Comportamento, salute e produttività di vacche da latte nella fase iniziale della lattazione alle quali viene fornita un’integrazione di melasso nei sistemi di mungitura automatici.     

Introduzione

Da quando hanno fatto la loro comparsa sul mercato nel 1992, i sistemi di mungitura automatizzata (robotica) o AMS sono stati adottati nel settore lattiero-caseario in tutto il mondo ad un ritmo esponenziale (de Koning, 2011). A livello globale, dal 2014 si stima che più di 35.000 allevamenti da latte stiano mungendo vacche con un AMS (Salfer et al., 2017). Questi sistemi offrono un’opportunità unica per gestire le vacche a livello individuale, sia in termini di frequenza di mungitura che di alimentazione supplementare che viene fornita dall’AMS (Bach e Cabrera, 2017). La mungitura individuale consente un incremento della frequenza di mungitura rispetto ai sistemi convenzionali (Wagner-Storch e Palmer, 2003); questo può far aumentare la produzione di latte, ma può anche essere associato ad un aumento del rischio di comparsa di un bilancio energetico negativo (NEB; Tatone et al., 2017).

In un recente studio in Ontario, Canada, la percentuale a livello di mandria di chetosi subclinica (SCK), misurata tramite i livelli di chetoni nel latte, è risultata maggiore nelle mandrie con un AMS (26%) rispetto alle mandrie munte secondo metodica convenzionale (21%; Tatone et al., 2017). Inoltre, Tatone et al. (2017) hanno riferito che negli allevamenti con AMS le vacche multipare avevano maggiori probabilità di avere una SCK rispetto alle vacche multipare presenti negli allevamenti convenzionali. I ricercatori hanno riportato che lo sviluppo di una SCK nelle vacche munte con AMS era associato ad un aumento della produzione di latte che non veniva supportato da una quantità adeguata di mangime fornita dall’AMS stesso durante la prima settimana dopo il parto (King et al., 2018), suggerendo così che un’integrazione inadeguata in quel dato momento può essere un fattore che contribuisce alla comparsa della SCK.

Comunemente, all’inizio della lattazione, la quantità e la tipologia di alimenti offerti alle vacche vengono modificate nel tentativo di supportare il fabbisogno energetico osservato in quel preciso momento. Questi mangimi però sono solitamente più energetici e ricchi di amido e contengono quantitativi inferiori di foraggio e fibre (McCarthy et al., 2015). Negli allevamenti con AMS, una maggiore integrazione di concentrati ad alto contenuto di amido nelle prime fasi della lattazione può essere problematica, poiché può far aumentare il rischio di un abbassamento del pH ruminale (cioè SARA; Bach e Cabrera, 2017). Tuttavia fornire come alimento delle fonti di zucchero, al posto dell’amido, potrebbe garantire l’energia adeguata senza andare ad aumentare il rischio di SARA (Oba, 2011; de Ondarza et al., 2017).

Sono disponibili poche ricerche sui benefici della somministrazione, al posto dell’amido, di zucchero alimentare alle vacche durante le fasi iniziali della lattazione. Penner e Oba (2009) hanno riportato che la sostituzione del mais spezzato con uno zucchero (saccarosio) ha migliorato la salute del rumine, l’ingestione di sostanza secca e la produzione di latte. Analogamente, in alcune ricerche passate si è visto che alimentare le vacche con un mangime liquido a base di melasso (un integratore di zucchero altamente concentrato) all’interno di una TMR avrebbe la capacità di aumentare la DMI, la produzione di latte e la resa delle sue componenti nelle vacche in lattazione (DeVries e Gill, 2012). L’integrazione con zucchero favorisce la crescita microbica, in particolare dei batteri che digeriscono la fibra, accelerandone la degradazione e consentendo una maggiore assunzione (de Ondarza et al., 2017); questo a sua volta può aiutare a migliorare il bilancio energetico. Nonostante l’aumento esponenziale a livello globale dell’AMS, secondo la nostra conoscenza non sono stati condotti in precedenza studi che approfondiscano gli effetti di un’integrazione di zucchero nelle vacche in fase iniziale della lattazione in sistemi AMS, dove la richiesta di energia può essere maggiore rispetto a quella delle mandrie munte secondo la metodica convenzionale (Tatone et al., 2017; King et al., 2018).

