Il taglio degli unghioni – Scheda tecnica N. 37
Perché è importante
Il taglio degli unghioni assume un’importanza particolare soprattutto negli allevamenti a regime stallino, dove gli animali si muovono meno e dove la stabulazione prevede, spesso, una lettiera con abbondante paglia. In queste condizioni di stabulazione, il consumo delle unghie è ridotto e quindi la crescita delle stesse dev’essere tenuta sotto controllo. Nelle aziende caratterizzate da un regime estensivo, dove le capre hanno la possibilità di pascolare, si ha un consumo naturale delle unghie e quindi il pareggio diviene una pratica meno necessaria che, tuttavia, non dev’essere sottovalutata. Infatti può esserci comunque qualche soggetto che necessita di un intervento. Una buona cura delle unghie è importante per lo stato di benessere degli animali, in quanto con appiombi corretti gli animali si muovono meglio, ed hanno un accesso migliore alle diverse aree dell’allevamento (mangiatoia, zona di abbeverata, palchi di mungitura). L’operazione dev’essere effettuata ogni sei mesi o, al massimo, una volta all’anno.
Attrezzatura e modalità di intervento
Per il pareggio degli unghioni degli ovicaprini l’attrezzatura necessaria prevede un paio di guanti, delle forbici e, in caso di unghie molto trascurate o molto lunghe, un coltello e/o una tenaglia per un primo taglio grossolano. È preferibile che i guanti utilizzati siano in vicrile, poiché consentono una maggiore manualità nel contenere la capra oltre che nell’esecuzione dell’operazione rispetto a quelli da lavoro.
Esistono in commercio delle forbici specifiche per il pareggio degli unghioni degli ovicaprini, alcune delle quali presentano un’impugnatura ergonomica, in gomma e ruotante che segue il movimento delle dita e quindi risulta più maneggevole nel caso si debba effettuare l’operazione su tanti capi. In alternativa possono essere utilizzate delle forbici per la potatura che tuttavia presentano un piccolo spazio, tra le due lame, ove l’unghia si può inserire rendendo il taglio meno netto. È possibile osservare capre con unghie molto trascurate (lunghe e molto dure) soprattutto in ambienti secchi; in questo caso si rende necessario l’uso di coltelli e/o tenaglie per rimuovere le parti più grossolane consentendo un notevole risparmio di tempo e fatica. La manutenzione degli strumenti è molto importante al fine di aver delle lame ben affilate per effettuare il taglio. Infine è sempre bene avere a disposizione uno spray disinfettante, nel caso che il taglio sia stato effettuato troppo in profondità ed abbia causato dei piccoli sanguinamenti.
Per effettuare il pareggio degli unghioni la capra dev’essere posta in cattura e contenuta in modo diverso a seconda che si esegua il taglio sugli arti anteriori o posteriori:
Arti anteriori (Fig. 1A): ci si appoggia con la schiena alla rastrelliera, e ci si pone di fianco alla capra. Si solleva l’arto dell’animale e si appoggia la sua articolazione sul proprio stinco.
Arti posteriori (Fig. 1B): ci si pone a cavalcioni sulla capra, si solleva l’arto e lo si piega a livello del nodello.
Il taglio delle unghie deve procedere per gradi: dapprima si taglia la parete esterna cresciuta in eccesso rispetto al piano di appoggio, per poi rimuovere lo sporco (materiale di lettiera, feci, tessuto morto); si procede in seguito con la parete interna, con la suola e con la punta dell’unghia; il secondo unghione viene sottoposto ad un taglio più netto, avendo come riferimento l’unghia appena pareggiata. È importante anche liberare lo spazio fra i due unghioni in modo che non si accumuli materiale fra le due dita; per questa operazione può essere utile un coltello. Anche gli unghielli devono essere tagliati appena tendono ad allungarsi. Al termine del pareggio, l’unghione deve formare un angolo di circa 45-50˚ con il suolo (Fig. 2).
Se durante l’operazione la capra dovesse ribellarsi, in quanto affaticata dal contenimento e dalla posizione assunta, è bene interrompere momentaneamente le operazioni e lasciare che si riposi e che si riprenda.
