Alleviamo le caprette: il colostro ed il latte – Scheda tecnica n° 16
Perché è importante
Il colostro è la prima secrezione della ghiandola mammaria e svolge un’importantissima azione di difesa immunitaria, di nutrizione, di fornitura di sali minerali e lassativa. La sua corretta somministrazione è quindi un passaggio fondamentale nell’allevamento delle caprette. Allo stesso modo, il latte costituisce la fonte nutrizionale essenziale nel primo periodo di vita fino allo svezzamento.
La fase colostrale, le prime 12 ore di vita
La corretta assunzione del colostro per tempi e quantità è fondamentale per la sopravvivenza del capretto, che nasce privo di difese immunitarie, in quanto la madre con il colostro trasferisce le proprie difese al capretto (immunoglobuline -IgG, leucociti):
- è fondamentale che la prima assunzione di colostro avvenga entro le prime 2 ore di vita nella misura di 200 ml/capo, per arrivare entro le prime 12 ore ad una quantità totale di 200 ml/kg peso vivo. Esempio, un nato di 4 kg deve ingerirne un minimo di 800 ml entro le prime 12 ore di vita;
- bisogna utilizzare il colostro della 1^ munta in quanto in 12 ore si dimezza la quantità delle immunoglobuline presenti e nel contempo si ha la impermeabilizzazione delle pareti intestinali con una diminuzione progressiva della capacità di assorbimento: 25% nelle prime 6 ore, 50% in 20 ore, e in 24 – 36 ore diventa totalmente impermeabile;
- la protezione immunitaria copre le prime 3 – 4 settimana di vita. Il colostro ha anche la funzione di apportare i primi nutrienti in concentrazione elevata: grasso (6,15%), proteine (5,41%), lattosio (4,43%), magnesio, zinco, selenio e di vitamine soprattutto A, ed E (5 volte più che nel latte);
- la sintesi del colostro avviene nelle ultime 6 settimane di gestazione della madre, è quindi fondamentale una sua corretta alimentazione per assicurare quantità e qualità del colostro. La qualità di un colostro può essere determinata utilizzando un rifrattometro (costo accessibile) che misura la concentrazione di anticorpi (IcG) in gradi brix (colostro di qualità ≥ 22 gradi brix);
- è utile creare anche una “banca del colostro” per avere una riserva per situazioni di emergenza immediata o per l’anno successivo: stoccare il colostro in bottigliette di piccole dimensioni (0,5 l) per facilitare lo scongelamento e il dosaggio. Conservare a 4°C fino a 7 giorni o a -18°C per 12 mesi. Decongelare a bagnomaria a 45°C oppure a temperatura ambiente. NON utilizzare il microonde. Utilizzare per lo stoccaggio il colostro di capre sane con una asciutta di almeno 2 mesi, che siano pluripare e con parti gemellari;
- in caso di profilassi sanitaria il colostro può essere termizzato (56°C per 1 ora); in alternativa usare il colostro di vacca ma attenzione alla qualità sanitaria (ParaTBC) o quello artificiale. In ogni caso bisogna separare subito il capretto dalla madre;
- se la somministrazione viene effettuata tramite biberon è importante che il capretto tenga la testa estesa sul collo e rivolta verso l’alto (Fig. 1). Questo per evitare che il latte finisca nei polmoni, con grave rischio di polmoniti. Garantire una temperatura di somministrazione di 36-37°C. e filtrare il colostro prima della somministrazione ai capretti.
Il latte da utilizzare e come somministrarlo
Diverse sono le opzioni riguardanti il tipo di latte che è possibile utilizzare e le modalità di distribuzione. Ognuna ha una sua validità, se rapportata alle specifiche caratteristiche ed esigenze delle aziende.
