L’anno 2020 verrà ricordato come quello della pandemia. Una sciagura di proporzioni immani che ha sconvolto le nostre esistenze e profondamente cambiato le abitudini. In piena seconda ondata combattiamo ancora contro un virus malefico che circola in maniera molto diffusa tra noi con la speranza di avere a disposizione quanto prima cure efficaci. Eppure c’è un altro virus ancora più pericoloso che dilaga e che può minare la fiducia della popolazione nei confronti della scienza o, in generale, delle autorità. Questo è il virus delle fake news.
Un fenomeno da non sottovalutare visto che la metà degli italiani ammette di aver creduto almeno una volta alle fake news e, secondo uno studio recente, la maggior parte non riesce a distinguere una notizia “bufala” sul web. Le notizie false sono sempre esistite ma oggi, al tempo di internet e dei social, il fenomeno è amplificato diventando un’emergenza sociale e culturale. Come mai siamo propensi a credere alle fake news? Moltissimi sono i motivi. In primis, la velocità, vera e propria cifra del nostro tempo, ci impedisce di attivare meccanismi di pensiero razionale per discriminare il vero dal falso. Ciò diventa ancora più difficile se pensiamo alla quantità di informazioni che ci raggiunge, per cui tendiamo a credere a ciò che è più immediato che spesso conferma un nostro pregiudizio. Spesso poi le notizie false forniscono risposte semplici a problemi complessi e, nel caso di COVID-19, propongono soluzioni ad interrogativi a cui per ora nemmeno gli scienziati sanno rispondere. Generalmente, poi si è più propensi a credere a ciò ci fa sentire più accettati nel gruppo di riferimento sociale anche se si tratta di una fake news. E il fenomeno è assolutamente trasversale nei vari ceti della società. Una volta poi che la bufala mediatica si è diffusa diventa difficilissimo scardinarla. Come possiamo evitare di cadere nella trappola delle Fake news?
Innanzitutto, bisogna verificare se la notizia viene ripresa anche da altre fonti ufficiali facendo riferimento a siti web di Università, istituzioni scientifiche o centri di ricerca accreditati che si occupano dell’argomento in questione. Una volta appurato che si tratta di una bufala questa và smentita immediatamente ripristinando la verità tanto più se le fake news riguardano malattie o tematiche relative alla salute.
Per combattere il virus delle fake news un gruppo di docenti del Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università di Napoli Federico II (Professori Borzacchiello, Murru, Calabrò, Roperto e Sigr. Calamo) ha ideato e realizzato una rubrica intitolata “Un Mondo di Bufale” in cui sono smentiti i falsi miti riguardanti il mondo degli animali, delle produzioni agrozootecniche e degli alimenti. “Un Mondo di Bufale” è una pubblicazione gratuita che si può liberamente scaricare dal sito del Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali.
Quest’iniziativa nasce con la consapevolezza che l’informazione rende i cittadini più consapevoli e dunque liberi di scegliere. Ma solo a patto che sia una informazione corretta. La battaglia contro le fake news riguarda ognuno di noi perché questa è una battaglia di civiltà e per la libertà.