Una delle poche certezze del COVID-19 è che non si trasmette attraverso gli alimenti.
“Covid in Germania, il contagio riparte nei mattatoi” questo il titolo di un recente articolo pubblicato sul web, accanto c’è una foto di una stalla di sosta (ambiente in cui gli animali sostano prima di essere macellati). Il titolo e l’immagine innescano nel lettore un’idea errata, ma le informazioni riportate nell’articolo sono chiare: il focolaio è relativo al contagio delle maestranze che lavorano nel macello, operai stagionali che vivono nella stessa comunità.
Questo è un esempio di disinformazione, non proprio di una fake news, ma il titolo è davvero forviante perché una delle poche certezze del COVID-19 è che non si trasmette attraverso gli alimenti. Nonostante l’ampiezza della pandemia, fino ad oggi non vi è stata nessuna relazione tra la trasmissione di COVID-19 e il consumo di alimenti. Pertanto, come affermato dall’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare, non vi sono prove del fatto che gli alimenti rappresentino un rischio per la salute pubblica in relazione al COVID-19.
Tuttavia in passato i settori degli alimenti e dei mangimi sono stati più volte investiti da gravi crisi, tra queste la BSE negli anni ’90, la diossina nel 1999, l’Escherichia coli (VTEC) nei germogli nel 2011. Crisi che hanno causato decessi e che, inoltre, hanno avuto un impatto tremendo sull’economia europea. Tutto ciò ha determinato una politica precisa in ambito comunitario, concretizzatasi nel 2002 nell’emanazione del Regolamento (UE) n. 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Nel quale sono stabiliti i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare e successivamente porta alla pubblicazione di un corposo quadro normativo che stabilisce i requisiti di igiene generali e specifici, fino all’ultimo Regolamento relativo ai controlli ufficiali Regolamento (UE) 625/2017
ed ai successivi regolamenti delegati e di esecuzione del maggio 2019.
In ogni caso, secondo l’EFSA è molto poco probabile che si possa contrarre il COVID-19 da attività quali la manipolazione degli alimenti. E inoltre ha dichiarato che attualmente non esistono prove del fatto che gli alimenti siano una probabile fonte o via di trasmissione del virus, mancando qualsiasi tipo di evidenza scientifica.
Bibliografia: https://www.efsa.europa.eu/en/news/coronavirus-no-evidence-food-source-or-transmission-route
Autori: Nicoletta Murru e Maria Francesca Peruzy
Questo articolo è frutto dell’iniziativa avviata da un gruppo di docenti del Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università di Napoli Federico II che ha ideato e realizzato una rubrica intitolata “Un Mondo di Bufale” in cui sono smentiti i falsi miti riguardanti il mondo degli animali, delle produzioni agrozootecniche e degli alimenti.