Diversi tipi di latte:
- latte di capra: è il latte naturalmente idoneo per i capretti, anche se termizzato per esigenze di profilassi. Da valutare l’economicità del suo utilizzo rispetto ad un suo impiego per la trasformazione casearia o per la vendita; per le aziende biologiche è una scelta obbligata anche se ultimamente sono commercializzati dei latti bio (costo molto elevato). Spesso è utilizzato anche per ragioni commerciali per l’ingrasso dei capretti da macello, direttamente sotto la madre, o nei piccoli greggi anche per le caprette da rimonta (criticità per riduzione dell’imprinting con l’uomo, saranno più “selvatiche”);
- latte bovino: proprietà chimico-fisiche differenti per i fabbisogni dei capretti per la quantità e la composizione in acidi grassi e per il tenore proteico; è consigliabile diluirlo con il 10% d’ acqua (attenzione alla qualità dell’acqua). Utilizzabile anche per profilassi CAEV. Può essere una soluzione economica. Attenzione ai rischi sanitari (ParaTBC);
- latte in polvere, disponibile in 2 tipologie:
– latte spray (maggior costo): è costituito con una percentuale variabile (30 – 60%) di latte scremato in polvere e di siero di latte con aggiunta di grassi e proteine di origine vegetale e un’integrazione minerale vitaminica. La presenza di caseine comporta la formazione di un coagulo nell’abomaso che provoca una minor velocità di transito e di assimilazione, 3-4 ore. È quindi più idoneo per una somministrazione “a pasti” (secchi multibiberon, canalette);
– latte 0 spray (minor costo): è costituito da siero di latte (60 – 70%) con aggiunta di grassi e proteine di origine vegetale e con una integrazione minerale e vitaminica. Non contenendo caseine non si forma un coagulo e quindi la velocità di assorbimento è maggiore, ½ – 1 ora. È quindi più idoneo per una somministrazione con l’allattatrice o lupa.
Diverse modalità di distribuzione del latte:
- distribuzione con canaletta (Fig. 2): sistema semplice ed economico. È importante assicurare uno spazio adeguato a tutti i capi che possono così accedere contemporaneamente alla canaletta (attenzione alla competizione): 15-20 cm/capo (5-6 caprette/m). Vantaggi: alimentazione di più animali contemporaneamente, facilità di lavaggio del materiale ma che deve essere fatto immediatamente dopo l’uso. Attenzione: necessario abituare i capi a “bere” fin dal primo pasto a colostro; rischio di una eccesiva velocità di ingestione; postura di assunzione non ottimale (gonfiori, diarree, consigliabile per i primi giorni frazionare in 3 pasti, poi 2 pasti);
- distribuzione con multibiberon (Fig. 3): sistema di suzione naturale. Secchi con più tettarelle, una tettarella per capretta. Il numero dei secchi deve essere sufficiente per alimentare tutti i capretti del medesimo box (competizione, ressa). Vantaggi: se non c’è l’effetto ressa agevola l’osservazione del lotto. Attenzione: eccessiva rapidità d’ngestione del latte (frazionare); difficoltà lavaggio accurato dei secchi;
- allattatrice automatica “lupa” (Fig. 4): sempre più diffusa anche nei piccoli allevamenti (50 – 60 capretti). Sistema a libero accesso, 1 tettarella per 15 capretti. Vantaggi: diminuzione dei tempi di lavoro, diminuzione dei comportamenti agonistici, maggior tranquillità dei capretti dovuta al soddisfacimento della naturale necessità fisiologica di suzione del latte. Attenzione: organizzare in modo adeguato i box per non avere i tubi del latte eccessivamente lunghi (maggior accumulo residui, raffreddamento del latte); effettuare pulizia quotidiana e accurata dei tubi latte (2 set per lavaggio e ricambio) e del bicchiere di miscelazione (utilizzare i detergenti dell’impianto di mungitura); controllare frequentemente il dosaggio della polvere di latte e la T° dell’acqua per la miscelazione e del latte ricostituito alla tettarella. Possibilità di organizzare una postazione fissa con l’area di alimentazione su grigliato con evacuazione sottostante delle urine e delle eventuali perdite di latte.
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DEMOCAPRA (2020) Schede tecniche DEMOCAPRA. Università degli Studi di Milano & Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, Milano.