Sicurezza alimentare, relazione sul controllo delle micotossine negli alimenti, dati 2017
Il Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, ha predisposto a partire dall’anno 2016 il Piano nazionale di controllo ufficiale delle micotossine 2016-2018, per armonizzare a livello territoriale, i controlli ufficiali relativi al contaminante “micotossine” nei prodotti alimentari.
La Relazione sul controllo delle micotossine negli alimenti fornisce un quadro d’insieme sulle attività effettuate, sui risultati ottenuti, sulle criticità riscontrate e sulle modalità di superamento delle stesse. Il 2017 è il secondo anno di programmazione del Piano nazionale.
Risultati
Nel 2017:
- su un totale di 2036 campioni di alimenti presenti nel sistema NSIS Alimenti, 24 campioni sono risultati non conformi ai limiti massimi definiti nel Regolamento (CE) 1881/2006 e successive modifiche e integrazioni
- il numero di campioni non conforme è risultato inferiore rispetto a quello dello scorso anno (pari a 56 campioni), sebbene risulti inferiore il numero totale di campioni di alimenti controllati
- gli alimenti non conformi (frutta a guscio, farina di mais, latte e derivati) sono risultati gli stessi dello scorso anno
- il latte e i derivati (formaggi) rappresentano gli alimenti con il maggior numero di campioni non conformi per la presenza di aflatossina M1.
Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari, nella relazione si ribadisce che il Reg. (CE) n. 1881/2006 definisce i limiti massimi esclusivamente per il latte crudo, il latte termicamente trattato e il latte destinato a produrre prodotti derivati. Pertanto non risultano esplicitamente definiti limiti massimi per prodotti lattiero-caseari, ma occorre far riferimento alle disposizioni dell’articolo 2, per i fattori di trasformazione, di cui al succitato regolamento. Il Ministero, con nota pr. 28454 del 3/7/2013, ha provveduto a raccomandare l’uso di fattori di concentrazione, rispettivamente, per i “formaggi a pasta tenera e prodotti derivati dal siero” e per i “formaggi a pasta dura”.
Permane, comunque, la criticità nell’utilizzo di tali fattori di concentrazione per alcuni prodotti lattiero-caseari non inquadrabili nelle succitate categorie (es. yogurt) ed, in alcuni casi, considerati alimenti “senza un limite massimo vigente” per i quali non si sono applicate le disposizioni di cui all’articolo 2 di cui sopra.
A livello operativo, nella relazione viene riscontrata una mancanza di uniformità fra la terminologia utilizzata dal regolamento per il latte e quella indicata nel sistema, una mancanza di armonizzazione fra i laboratori in relazione ai dati tecnici inseriti nel sistema e la presenza di dati non accurati (es indicazione di limiti massimi errati). Tale mancanza di accuratezza non ha avuto impatto sulla valutazione di conformità dei campioni, ma ha comportato, in fase di elaborazione dei dati, l’esclusione di quelli non comprensibili e, quindi, di diversi campioni. Tali criticità potranno essere risolte migliorando il coordinamento fra i laboratori nonché rispettando le scadenze del Piano nazionale. Infine è risultata evidente una carente applicazione dell’articolo 2 del regolamento (CE) n.1881/2006.
Per approfondire, consulta:
- la pagina Contaminanti dell’area tematica Sicurezza alimentare
- la pagina Piani nazionali sulle sostanze indesiderabili negli alimenti
- la Relazione sul controllo delle micotossine negli alimenti, anno 2017
Fonte: Ministero della Salute