La rubrica in cui appaiono queste note ha per titolo “La Cultura del Conto Economico”. Giustamente.

Poiché non si tratta di inserire dati per trarre un documento di fine periodo che ne attesti semplicemente il risultato economico. In mancanza di meglio, per carità, ci si accontenta pure. Il punto è, tuttavia, che l’inserimento di dati economici, che, per quanto possa essere facilitato è pur sempre un lavoro, deve generare informazioni che inducano o conducano il titolare di un’azienda a riflettere ed a prendere decisioni.

Per quanto se ne parli, sono pochi i casi in cui il conto economico viene strutturato in modo da risultare “parlante”, a prescindere dal fatto che si tratti di agricoltura o di altri settori economici. Più spesso, utilizzando schemi di report generici e validi per tutti i settori, la stampa del conto economico di un’azienda mette in poche e generiche voci molte cose diverse tra di loro.

La necessità di raggruppare le informazioni in modo omogeneo, senza complicare la vita di chi effettua gli inserimenti, ci porta a compiere scelte di organizzazione delle informazioni in rami d’azienda.

Se non poniamo subito questa distinzione, mischiamo la gestione della campagna e la gestione della stalla, non differenziando i risultati di ciascun ramo. Per non parlare di aziende più complesse che hanno il biogas, il caseificio, lo spaccio, il fotovoltaico, i suini  o l’agriturismo.

Se mischiamo tutte queste attività facciamo come quel tale che usa molti tipi di frutta per fare una marmellata e poi la assaggia cercando il sapore di un determinato frutto.

La prima scelta di metodo risiede dunque nell’attivare una rendicontazione per i rami d’azienda presenti. Ovviamente senza perdere la semplicità nell’inserimento.

I rami d’azienda vengono collegati tra di loro attraverso la creazione di trasferimenti interni di prodotti da un ramo ad un altro, utilizzando le effettive quantità trasferite ed il prezzo di mercato del prodotto medesimo.  Ogni ramo d’azienda deve dunque dimostrare qual’è il proprio risultato economico come se fosse il solo ramo d’azienda presente. La campagna, trasferendo alla stalla foraggi o altri prodotti al prezzo di mercato, è considerata come se non avesse la stalla e dovesse vendere sul mercato i prodotti agricoli. La stalla, viceversa, acquisisce al prezzo di mercato i foraggi o quant’altro dalla propria campagna come se li stesse acquistando da un fornitore esterno.

Solo in questo modo possiamo misurare la capacità di ciascun ramo di creare o distruggere valore. E solo così avremo informazioni utili a prendere decisioni.