Cosa evitare
Rispettare la frequenza del taglio degli unghioni è di fondamentale importanza al fine di non avere una sovra crescita della parete esterna verso l’esterno o l’interno del piede. In quest’ultimo caso, la parete copre la suola e sotto di essa si annidano feci, materiale di lettiera e batteri anaerobi (Fig. 3), con conseguente necrotizzazione del tessuto ed aumento del rischio di infezioni. Se così fosse, si deve intervenire tempestivamente, affinché l’unghia riassuma una forma normale (Fig. 4).
La rimozione degli abbozzi cornuali – Scheda tecnica N. 38
Perché è importante
Mediante la rimozione degli abbozzi cornuali è possibile prevenire la crescita delle corna di un capretto con lo scopo di ridurre il rischio di lesioni a carico di altre capre ed operatori, quali allevatori e/o veterinari. Questo intervento viene effettuato soprattutto nelle femmine che verranno stabulate in regime stallino, ove le corna possono essere utilizzate, soprattutto dai soggetti dominanti, come strumento di offesa per negare ad altri soggetti l’accesso alle risorse (come ad esempio la mangiatoia o un’area di riposo confortevole). Le lesioni procurate con le corna sono particolarmente gravi quando queste sono rivolte alle mammelle. In alcuni casi, infatti, dalla ferita fuoriesce latte e spesso, anche a seguito dell’intervento da parte del veterinario, il soggetto è da considerarsi perso, con conseguente danno economico per l’allevatore. La presenza di corna, inoltre, fa sì che le necessità di spazio individuale (alla mangiatoia o nell’area di riposo) siano maggiori che per le capre acorni. La rimozione degli abbozzi cornuali assume un’importanza minore quando le capre sono tenute al pascolo, dove i capi dominanti faticano a monopolizzare un’area estesa e dove l’accesso alle risorse non rappresenta un fattore limitante. La regolamentazione dell’allevamento biologico prevede che la decornazione debba essere autorizzata dall’autorità competente per motivi di sicurezza o al fine di migliorare la salute, il benessere o l’igiene degli animali. La sofferenza dev’essere in ogni caso ridotta al minimo applicando un’anestesia e/o analgesia sufficiente ed effettuando le operazioni all’età più opportuna ad opera di personale qualificato (art. 18, Reg. (CE) 889/2008).
Arco temporale e modalità
L’intervento di rimozione del bottone cornuale dev’essere effettuato su soggetti di età compresa fra i 7 e i 12 giorni dalla nascita (al massimo 14 giorni), quando l’abbozzo è ancora piccolo e non adeso al tessuto osseo sottostante. L’età a cui deve essere effettuato l’intervento varia in funzione del peso alla nascita dei soggetti stessi, come indicato nella tabella seguente:
La decornazione di una capra adulta, mediante rimozione chirurgica delle corna, crea un’apertura nella cavità frontale, e comporta quindi maggiore dolore rispetto alla rimozione degli abbozzi nel capretto, oltre a complicazioni come tempi prolungati di guarigione, scoli/infezioni, infiammazioni, ricrescita delle corna, deiscenza o anche morte; pertanto, se si desiderano capre adulte senza corna, è fortemente consigliato effettuare la rimozione degli abbozzi cornuali in giovane età.
Le tecniche di rimozione degli abbozzi cornuali usate per i capretti rappresentano l’adattamento di quelle usate per i vitelli (cauterizzazione, agenti caustici, metodi chirurgici); quella di gran lunga più utilizzata, e decisamente consigliata, prevede l’impiego di un cauterizzatore termico (elettrico o a gas), che viene portato ad una temperatura di circa 600 °C. Altre metodologie, come l’utilizzo di paste caustiche o della criochirurgia, procurano maggior dolore agli animali. Numerosi metodi alternativi sono oggetto di studio, anche se attualmente le evidenze scientifiche non ne suggeriscono l’impiego a causa della scarsa efficacia.
