Oggetto: Richiesta bollino “coronavirus free” sui prodotti alimentari italiani

Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Silvia Sardone, Lucia Vuolo, Angelo Ciocca, Alessandro Panza, Marco Zanni, Isabella Tovaglieri, Simona Baldassarre, Rosanna Conte, Stefania Zambelli, Francesca Donato, Marco Campomenosi, Annalisa Tardino, Paolo Borchia, Vincenzo Sofo
5 marzo 2020

In questi giorni sono state numerose le segnalazioni di richieste, da parte di acquirenti e catene di distribuzione, di certificazioni sanitarie aggiuntive sulle merci italiane, senza alcuna motivazione scientifica, a partire dalla verdura fino alla frutta, passando anche per eccellenze come il Grana Padano e il Prosecco.

Molti speculatori di vari paesi europei chiedono un bollino “coronavirus free” sui prodotti. Si tratta di comportamenti ingiustificati che mettono a rischio la libera circolazione delle merci, anche all’interno dell’Unione, e vanno a colpire un settore strategico del made in Italy come l’agroalimentare. Il rischio denunciato dalle associazioni di categoria è che sia in atto una forma di sciacallaggio, cercando di azzoppare un settore fondamentale per l’economia italiana e con il rischio di favorire prodotti contraffatti che già tanto penalizzano il Made in Italy.

Si chiede alla Commissione:

1. Se sia a conoscenza di queste pratiche insensate;

2. Se abbia intenzione di ribadire che non sono legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi;

3. Se abbia in programma azioni concrete contro comportamenti che violano il principio di libera circolazione e rappresentano strumentali tentativi di bloccare l’export italiano.

 

Oggetto: Sulle conseguenze economiche delle fake news sul Coronavirus

Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Salvatore De Meo, Antonio Tajani, Herbert Dorfmann

11 marzo 2020

La crisi sanitaria scatenata dal Coronavirus sta colpendo duramente anche la commercializzazione dei prodotti agroalimentari, impedendo a molte aziende, non solo italiane, di trasportare le merci di loro produzione e quindi di evadere gli ordini, con un conseguente contenimento dei consumi ed una contrazione delle esportazioni.

Si sta registrando una ingiustificata forma di psicosi in relazione alla libera circolazione di persone e merci all’interno dell’Unione europea.

In particolare nelle ultime ore si è addirittura alimentata una informazione non corretta e fuorviante, con ulteriori danni economici e di immagine al comparto agroalimentare, in ragione della errata percezione che il virus possa essere trasferito attraverso il consumo di prodotti agricoli provenienti dalle aree interessate da possibili focolai.

In Italia il comparto ortofrutticolo e la catena del valore economico che ne deriva rappresentano oltre il 20% del PIL nazionale e più del 10% dell’export nazionale complessivo.

Alla luce di quanto precede, può la Commissione europea rispondere al seguente quesito:

Intende assumere iniziative volte a ripristinare la corretta informazione che il virus Covid-19 non si trasmette in alcun modo con il consumo alimentare dei prodotti agroalimentari e che gli stessi non presentano in alcun modo rischi per la pubblica salute?

Risposta di Stella Kyriakides a nome della Commissione europea (11 giugno 2020)

La crisi del coronavirus pone in evidenza la sfida di proteggere la salute pubblica evitando nel contempo di ostacolare la libera circolazione e la consegna di merci e di servizi essenziali in tutta Europa. È fondamentale che il mercato interno dell’UE rimanga operativo, al fine di rispondere alle esigenze dei cittadini in tutta l’Unione.
Come comunicato nella risposta all’interrogazione scritta 001263/2020, la Commissione non è a conoscenza dell’attuale richiesta da parte degli Stati membri di una certificazione aggiuntiva “esente da virus” per i prodotti alimentari.
Secondo il parere dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non ci sono prove che il cibo sia fonte o veicolo di trasmissione della Covid-19. Non si dovrebbero imporre ulteriori certificazioni per gli alimenti che circolano legalmente nel mercato unico dell’UE. Eventuali misure di questo genere risulterebbero sproporzionate e inaccettabili. Sarebbero inoltre contrarie alle attuali raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Organizzazione mondiale per la salute animale.
Per contribuire a preservare l’integrità del mercato unico dei beni, in particolare delle catene di approvvigionamento, e a prevenire pratiche sleali, il 16 marzo 2020 la Commissione ha pubblicato gli “Orientamenti relativi alle misure per la gestione delle frontiere destinate a tutelare la salute e garantire la disponibilità di beni e servizi essenziali“. In tali orientamenti la Commissione ha specificato che non si dovrebbero imporre ulteriori certificazioni per i beni che circolano legalmente nel mercato unico dell’UE né tali certificazioni dovrebbero essere imposte dai partner commerciali dell’UE quando si esportano prodotti agroalimentari dell’UE. Il 23 marzo 2020 la Commissione ha inoltre pubblicato una comunicazione sull’attuazione delle corsie verdi (“green lanes“). Gli orientamenti sono applicabili anche ai prodotti alimentari e contengono un riferimento esplicito alla summenzionata dichiarazione dell’EFSA. La Commissione ha inoltre pubblicato una serie di domande e risposte specifiche sulla Covid- 19 e sulla sicurezza alimentare.

 

Fonte: Parlamento europeo