Alleviamo le caprette: le prime cure – Scheda n° 15

Perché è importante

La nascita ed i primi giorni di vita sono i momenti più critici e decisivi per lo sviluppo dei capretti. In questa fase di intenso lavoro per gli allevatori, bisogna gestire efficacemente tutta una serie di aspetti che sono essenziali per ottenere una corretta crescita. Alcuni semplici accorgimenti nelle primissime ore di vita del capretto, e nelle settimane immediatamente successive al parto, permetteranno di gettare le basi per un gregge sano e performante. Errori o dimenticanze rischieranno invece di compromettere le difese immunitarie dei redi, nonché le loro capacità produttive. Obiettivo: avere capretti sani e vitali, con una mortalità neo natale ≤ al 2% e ottenere una crescita corretta con una alimentazione adeguata a base di colostro e latte.

Dopo il parto

dopo un parto normale il neonato si anima subito, effettuando respiri profondi ed espellendo muco dal naso e dalla bocca tramite violenti sbruffi e scuotimenti di testa. Di seguito le operazioni da eseguire nei primissimi momenti di vita:

Aspetti sanitari:

  • Assicurare la buona circolazione sanguigna e combattere lo shock termico mediante azioni di strofinamento e asciugatura;
  • in caso di specifiche profilassi sanitarie (CAEV, Paratubercolosi, Malattia degli ascessi…) separare immediatamente i nati dalle madri per evitare qualsiasi contatto: leccamento, suzione del colostro materno (in alternativa usare: colostro artificiale, colostro materno termizzato, colostro bovino);
  • somministrare almeno 200 g di colostro materno o materno termizzato (56°C per 1 ora), artificiale o bovino entro le prime 2 ore dalla nascita (vedi scheda “Colostro e latte”);
  • effettuare immediatamente disinfezione del cordone ombelicale con tintura di iodio, immergendolo interamente fino attacco addominale;
  • in caso di emorragia del cordone ombelicale, utilizzare una pinza emostatica da lasciare attaccata per qualche minuto, per far cessare il flusso di sangue. In assenza di pinza si può stingere il cordone con le dita, avendo ovviamene cura di disinfettarle accuratamente prima del contatto;
  • allontanare al più presto la placenta ed i residui del parto dalla lettiera, rinnovando la lettiera sporca e aggiungendo paglia pulita.

Cosa fare se il capretto non si presenta vitale in seguito alla nascita:

  • Rianimarlo e stimolare il riflesso alla respirazione, afferrando il capretto per i garretti ed imprimendo dei movimenti oscillatori o addirittura rotatori, in modo che il liquido inalato esca dall’apparato respiratorio;
  • in alternativa, spruzzare acqua fredda sulla nuca e nelle orecchie, solleticando con una pagliuzza le narici, oppure facendogli annusare un po’ di aceto;
  • evitare di soffiare nelle narici e in bocca.

Aspetti gestionali:

  • Se si separano i capretti dalle madri, per ragioni sanitarie o di scelta gestionale, collocarli in una “nursery” (piccoli box, ceste in legno o plastica) su paglia asciutta e pulita attrezzate con lampade a infrarosso (100 Watt) per assicurare una temperatura diffusa e di confort di 13 – 20 C° (primi 5 giorni di vita) (Fig. 1). Attenzione a distribuire in modo omogeneo le lampade per evitare l’effetto mucchio (rischio mortalità da soffocamento);
  • identificare i nati scelti per allevamento con marche auricolari (Tip Tag), registrando data parto, madre e padre (monta naturale/inseminazione artificiale); registrare anche i nati morti o malformati, parti difficoltosi;
  • controllare ed annotare l’eventuale presenza di tare morfo-genetiche: doppi capezzoli, capezzoli accessori, ernia ombelicale, malformazioni facciali e di dentizione, malformazione agli arti e altro; verificare l’anagrafica dei genitori (ereditabilità delle tare);
  • pesare i capretti alla nascita (vedi paragrafo successivo);
  • suddividere i capretti in lotti (box) in base all’età per i primi 3-4 giorni, poi in base all’ omogeneità dei pesi e alla destinazione (caprette/i da allevamento, capretti/e da macello);
  • effettuare l’eventuale rimozione degli abbozzi cornuali nel periodo più appropriato, in funzione del peso alla nascita dei capretti, e comunque non oltre le due settimane di età (vedi scheda La rimozione degli abbozzi cornuali).

