Sono ormai moltissimi anni che, negli allevamenti delle bovine da latte, i vitelli vengono precocemente allontanati dalla madre dopo il parto ed allattati o con latte materno o con sostituti artificiali. Quest’ultima pratica è stata introdotta nel 1950 ed è molto diffusa in tutto il mondo.

Nonostante questa premessa, sono ancora molti i dubbi che gli allevatori hanno su come gestire al meglio l’allattamento artificiale delle vitelle destinate a diventare vacche in lattazione. Un’erronea alimentazione e gestione di questi animali può causare elevata mortalità, un non corretto sviluppo corporeo e della mammella, una bassa produzione dopo il primo parto ed addirittura danni epigenetici.

Ma quali sono questi dubbi?

Il primo riguarda quante volte al giorno sia meglio dare il latte ai vitelli: una, due, tre o a volontà? Il secondo dubbio è relativo a quale debba essere la migliore composizione analitica del sostituto del latte per quanto riguarda la concentrazione di grasso e proteine mentre il terzo è se sia meglio che nel sostituto del latte ci sia, e in quale percentuale, la polvere di latte.

Per dare le migliori risposte Ruminantia® ha deciso per questa volta di non consultare la scienza ma di chiedere alla “vox populi” ed a chi produce e distribuisce i sostituti del latte. L’esperienza empirica e le tante prove di campo che l’industria fa hanno un valore che può essere complementare alle evidenze scientifiche.

Come primo passo, abbiamo consultato i risultati dell’indagine statunitense Dairy Cattle Management Practices in the USA (Dairy 2014), coordinata dal National Animal Health Monitoring System (NAHMS) dell’USDA e pubblicata a Febbraio 2016. Questo osservatorio raccoglie ed elabora i dati provenienti dal 76.7% degli allevamenti e dall’80.3% delle bovine da latte allevate negli Stati Uniti. Utilizziamo questi dati perché sia in Italia che in Europa non esiste un osservatorio statistico di così alta rilevanza e significatività.

Secondo quanto riportato nel report:

  • Il 49.9% degli allevamenti utilizza sostituti del latte (milk replacer) sul 53% degli animali.
  • Lo svezzamento avviene mediamente a 9 settimane.
  • Negli allevamenti che utilizzano sostituti del latte, il 58.7% li sceglie con il 20% di proteina, il 30.5% al 21-24% ed il 9% con una concentrazione proteica tra il 25 e il 29%.
  • Relativamente alla concentrazione di grassi, la maggioranza (81.7%) degli utilizzatori di sostituti del latte preferisce quelli al 20% mentre il 9.5% utilizza quelli con una concentrazione tra il 21 e il 24%.
  • Il 77.2% degli allevamenti somministra il latte ai vitelli tramite una bottiglia mentre il 72.3% utilizza il secchio.
  • Il 94.4% degli allevamenti del campione USA scelto dal NAHMS Dairy 2014 somministra il latte due volte al giorno, lo 0.8% una volta al giorno, il 2.9% 3 volte e l’1.5% lo somministra a volontà.
  • Interessante è confrontarsi con la realtà statunitense relativamente alla quantità di latte somministrato per ogni pasto. Il dato verrà riportato arrotondandolo per eccesso perché espresso nel report in quarti (qt). Il 57.7% degli allevamenti ne somministra 2 kg a pasto, il 20.3% più di 2 ma meno di 4 mentre il 22% utilizza più di 4 Kg. Negli Usa si considera tradizionale la somministrazione di 4 Kg di latte, materno o succedaneo, al giorno, ma la realtà sembra molto diversa, anche se il 54.3% delle aziende somministra al giorno dai 4 ai 5 Kg di latte.
  • Il 61.1% degli allevamenti modifica la quantità di latte offerta in funzione dell’età e del peso dei vitelli.

La realtà zootecnica statunitense è per molti aspetti differente da quella europea ed italiana per cui per chiarirci ulteriormente le idee abbiamo posto alcune domande circa il miglior utilizzo dei sostituti del latte ad alcuni tra i più importanti produttori europei: Denkavit, Trouw nutrition e Volac.

Prima domanda: secondo la vostra esperienza empirica e scientifica, qual è il numero di pasti di latte al giorno raccomandabile per vitelle da rimonta di razze da latte? E quali sono le quantità raccomandate per pasto?

Trouw nutrition

Allevare un vitello è un investimento importante per un’azienda di vacche da latte. I primi mesi di vita del vitello sono cruciali per garantirgli una carriera produttiva di successo. Attraverso gli studi scientifici alla base del nostro programma metabolico LifeStart è possibile dare piena espressione del loro potenziale genetico.

