Le variabili da tenere in considerazione per pianificare l’avvio e la prosecuzione delle semine comprendono sia parametri intrinseci di campo, come la temperatura e l’umidità dei terreni, sia analisi più complesse relative ai dati meteorologici previsionali. La corretta strategia operativa consiste nell’approfittare tempestivamente delle condizioni favorevoli, facendosi trovare pronti nel seminare superfici importanti nelle finestre temporali disponibili.

Con il proseguo della campagna di semina dovremmo però essere preparati, adeguando di volta in volta la nostra operatività all’evoluzione delle condizioni dei suoli.

Inizio di primavera con scarse precipitazioni e temperature sopra la media

Se ci troviamo in questa condizione è facile pensare che i terreni siano stati preparati bene, per lo meno in una prima fase, e si sia sfruttato appieno il concetto di semina anticipata. La mancanza di pioggia, le temperature massime sopra la media e alcuni giorni di vento, possono però in breve tempo portarci ad una condizione limite, in termini di umidità utile, che ci porta a formulare alcune considerazioni sul da farsi:

    • Se sono previste piogge nel giro di 3-4 giorni con una buona probabilità, non faccio altro che continuare le semine, facendo ancor più attenzione a garantire l’uniforme profondità di deposizione.
    • Se non sono previste piogge e si instaura un periodo di stabilità prolungato posso agire in due modi:
      • Ipotesi 1: aspetto la pioggia per seminare. Potrebbe essere una strategia ma sappiamo che le finestre di semina di Maggio portano a cali produttivi quantificabili oltre al 20%, rispetto a periodi anticipati. Senza contare il fatto che i fronti perturbati primaverili, una volta posizionatisi, possono durare a lungo.
      • Ipotesi 2: sfrutto le temperature ed il periodo favorevole adottando accorgimenti agronomici adeguati.

Se scelgo la seconda strategia dovrò porre attenzione ad alcuni fattori determinanti quali: suolo, seminatrice, irrigazione.

Suolo. È fondamentale ridurre i passaggi e le inutili movimentazioni di terreno, specie in suoli variabili per tessitura. Il ricorso alla rullatura tempestiva, piena o packer, attuata prima della semina, può essere determinante nel salvaguardare l’umidità, specie se si sono utilizzati erpici rotanti. La situazione migliore la si incontra in suoli con buon tasso di sostanza organica ed arati.

Seminatrice. Se in condizioni favorevoli il seme deve essere deposto nell’umido, con almeno 1 cm di fresco sopra di esso, in condizioni estreme dovrò andare a cercare l’umidità approfondendo la deposizione. Si consiglia di non superare mai i 5 cm in caso di prima semina (fino a fine Aprile) specie su terreni limosi. In presenza di molto residuo o zolle di terreno duro superficiali, sarà necessaria un’adeguata regolazione degli stellari/scaccia residui così da collocare meglio il seme nella terra fine sottostante. L’utilizzo del premi seme e di corretti carichi sugli elementi di chiusura del solco aiuta ad aumentare il contatto tra seme ed umidità utile.

Irrigazione. La pratica irrigua, se applicata al mais in questo contesto, può essere più o meno proficua a seconda della situazione in cui ci troviamo:

  • Ho seminato da 12-15 giorni e noto una certa variabilità nell’emergenza. Con temperature elevate ed in presenza di vento, l’umidità del suolo cambia repentinamente e molto spesso in maniera variabile all’interno dello stesso appezzamento. Così, anche se ho seminato ad una profondità corretta, il diverso tasso di umidità che si viene a creare può in alcune zone essere sufficiente a far emergere la coltura, mentre in altre risulta appena sufficiente a far gonfiare il seme e a far partire i processi enzimatici al suo interno. In questo caso irrigare risolverebbe del tutto il problema? Generalmente no. Se a distanza di due settimane dalla semina abbiamo in campo sia piante emerse sia semi parzialmente imbibiti, l’apporto idrico non può far altro che aumentare il gap tra i diversi stadi, e sappiamo come questo vada ad influire sulla resa (fig. 1). In questo caso l’apporto idrico può solo in parte colmare la problematica che la stagione ci ha imposto.

Fig. 1. Come la variabilità nel timing di emergenza influisce sul potenziale produttivo. Nello stesso appezzamento la presenza contemporanea di più stadi è controproducente. Valori indicativi per semine su medio impasto 1° settimana di Aprile.

  • Ho seminato da 2-3 giorni e ho acqua disponibile, irrigo? Potrebbe essere una buona opzione. Anche in questo caso otterrò una certa variabilità in fase di emergenza, ma se apporto acqua prontamente, senza aspettare che l’umidità nel suolo cambi sensibilmente nel corso dei giorni, posso garantire un certo grado di uniformità. L’operazione sarà efficace solo se si potrà garantire un uniforme apporto idrico su tutta la superficie; solo 5 mm di differenza tra una zona e l’altra possono vanificare le performance dell’intervento irriguo. Si può considerare sufficiente un intervento di 20 mm, sempre con sistemi per aspersione, valutandone la fattibilità su terreni limosi predisponenti alla crosta. Attenzione alla temperatura dell’acqua che si utilizza: se proveniente da pozzo o risorgiva potrebbe essere troppo fredda e causare shock termico ai semi in germinazione e alle giovani plantule.