L’intervento deve essere effettuato da due operatori: uno deve tenere gli arti al capretto e l’altro, premendo la testa dell’animale sul proprio petto (lasciandogli liberi la bocca ed il naso), pratica la cauterizzazione. La procedura, della durata indicativa di un minuto circa per soggetto, prevede degli step, con delle pause fra uno e l’altro, per dar modo alla capretta di riprendersi:
- Prima bruciatura per rimuovere il pelo e la prima pelle, praticando dei movimenti rotatori (Fig. 1A);
- Seconda bruciatura, che mette in evidenza il bottone cornuale, identificabile con un anello bianco (Fig. 1B);
- Dopo ulteriori bruciature si scalza l’abbozzo cornuale (Fig. 1C), che si presenta con una consistenza elastica e gommosa. L’operazione si può considerare a questo punto conclusa; sarà visibile il tessuto osseo di colore bianco perlaceo (Fig. 1D). In caso di perdita di sangue, si consiglia di praticare un’ulteriore bruciatura per cauterizzare i vasi sanguigni;
- Utilizzo di un disinfettante spray non oleoso, in modo che il prodotto non coli provocando bruciature agli occhi del capretto (Fig. 1E);
- Pulizia dello strumento fra un capretto e l’altro, al fine di mantenerlo ben funzionante (Fig. 1F).
Quali sono i rischi
Il cranio dei capretti è più sottile di quello dei vitelli e pertanto il margine di danno termico all’encefalo è notevolmente ridotto. Le complicazioni più frequenti si devono alla necessità di praticare delle bruciature ripetute, all’inesperienza dell’operatore (troppa pressione esercitata con il cauterizzatore e/o per troppo tempo), o all’utilizzo di cauterizzatori di dimensioni non adeguate (di solito di diametro insufficiente). A seguito del danno termico a carico del cranio e dell’encefalo si può riscontrare una sintomatologia nervosa, meningiti, poliencefalomalacia, infezioni, infarto cerebrale emorragico ed aumento del rischio di mortalità. L’uso di agenti caustici può comportare bruciature all’apparato mammario delle femmine o al volto dei capretti se l’agente chimico è trasferito ad un’altra area del corpo mediante strofinamento su oggetti o se cola sul volto in caso di pioggia.
Quando la rimozione degli abbozzi cornuali è da considerarsi impropria?
La presenza di residui di corna sul capo degli animali denuncia l’insuccesso della rimozione degli abbozzi cornuali. L’importanza di una buona riuscita dell’intervento deriva dal fatto che i residui, spesso deformati, possono premere contro la testa o gli occhi, causando lesioni e dolore, ed essere causa di ulteriore sofferenza e stress nell’eventualità in cui essi si incastrino nei recinti e nelle pareti divisorie. La presenza di questi abbozzi di corna deformi è la prova di una rimozione effettuata in modo incompleto o in ritardo rispetto ai tempi previsti, ben oltre i 12 – 14 gg di limite massimo.
Raccomandazioni pratiche
L’utilizzo dell’analgesia e dell’anestesia locale o totale è da incoraggiare, in quanto consente di minimizzare il dolore e una sofferenza non necessaria alle caprette. Tuttavia, l’anestesia locale nei capretti appena nati è poco efficace, per la difficoltà di desensibilizzare la zona, in quanto molto più innervata rispetto ai vitelli. In Svizzera, la rimozione degli abbozzi cornuali dev’essere effettuata per legge sotto anestesia totale. Questa opzione, considerata più sicura dell’anestesia locale, non è comunque scevra di inconvenienti: un dosaggio o un posizionamento dell’animale sbagliati, così come una temperatura ambiente troppo alta o troppo bassa, possono essere causa del collasso cardiocircolatorio dell’animale sul quale si interviene. Per tali ragioni, la rimozione degli abbozzi cornuali deve sempre essere eseguita da personale adeguatamente preparato e sotto controllo veterinario. I regolamenti nazionali svizzeri vietano inoltre l’utilizzo di anelli elastici e di sostanze corrosive per l’asportazione delle corna o della base delle corna.
Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA. Anche Ruminantia ha parlato del progetto in questo breve articolo.
DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.