Il nostro programma LifeStart consiglia di fare 3 pasti nei primissimi giorni di allattamento per poi passare a 2 pasti al giorno, questo permetterà di somministrare da subito delle quantità di latte importanti, beneficiando poi l’accrescimento giornaliero del giovane vitello.

Denkavit

I vitelli in natura si alimentano dalla madre fino a 20 volte al giorno assumendo piccole quantità di latte per pasto, il sistema di alimentazione ad libitum è quindi quello che si avvicina di più alla loro fisiologia. Anche se l’interesse per questo metodo è in aumento, la pratica più adottata dagli allevatori è quella di fornire ai vitelli 2 pasti al giorno, questo in genere funziona bene se si presta attenzione al volume massimo di latte per pasto da somministrare al vitello che non deve superare il 5% del suo peso corporeo, specialmente nelle prime due settimane di vita. Il miglior compromesso tra l’alimentazione ad libitum ed i 2 pasti al giorno è quindi un sistema di 3 pasti al giorno nelle prime tre settimane di vita, per poi passare ad una frequenza di 2 volte al giorno.

Volac

In maniera molto schematica raccomandiamo due pasti al giorno da 3,5/4 litri ciascuno, in modo da garantire l’ingestione giornaliera di circa 1 Kg di sostitutivo del latte. Molto consigliata durante il periodo invernale la distribuzione in tre pasti giornalieri.

Seconda domanda: la presenza nel sostituto del latte della polvere di latte è così importante per la salute e la crescita dei vitelli? Se sì, c’è un minimo raccomandabile?

Volac

Per l’alimentazione delle vitelle da rimonta di razze da latte, i prodotti a base di proteine da siero di latte hanno dimostrato di garantire risultati eccellenti in termini di incrementi ponderali giornalieri (anche 1 Kg/capo/giorno), e soprattutto di consentire un ottimo sviluppo della statura e della struttura scheletrica della vitella. Ovviamente è necessario prestare attenzione alle indicazioni riportate sul cartellino dei sostitutivi del latte che ci possono fornire informazioni anche relative alla digeribilità degli stessi.

Denkavit

Un sostituto del latte a base siero (WPC) fornisce gli stessi risultati di un suo omologo a base di polvere di latte scremato (SMP). Questo lo abbiamo riscontrato sia in svariate prove condotte nella nostra stalla sperimentale sia dai risultati della ricerca internazionale. La spiegazione sta nel fatto che il profilo aminoacidico e la biodisponibilità delle due fonti proteiche sono i medesimi. Quello che fa la differenza è la qualità delle materie prime di partenza. Se si decide di utilizzare un prodotto a base di polvere di latte scremato è necessario includere almeno il 18% di SMP in modo che la cagliata possa avvenire nell’abomaso. In caso contrario, c’è il rischio che la caseina arrivi intatta all’intestino creando qualche problema ai giovani vitelli.

Trouw Nutrition

Trouw Nutrition, attraverso il programma LifeStart, raccomanda prodotti con un minimo del 30% di polvere di latte magro; grazie alla nostra tecnologia di produzione riusciamo a bilanciare al meglio le materie prime lattiero-casearie lavorando sul parametro fisiologico dell’osmolalità al fine di garantire una miglior crescita dell’animale con l’obiettivo di salvaguardare il benessere e la salute.

Terza domanda: quali sono le concentrazioni ideali di grasso e proteina del sostituto del latte?

Denkavit

Il nostro miglior prodotto ha un livello di proteine del 23% e un contenuto di grassi del 20%. Potrebbe però risultare riduttivo soffermarsi solo sulle semplici percentuali riportate sui cartellini. Piuttosto, è fondamentale che un prodotto rispetti il giusto rapporto tra proteine digeribili ed energia metabolizzabile. Oltre al top di gamma, proponiamo anche altre soluzioni con caratteristiche e prezzi diversi, tutto dipende dagli obbiettivi del singolo allevatore.

Volac

Livelli proteici compresi tra 24 e 26% e livelli lipidici compresi tra 18 e 20% sembrano essere la soluzione più bilanciata per assicurare accrescimenti ottimali.

Trouw Nutrition

Storicamente si è sempre lavorato con un tenore di grassi attorno al 20% – 22% di proteina.

