Il Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) è uno studio di coorte internazionale molto ampio effettuato su 136.384 individui, di età compresa tra i 35 e i 70 anni, provenienti da 21 paesi dei cinque continenti, di cui è stato registrato il consumo di latticini. La ricerca, coordinata dal Population Health Research Institute e dal Dipartimento di Health Research Methods, Evidence, and Impact della canadese McMaster University, in collaborazione con importanti università di tutto il mondo, è stata poi pubblicata su The Lancet, rivista scientifica inglese di ambito medico.

Lo studio ha analizzato gli effetti dell’assunzione di latte, yogurt e formaggi – in un periodo che va dal 2003 al 2018 – mostrando come il consumo sia associato ad una diminuzione del rischio di mortalità e della comparsa di malattie cardiovascolari, ponendosi pertanto in controtendenza con le linee guida dietetiche che raccomandano di ridurre al minimo il consumo di latticini interi, sulla base di preoccupazioni in merito all’effetto negativo che avrebbero sui lipidi nel sangue.

Perché un maggior consumo di latticini potrebbe ridurre le malattie cardiovascolari e la mortalità? Una vasta gamma di potenziali composti (e di correlati meccanismi d’azione) presenti in questi alimenti potrebbero apportare dei benefici alla salute. In studi meccanicistici, si è notato come le differenti caratteristiche dei latticini vadano ad influenzare diverse vie (come quella degli enzimi che convertono l’angiotensina e quella dell’osteocalcina), i rapporti con il microbioma intestinale e l’endotossiemia. Anche processi come la fermentazione e l’omogeneizzazione dei latticini potrebbero incidere sulla salute.

Nello studio sono state rilevate associazioni inverse fra consumo totale di latticini e mortalità o eventi di malattia cardiovascolare maggiore. Il rischio di ictus era per esempio nettamente inferiore dopo un aumento del consumo di prodotti lattiero-caseari. Nessuna correlazione è stata individuata tra un consumo più elevato di latticini e l’infarto miocardico. Nel complesso, l’assunzione di burro era bassa e non era significativamente correlata ad un aumentato del rischio di malattie cardiovascolari o di mortalità. Una meta-analisi di studi di coorte ha suggerito una diminuzione del rischio di ipertensione in seguito all’aumento del consumo di latte.

In conclusione, i risultati ottenuti dal Prospective Urban Rural Epidemiology (PURE) indicano che il consumo di latticini non dovrebbe essere disincentivato, anzi forse dovrebbe essere addirittura incoraggiato, specialmente nei paesi a basso e a medio reddito, dove il consumo di questi alimenti è molto inferiore rispetto a quello del Nord America e dell’Europa.

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