Il peso dei capretti

Un’operazione estremamente importante, ma troppo spesso trascurata dagli allevatori, riguarda la pesata del capretto (Tab.1). Capretti troppo leggeri alla nascita avranno infatti un accrescimento spesso aleatorio e, nel caso di caprette da vita, faticheranno a raggiungere il peso obiettivo del periodo riproduttivo. Verificare quindi i pesi subito alla nascita (capi campione) per avere un primo dato di riferimento per definire la curva di crescita e gli incrementi poderali. Destinare per la rimonta solo i nati con un peso minimo di 3,0 kg. Possono essere accettati capretti con un peso inferiore fino a 2,8 kg se di alto livello genetico, ad esempio i nati da inseminazione artificiale. Se il peso alla nascita di tutti i nati è molto basso (-1,0 kg rispetto al peso ottimale), è probabilmente effetto di un una sotto nutrizione dei feti per una insufficiente alimentazione delle madri a fine gravidanza. Se invece il peso nei parti singoli è molto variabile (+/- 1,5 kg) è probabile che ci siano stati dei ritardi di crescita dei feti per problemi sanitari a gravidanza in corso. Nei casi più gravi si possono avere anche riassorbimenti o aborti.

Tabella 1. Peso ottimale in funzione del numero dei nati

Cure alla madre

Nell’eseguire le prime operazioni di cura al capretto, è importante continuare a supervisionare la madre, la quale potrebbe dare luce ad un altro capretto, oppure presentare problemi di vario genere. In caso di parto difficoltoso, previa consultazione con il veterinario è sempre consigliabile l’inserimento in utero di pessari antibiotici o di utilizzare un antibiotico per via generale per evitare infezioni. La madre va tenuta sotto osservazione, controllando eventuali segni di malessere o comportamenti anomali. In caso di ritenzione placentare superiore alla mezza giornata: Consultare il veterinario; non effettuare mai la trazione del moncone che fuoriesce né tantomeno tagliarlo; meglio annodarlo su sé stesso in modo che l’animale non lo strappi, tenendolo lavato con acqua e disinfettante; Se le ritenzioni placentari sono oltre il 5% si deve rivedere la razione per valutare eventuali  carenze di sali minerali e vitamine.

Materiali utili

Di seguito gli strumenti indispensabili in stalla nel periodo dei parti: paglia asciutta e pulita, bilancia, pinza per marca auricolare e marche auricolari associate, lampada ad infrarossi (110 W) per il riscaldamento dei neonati, disinfettante per l’ombelico (tintura di iodio), pinza emostatica, filtro per latte e colostro, colostro artificiale oppure di capra conservato in congelatore (vedi scheda successiva), biberon con tettarelle pulite e disinfettate.

Si ringrazia la Dott.ssa Germana Cioccarelli per il materiale.

Alleviamo le caprette: dalla nascita allo svezzamento (0 – 2 mesi d’età) – Scheda n° 18

Perché è importante

Il periodo dalla nascita allo svezzamento è da considerarsi fondamentale per ottenere una crescita corretta ed arrivare alle monte con un peso idoneo ed avere i parti entro l’anno di età.

Obiettivi: ottenere una crescita rapida ed armonica delle caprette, per svezzarle a 2 mesi ad un peso ≥ 16 kg; abituare precocemente le caprette all’ingestione di alimenti solidi (fieno e concentrati) ed a bere acqua, in modo che allo svezzamento il rumine sia funzionale; fare in modo che il passaggio dal latte all’alimentazione solida avvenga in modo non traumatico, senza ripercussioni sulla crescita e sanità.

Pesi di riferimento nascita – svezzamento

  • Peso alla nascita ≥ 3,0 Kg: er i nati di alto valore genetico (inseminazione artificiale) si può valutare di allevare anche i soggetti con pesi fino a 2,8 kg;
  • peso ad un mese di età ≥ 10 Kg;
  • peso allo svezzamento ≥ 16 Kg (circa 2 mesi età);
  • incremento ponderale pari a 180 – 200 g/giorno: rappresenta l’incremento più elevato rispetto alle altre fasi della crescita. Nella prima settimana di vita gli incrementi sono minori, per aumentare notevolmente nella 2° e 3°settimana e infine stabilizzarsi con una crescita costante. Lo stesso andamento si verifica anche per la capacità di ingestione.

Parametri ambientali e gestionali di riferimento

L’alimentazione lattea

Le modalità di alimentazione possono essere assai diverse. Di seguito riportiamo alcuni dei modi, più significativi rispetto ad alcune tipologie di allevamento.