Noi reputiamo che questa soluzione sia ancora valida ma, grazie agli studi scientifici del nostro programma LifeStart ed alla nostra tecnologia produttiva, oggi riusciamo a lavorare con tenori di grassi ben più elevati per migliorare in modo sicuro la delicata fase iniziale ed incrementare in modo fondamentale gli accrescimenti a fine svezzamento. Per rendere possibile tutto questo, dobbiamo omogeneizzare i grassi ed abbassare l’osmolalità del latte in polvere.

Occorre somministrare ai vitelli un latte in polvere che offra tutti i benefici del latte di vacca e molti altri ancora, il latte in polvere deve quindi essere bilanciato per affrontare i fabbisogni nutrizionali ed energetici che variano con la crescita.

Quarta domanda: consigliate uno svezzamento precoce o uno più tardivo?

Trouw Nutrition

Se si vogliono ottenere performance di crescita elevate nella fase dello svezzamento, il periodo minimo di allattamento è di 70 giorni di vita, tenendo sempre in considerazione fattori primari quali lo stato di salute generale del vitello, il peso alla nascita ed il consumo giornaliero di mangime.

Denkavit

Il nostro consiglio è quello di svezzare i vitelli in funzione del consumo di concentrati e foraggi grossolani. Quando l’ingestione giornaliera di mangime starter è pari ad 1 Kg si può iniziare a ridurre la quantità di latte da somministrare al vitello. Lo svezzamento può avvenire quando i vitelli consumano 2 Kg di mangime starter al giorno. Un sostituto del latte in polvere con alte percentuali di SMP o molto ricco in grassi e proteine ritarderà l’assunzione di mangime starter e quindi la possibilità di svezzarlo per tempo. E’ stato dimostrato scientificamente che una scheda alimentare intensiva offre la possibilità di influenzare positivamente la produzione di latte alla prima lattazione, più dello svezzamento precoce o tardivo del vitello.

Volac

Premesso che la vitella dovrebbe essere svezzata al raggiungimento di un determinato peso e di una determinata statura, e non al raggiungimento del giorno stabilito indipendentemente dallo sviluppo, è generalmente consigliabile procedere con l’allattamento artificiale almeno fino al 70° giorno di età.

Quinta domanda: le allattatrici automatiche (Automatic Calf Milk Feeders) sembrerebbero migliorare la salute e la nutrizione dei vitelli, oltre ad essere un metodo “gradito” da parte dei consumatori. Ne prevedete una maggiore diffusione?

Volac

E’ fondamentale che l’allattatrice automatica non appaia agli occhi dell’allevatore come un mezzo che consente di dedicare meno tempo alla vitellaia, ma come uno strumento fondamentale per migliorare la gestione e la qualità delle vitelle. Se l’allevatore è disposto a dedicare tempo alla programmazione e alla lettura e interpretazione dei dati, sicuramente si possono raggiungere risultati eccellenti che depongono a favore di una marcata diffusione di questo sistema di allevamento.

Denkavit

Gli alimentatori automatici per vitelli possono portare grandi vantaggi in termini di performance e di flessibilità del lavoro in stalla. La loro diffusione dipenderà molto dalla rete distributiva e dalla qualità del servizio post-vendita delle diverse case produttrici. Anche un alimentatore automatico deve adattarsi alle esigenze del singolo allevatore. È necessario seguire scrupolosamente alcune linee guida per l’applicazione corretta del sistema. Per ottenere un buon risultato è importante tenere conto delle dimensioni del gruppo, dell’igiene ecc. Inoltre, è necessario continuare a controllare i vitelli almeno 2 volte al giorno per evitare allarmi e problemi sanitari.

Trouw Nutrition

Quelle di ultima generazione permettono di somministrare giornalmente importanti quantità di latte a vitelli alloggiati singolarmente nei primi 40 giorni di vita per poi passare ad essere gestiti dalla stessa macchina ma in box multipli, adottando piani alimentari che favoriscono anche il consumo di mangime.

Dai primi nostri riscontri, questo permette di raddoppiare il peso nei primi 40/45 giorni di vita con innumerevoli vantaggi nella seconda parte dello svezzamento.

Comunque, prima di investire in queste soluzioni bisogna sempre tenere in considerazione la tipologia di gestione e gli spazi destinati alla delicata fase dello svezzamento. Non è detto infatti che questi sistemi possano dare benefici a tutte le Aziende Agricole, è quindi fondamentale investire sul management ancor prima di investire sulle strutture affinché l’utilizzo dell’alimentatore automatico possa esprimere appieno il potenziale di crescita dell’animale.

 

 

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