per gli agnelli emerse dai risultati del questionario sono :

  1. Gestione del post svezzamento: adattamento al nuovo regime alimentare.
  2. Conoscenza dei fabbisogni alimentari.
  3. Obbiettivi accrescimento dalla nascita allo svezzamento.
  4. Efficienza alimentare concentrati: incremento peso/kg concentrato.
  5. Sistemi di somministrazione ad libitum dei concentrati.

Le cinque criticità individuate inerenti l’alimentazione per i capi da rimonta sono state:

  1. Conoscenza dei fabbisogni nutritivi nei differenti stadi di sviluppo.
  2. Fabbisogni nutritivi in preparazione della prima lattazione.
  3. Accrescimenti adeguati per un primo parto precoce.
  4. Gestione del post svezzamento: adattamento al nuovo regime alimentare.
  5. Sviluppo non adeguato delle agnelle con parto precoce

I punti 3 e 5 sono elementi su cui gli allevatori da carne e latte hanno posto molta enfasi per la presenza di problemi di gestione di parti di agnelle non abbastanza sviluppate che presentano lattazioni non corrette. Il punto 3 riguarda le diverse pratiche da mettere in atto per far in modo che tutte le agnelle partoriscano precocemente, e quindi raggiungano precocemente uno sviluppo adeguato, mentre il punto 5 affronta come gestire ed evitare i parti di agnelle che non hanno uno sviluppo adeguato.

Le principali sfide e necessità inerenti lo stato sanitario degli agnelli sono:

  1. Patologie neonatali (diarrea, setticemia, Escherichia coli, gastroenteriti, rotavirus, etc…).
  2. Altri parassiti interni (parassiti gastro-intestinali, Cryptosporidiosi, vermi dello stomaco, Nematodirosi, Cisticercosi epatica, Tenie, etc…).
  3. Coccidiosi.
  4. Mortalità agnelli senza diarrea (gastro-enterotossemie o altre patologie da Clostridi).
  5. Zoppie (pedaina, dermatiti contagiose, etc…).

Tra gli altri argomenti trattati, interessante è l’analisi dei principali strumenti che gli operatori del settore ovino utilizzano per acquisire informazioni tecniche. Tra questi, è risultato essere importante il ruolo dei “Siti web specializzati”, come Ruminantia, che si posizionano al quarto posto dopo le consulenze tecniche e veterinarie e le giornate pratiche in allevamento.

Prossimi appuntamenti di EuroSheep

18 Novembre 2020: riunione del Gruppo Tecnico-Scientifico Transnazionale del progetto, durate il quale verranno validate le necessità/criticità delle aziende ovine a livello europeo.

16 Dicembre 2020: Workshop Transnazionale con gli allevatori.

A breve verrà pubblicato un articolo più dettagliato sui risultati del questionario a livello sia europeo che italiano.

 

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