La presenza in trincea di fermentazioni anomale non controllate è spesso segnalata da allevatori e professionisti del settore. La corretta conservazione dei foraggi aziendali è la base per garantire alle diverse filiere un prodotto sano, energetico e di qualità, in grado di sostenere elevate produzioni in carne, latte e anche in energia. Il Servizio di Assistenza Pioneer mette a disposizione di tutte le aziende agricole italiane analisi sofisticate in grado di individuare alterazioni nella qualità degli insilati e di capirne le principali cause, unitamente ai suggerimenti per operare con successo.

Un esempio di conservazione anomala causata da Acetobacter è stato individuato nella trincea in Figura 1: il fronte della trincea appariva infatti suddiviso tra una zona dove l’insilato era conservato correttamente ed una fascia centrale dove l’insilato era visibilmente alterato e presentava una colorazione brunastra e odore pungente.

Figura 1: fronte della trincea con area a fermentazione anomala nella parte centrale.

La misura della temperatura del fronte sulla zona deteriorata effettuata ad oltre 8 mesi dall’insilamento con termometro digitale evidenziava un valore di 37.7 °C (Figura 2), superiore di oltre 4 gradi alla temperatura della zona fermentata correttamente dove la temperatura era di 33.2°C.

Figura 2: temperatura rilevata nella zona deteriorata.

La zona con fermentazione anomala era ben visibile anche effettuando una termografica del fronte con macchina fotografica a raggi infrarossi (Figura 3).

Figura 3: l’analisi temografica evidenzia la zona alterata dove la temperatura dell’insilato è significativamente più elevata.

Nella stessa trincea era stato posizionato, al momento dell’insilamento, anche un datalogger, ossia un termometro digitale in grado di registrare quotidianamente la temperatura interna della massa e di memorizzarla. Quando lo strumento è stato recuperato e sono stati scaricati i dati, si è notato come a 75 giorni dalla chiusura la temperatura interna della trincea fosse tornata a salire in modo anomale oltre i 40°C (Grafico 4). Questo fenomeno di rifermentazione intermedia, durante il processo di dissipamento del calore, è sicuramente inconsueto o comunque poco conosciuto fino ad oggi, anche per la mancanza di strumenti sofisticati per la sua individuazione. Questo secondo incremento termico ha determinato ulteriore scadimento qualitativo ed energetico dell’insilato a causa di processi metabolici di alcuni microrganismi ancora attivi che hanno consumano ulteriori carboidrati solubili dell’insilato.

Grafico 4: I valori di temperatura registrati dal datalogger inserito in trincea evidenziano una rifermentazione della massa con risalita della temperatura.

 

Al momento del recupero del datalogger e delle misurazioni termiche del fronte sono stati prelevati anche campioni per le analisi chimico-fermentative sia nella zona a fermentazione anomala che nell’area immediatamente adiacente ma ben conservata. I risultati hanno evidenziato un profilo in acidi sbilanciato per il campione della zona deteriorata che è risultato avere il 2% in meno sia di sostanza secca e che di amido ed una concentrazione dimezzata di etanolo. Da qui la deduzione che la fermentazione anomala fosse stata determinata dallo sviluppo di Acetobacter. I ceppi di Acetobacter sono infatti resistenti alle condizioni di acidità caratteristiche dell’insilato e degradano l’etanolo prodotto dalla proliferazione non controllata di lieviti durante la prima fase di respirazione della trincea.

L’utilizzo di ceppi di batteri lattici di provata efficacia è un ulteriore supporto per gli allevatori per ottenere una buona fermentazione. Se dotati di vitalità, i lattobacilli sono infatti in grado di contenere lo sviluppo di lieviti limitando così le condizioni predisponenti alla proliferazione di Acetobacter in trincea.