Questo è il periodo dell’anno dove si fanno le analisi dei nuovi insilati, siano essi di cereali autunno vernini, d’erba o di mais. Approntare razioni senza aver analizzato gli insilati, e magari senza neanche averli visti, è una pratica potenzialmente molto pericolosa.
Le analisi sono di fondamentale importanza perché permettono di valutare il valore nutrizionale e la sanità di questi alimenti. Se gli insilati provengono da terreni omogenei è bene analizzare una trincea o un silos bag qualche giorno dopo l’apertura e dopo qualche settimana da quando si è entrati all’interno. Se invece l’insilato stoccato è di provenienza eterogenea è bene aumentare la frequenza dei controlli.
Le analisi degli insilati servono anche a verificare la qualità della varietà seminata, se le operazioni agronomiche come la concimazione e l’irrigazione siano state effettuate correttamente e se gli additivi aggiunti hanno “funzionato”.
I parametri analizzabili sono moltissimi ma, se ci sono limiti al budget destinato alle analisi, si inizia in genere con il pacchetto “basic” costituito dalla sostanza secca, la proteina grezza, gli amidi, le ceneri, l’estratto etereo, NDF, ADF, ADL, il pH, il profilo fermentativo (acido lattico, acido acetico, acido propionico e acido butirrico) e l’azoto ammoniacale. Se il budget disponibile è “ultra-basic”, c’è l’urgenza di fare le razioni o se il nutrizionista è dotato di una sufficiente esperienza, basta conoscere la sostanza secca e l’amido per approntare una razione.
Analisi della stessa trincea effettuate presso laboratori diversi danno risultati a volte neanche confrontabili e questo mette molto in imbarazzo allevatori, alimentaristi e nutrizionisti. Personalmente, in questi casi mi comporto così. Il primo dubbio che mi pongo è se il campionamento dell’insilato da analizzare sia stato effettuato correttamente. La seconda domanda che mi faccio è verificare se il laboratorio sia “di chiara fama”, e cioè se effettua molte analisi, con strumenti tarati e se le curve NIRS sono aggiornate.
Prima d’inserire i risultati analitici nel software di razionamento o esprimere giudizi sull’insilato è bene verificare se i dati sono plausibili.
Se il nutrizionista e l’allevatore non si accontentano del pacchetto “basic”, perché hanno mandrie molto produttive, ci tengono molto alla salute e alla fertilità degli animali e gestiscono correttamente il conto economico, chiedono al laboratorio d’analisi informazioni più complesse, specialmente se per fare le razioni utilizzano il CNCPS.
E’ bene ricordare che le capacità previsionali del CNCPS, e quindi la sua affidabilità, sono direttamente proporzionali alla qualità e alla completezza delle informazioni sugli alimenti che siamo in grado di fornirgli.
Per comprendere meglio il profilo azotato dell’insilato, e quindi scegliere tra i concentrati disponibili quelli più adatti e più “complementari”, si possono analizzare, oltre alla proteina grezza, anche la sua frazione solubile, l’ammoniaca, la frazione proteica insolubile nel detergente acido (ADIP) e quella insolubile nel detergente neutro (NDIP).
Molto importante è il profilo dei carboidrati. Oltre ai classici amido, zuccheri e NDF-ADF-ADL, oggi si dispone dell’aNDF, dell’aNDFom (ossia l’NDF disponibile della sostanza organica) e delle frazioni di NDF digeribili e indigeribili a 12, 30, 120 e 240 ore. Queste informazioni mettono in condizione i nutrizionisti di valutare la digeribilità complessiva delle emicellulose e delle cellulose e permettono al CNCPS di stimare, unitamente alle informazioni sul profilo azotato, il tasso di crescita del microbioma ruminale, e quindi la proteina metabolizzabile di origine batterica e gli acidi grassi volatili prodotti.
Il profilo minerale di un insilato e di tutti gli altri alimenti è di fondamentale importanza per quantificare correttamente le eventuali aggiunte da fare alle razioni di macrominerali e oligoelementi. Eccessi e carenze minerali hanno un impatto negativo sulla salute degli animali e sull’ambiente. La tecnologia XRF, di cui alcuni laboratori sono dotati, permette di eseguire i profili minerali degli alimenti zootecnici a costi contenuti e con risultati molto affidabili.
Da non trascurare l’esecuzione routinaria di un’analisi quantitativa dei nitrati e delle micotossine.