Ruminantia®, nell’ambito del progetto della Stalla Etica®, sta cercando e proponendo delle soluzioni pratiche per contrastare il calo dei consumi dei prodotti del latte.
Il dato allarmante è che sono proprio i giovani (under 34) la fascia di persone dove questo fenomeno è più evidente. Secondo il consumer panel Ismea-Nielsen, dal 2012 al 2016 il calo dei consumi negli under 34 è arrivato al 21% e questo significa che il settore lattiero-caseario sta perdendo il futuro oltre che parte del presente.
I giovani in Italia non sono tra le priorità di nessuno e il loro mondo inascoltato viene spesso rappresentato con facili luoghi comuni. Ruminantia invece li ha voluti incontrare a Perugia in un focus group per ascoltarli e porre loro due semplici domande.
- Come immagini l’allevamento delle bovine da latte?
- Pensi che i prodotti del latte facciano male o che siano importanti per la salute dell’uomo?
Giovanni Minelli, studente del Dipartimento di Veterinaria di Perugia, ha costituito un gruppo di studenti seguendo il criterio della casualità e dell’interesse per l’argomento tra i dipartimenti di Giurisprudenza, Medicina, Ingegneria, Veterinaria, Lettere e filosofia, Scienze politiche, Economia e Commercio, Scienza della Formazione, Agraria, Lingue straniere, Biologia della nutrizione e Giornalismo dell’Ateneo di Perugia.
Per questo “esperimento” abbiamo avuto il pieno appoggio del Rettore Franco Moriconi e l’ospitalità del Dipartimento di Veterinaria il cui direttore, Luca Mechelli, ha da subito pienamente condiviso l’iniziativa.
Per dare un contesto scientifico al focus group ci siamo fatti aiutare da Alberto Giulio Cianci, professore di Diritto Privato a Scienze Politiche.
Presenti all’incontro un gruppo di docenti del Dipartimento di Veterinaria e il gruppo di Francesco Galli che si occupa di nutrizione umana nel Dipartimento di Scienze Farmaceutiche sempre dell’Università degli Studi di Perugia. Presente quasi al completo anche la redazione di Ruminantia.
E’ stato detto agli studenti che erano loro i protagonisti della serata e che tutti i Professori, Direttori, Presidenti e quant’altro erano lì solo per ascoltarli in veste di semplici cittadini.
Non avevamo bisogno di ulteriori conferme del fatto che quando si dà la parola ai giovani e li si lascia esprimere con il loro linguaggio e con il tempo dovuto, si ascolta non solo il presente ma soprattutto il futuro.
Il gruppo dei giovani era estremamente eterogeneo. Donne e uomini, del centro-sud e del nord, onnivori e vegani, provenienti da città e campagne e con percorsi didattici in discipline umanistiche e scientifiche.
Nonostante questa profonda eterogeneità una conclusione ha prevalso su tutte. La gente, soprattutto i giovani, non conosce cosa c’è dietro i prodotti del latte ed ha degli allevamenti una percezione tendenzialmente negativa anche se spesso consapevole del fatto che alcuni media hanno volutamente, per l’interesse personale di alcuni giornalisti, esasperato in negativo questa non conoscenza. La prima cosa che ha generato confusione è stato il capire che differenza c’è tra una mucca e una vacca, perché nessuno glielo ha mai spiegato. Tutte le infrastrutture come auto-catturanti, cuccette e cancelli vengono percepite come gabbie dove le bovine “ammassate” vengono sfruttate. Gli viene tolto il vitello alla nascita e sono fecondate contro la loro volontà. Sorprendente la riflessione di due studenti che con stupore hanno constatato che gli allevatori che hanno casualmente conosciuto hanno un rapporto affettivo e personale con le vacche. Aspetto che per un buon allevatore è la normalità.
Non vogliamo scivolare in un qualunquismo che non ci appartiene e rinnegare il patto dogmatico che Ruminantia ha fatto con la comunità scientifica, ma la “lezione” pacata, intelligente e argomentata che ci hanno impartito i giovani a Perugia ci è ha veramente aperto gli occhi. Abbiamo proposto loro un secondo round in un allevamento di vacche, di quelli chiamati intensivi, da visitare insieme per raccogliere meglio le loro sensazioni e capire dove stiamo sbagliando. Perché la nostra filiera sta sicuramente sbagliando qualcosa.
Per testimoniare agli studenti l’interesse generale del mondo occidentale verso il benessere animale, Alberto Cianci ha invitato in una diretta Skype la Prof.ssa Gabriela Steier della Food Law International LLP.
Ringraziamo Lorenzo Moscioni, Francesca Mori, Chiara Occhi Grossi, Amedeo Ambrosini, Tilo Gonzalez, Andrea Sebastiani, Martina Schiattarella, Stefano Mearini, Chiara Scialdone, Alessandro Lorenzi, Marcello Iraci, Pietro Frascarelli, Giulia Baciucco, Giulio Francesco, Marco Aceto, Elisa Giuli, Dario di Piazza, Ginevra Catamo, Alberta Capobianco, Emiliana Magnelli, Athos Caviglioli, Pasquale Galante, Pietro Adami e Cristina Mastronicola per le due ore che ci hanno dedicato e soprattutto ancora Giovanni Minelli per avere sapientemente costituito questo gruppo.
Ringraziamo anche l’Ateneo di Perugia e il Dipartimento di Veterinaria per la grande sensibilità mostrata.
Ruminantia ha assolto al suo dovere, prima di capire e poi d’informare. Ora spetta all’industria lattiero-casearia e alle associazioni il compito di aprire un dialogo sereno e maturo con la gente per rassicurarla del fatto che dietro la produzione del latte non c’è la sofferenza. E’ ora compito di allevatori e professionisti rivedere profondamente alcune scelte tecniche e il linguaggio, ed è dovere dell’industria, che offre beni strumentali agli allevatori, ristrutturare l’ offerta di prodotti e servizi e il modo di comunicare. Il compito di tutti noi è quello di “isolare” duramente gli allevatori negligenti, alla stregua di quando si elimina da un cesto una mela marcia per non rovinare tutte le altre.
Lasciamo ad un linguaggio del passato termini come “macchine da latte”, performance, protocolli, allevatore-imprenditore e quant’altro per riqualificare la produzione del latte ed evitare che atteggiamenti irrazionali privino le fasce più bisognose di attenzione della popolazione, come le donne gestanti, i bambini e gli anziani, di latte e carne condannando ad un futuro fosco la nostra zootecnia. Di tempo ce n’è ancora ma non molto.
Pubblicheremo a breve il video del focus group.