L’obiettivo di questo studio era quello di determinare l’effetto di un’integrazione di mangime liquido a base di melasso nelle vacche munte con AMS che si trovano nella fase iniziale della lattazione sul comportamento, sulla salute e sulla produttività. Abbiamo ipotizzato che l’integrazione di melasso, unitamente alla somministrazione di concentrato mediante l’AMS, alle vacche nella fase iniziale della lattazione migliorerebbe il loro bilancio energetico dopo il parto, incrementando la frequenza di mungitura e la produzione di latte.

Abstract

In 6 mandrie da latte commerciali, 390 vacche sono state assegnate casualmente prima del parto ad uno dei due trattamenti, in base al numero dei parti: (1) gruppo di controllo (CON) che riceveva un pellet per AMS standard [media = 3.9 kg/giorno di sostanza secca (DM), n = 188], o (2) stessa quantità di pellet per AMS standard (media = 3.6 kg/giorno sulla DM, n = 202) più 1 kg/giorno di DM di LF per le vacche pluripare (1,6 kg/giorno come pasto) e 0.88 kg/giorno di DM per le primipare (1.4 kg/giorno come pasto).

In tutti gli allevamenti, le vacche venivano alimentate con razioni parzialmente miscelate, simili per composizione di ingredienti e nutrienti. Le vacche in trattamento con il LF hanno ricevuto l’integrazione per i primi 60 giorni di lattazione (DIM). Sono stati prelevati campioni di sangue 2 volte/settimana per le prime 3 settimane dopo il parto per valutare il β-idrossibutirrato (BHB). I campioni con BHB ≥ 1.2 mmol/L sono stati classificati come caso positivo di chetosi subclinica (SCK). La condizione corporea e la zoppia della vacca sono state valutate ogni 10 giorni dopo il parto fino ai 60 DIM. Non sono state rilevate differenze tra i trattamenti per quanto riguardava la produzione di latte (resa media del latte = 37.4 ± 1.98 kg/giorno) e la frequenza di mungitura (frequenza media di mungitura = 3.2 ± 0.01 volte/giorno).

Allo stesso modo, non è stata rilevata alcuna differenza tra i trattamenti nel numero di visite giornaliere all’AMS (media delle visite all’AMS = 5.3 ± 0.3 volte/giorno). Tuttavia, le vacche CON hanno subito più rifiuti da parte dell’AMS/giorno rispetto alle vacche LF (LF = 1.6 rifiuti/giorno, CON = 2.1 rifiuti/giorno). Non è stata rilevata alcuna differenza tra i trattamenti per quanto riguardava il tempo di ruminazione giornaliero (tempo medio di ruminazione = 476 ± 10.8 min/giorno). Il trattamento è stato correlato al numero di volte in cui le vacche sono risultate positive alla SCK; le vacche alimentate con LF avevano un numero inferiore di diagnosi ripetute di SCK, tanto che il 15% delle vacche nel gruppo LF presentava un numero ≥ 3 di diagnosi di SCK su 5 test, rispetto al 27% delle vacche del gruppo CON. Le vacche che ricevevano l’integrazione di melasso tendevano ad avere valori di BHB nel sangue più bassi a ~ 15 DIM. L’integrazione di melasso ha inoltre consentito alle vacche di mantenere un punteggio di BCS più stabile, poiché queste tendevano a perdere meno punti di BCS durante i primi 60 DIM rispetto alle vacche del gruppo CON. Nel complesso, i risultati di questo studio dimostrano che l’integrazione con un LF a base di melasso nelle vacche con accesso ad un AMS può aiutare a mantenere il fabbisogno energetico che serve per la produzione di latte nelle fasi iniziali della lattazione e, quindi, a ridurre l’incidenza di un numero ripetuto di test SCK positivi durante tale periodo di tempo.

 

Behavior, health, and productivity of early-lactation dairy cows supplemented with molasses in automated milking systems

 S. M. Moore, M. T. M. King, A. J. Carpenter, and T. J. DeVries*

Department of Animal Biosciences, University of Guelph, 50 Stone Rd. East, Guelph, ON, N1G 2W1, Canada

*Corresponding author: tdevries@uoguelph.ca

J. Dairy Sci. 103:10506–10518

doi.org/10.3168/jds.2020-18649