  • Sotto la madre solo per la poppata, fino allo svezzamento: I capretti si alimentano direttamente sotto le madri ma solo per il tempo della poppata (30 minuti/poppata), per 2 volte al giorno, prima di ciascuna mungitura. Per i primi 4 – 5 giorni sono tenuti costantemente sotto le madri, (colostro e latte colostrale), in seguito spostati in box separati limitrofi a quello delle madri per facilitare gli spostamenti. Per i capi da vita i box devono essere attrezzati con mangiatoie, rastrelliere ed abbeverate, per abituarli precocemente all’alimentazione solida. A circa 15 giorni dallo svezzamento si passa da due a un pasto giornaliero. È una modalità laboriosa, per la movimentazione quotidiana dei capretti. Se ben gestita si possono ottenere degli ottimi incrementi ponderali. È un sistema di allevamento adatto per i piccoli greggi, e ovviamente dove non è necessario fare delle profilassi sanitarie (CAEV, LCA) con separazione immediata delle caprette dalle madri. Importante per la sanità delle caprette è avere dei capi adulti con mammelle sane senza rischi di mastiti per patogeni (Stafilococco coagulasi positivo). È necessario quindi avere delle buone procedure di controllo dello stato sanitario del gregge. Da tener conto anche che con questa modalità di allevamento spesso si crea un imprinting negativo verso l’uomo, con animali che rimangono un po’ “selvatici” e diffidenti. Inoltre, le ripetute separazioni/ricongiungimenti da/con le madri possono essere causa di stress e nervosismo sia per i capretti che per le madri. Non è consigliabile tenere i capretti sotto le madri in modo continuativo fino al macello/svezzamento per i seguenti motivi: stress nel gregge, difficoltà di controllo della crescita e di abituare all’alimentazione solida per lo svezzamento, rischio elevato di problemi infiammatori e sanitari alle mammelle, perdita della produzione latte/formaggi.
  • Distribuzione con attrezzature: Prevede l’allontanamento immediato o entro qualche giorno dei capretti dalle madri, per abituarli velocemente al tipo di distribuzione alimentare scelto: canaletta, secchi multibiberon, allattatrice o lupa (sempre più diffusa).
    In sintesi sono possibili le seguenti modalità:
  • Sotto la madre solo per qualche giorno (fase colostrale), poi fase lattea con secchi multibiberon per tutta la lattazione o per pochi giorni prima della allattatrice;
  • separazione immediata dalla madre con uso del biberon per somministrazione del colostro, per poi passare al multibiberon (latte colostrale per 5-7 giorni) e allattatrice o continuare con il multibiberon fino allo svezzamento. In alternativa si può utilizzare la canaletta previa somministrazione del colostro tramite tazza e non con biberon (dare subito l’abitudine a “bere” e non alla suzione). Bisogna però tenere presente che questa modalità di somministrazione non soddisfa la naturale necessità fisiologica e comportamentale di suzione, può favorire l’ingestione di sorsi troppo grandi (con formazione di coaguli di difficile digestione), e non facilita la chiusura della doccia esofagea (rischio di ristagni di latte indigerito nel rumine). È anche possibile un passaggio graduale dal latte materno al latte artificiale da utilizzare con la allattatrice: somministrare inizialmente il colostro e il latte materno con secchi multibiberon, per poi gradualmente aggiungere latte ricostituito (+ 25% in 4 giorni) e passare all’uso della lupa in 7 – 15 giorni in funzione delle esigenze gestionali;
  • la quantità di latte da somministrare (l/capo/giorno): Come esempio, nella tabella seguente si riportano le dosi di polvere di latte al 24% di grassi per ottenere un latte ricostituito al 3,5%.

Le concentrazioni e le quantità indicate possono variare in funzione del prodotto commerciale utilizzato. Le dosi di latte (l/capo/giorno) si riferiscono ad una distribuzione con canalette o secchi multibiberon. Con l’allattatrice (lupa) la distribuzione è ad libitum, lo svezzamento sarà di conseguenza drastico, in quanto è impossibile razionare la quantità di latte ricostituito ingerito dai capretti. In questo caso tanto più sarà precoce ed abbondante l’ingestione degli alimenti solidi, minore sarà lo stress da svezzamento.

Alimentazione solida

Per i capretti da rimonta è fondamentale mettere a disposizione gli alimenti solidi e l’acqua a partire dalla prima settimana (non oltre le 2 settimane), per favorire lo sviluppo e la funzionalità del rumine.

  • Fieno polifita di 2° taglio foglioso ad elevata appetibilità da rinnovare quotidianamente, per sviluppare rumine e creare una flora microbica;
  • paglia di buona qualità a disposizione in rastrelliere con una funzione autoregolazione per lo sviluppo e il benessere del rumine in formazione. Evitare che sia ingerita paglia direttamente dalla lettiera;
  • concentrato al 18% di proteina grezza, meglio un mangime specifico per capretti o, in alternativa, un mangime lattazione, quello utilizzato dalle madri. In questo caso, se necessario per aumentarne l’appetibilità e abituare velocemente, si può inizialmente cospargerlo con un po’ polvere di latte;
  • se nella razione delle adulte è previsto l’utilizzo del mais intero in granella, è utile in questa fase iniziale mettere a disposizione insieme al mangime anche un po’ di granella di mais.
    ATTENZIONE: gli alimenti e l’acqua di abbeverata devono essere protetti da possibili contaminazioni fecali date dai capretti stessi. Massima igiene degli abbeveratoi e delle mangiatoie.

La sanità

Leggi la scheda “Colostro e latte”.

Altri interventi:

  • Eventuale prima vaccinazione per Pastorellosi e Clostridiosi a partire dalla 1° settimana di età;
  • controllo coccidi a 30 giorni dalla nascita.

 

Scopri di più sul progetto DEMOCAPRA.

DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.