La sostenibilità economica delle aziende ovine è determinata non solo dalle remunerazioni che le produzioni di latte e carne realizzano nei rispettivi mercati ma anche da una oculata gestione aziendale mirata a ridurre i costi di produzione. Tradizionalmente gli allevatori ovini hanno prestato maggiore attenzione alla componente ricavi aziendali mentre solo recentemente, a causa delle ripetute crisi legate alla remunerazione delle produzioni primarie di latte e carne, stanno acquisendo la consapevolezza della necessità di dover rendere più efficienti i processi produttivi per ridurre i costi di produzione e fronteggiare la generale tendenza alla sotto-remunerazione delle produzioni.
Una razionale gestione aziendale deve mirare primariamente ad aumentare la quantità di prodotto per capo allevato, pur senza trascurare altri aspetti quali per esempio la qualità delle produzioni. In pratica, si tratta di aumentare il numero di agnelli svezzati e/o la quantità di latte per pecora presente. Per migliorare entrambi i parametri occorre, in prima battuta, migliorare l’efficienza riproduttiva cioè il rapporto tra pecore partorite e pecore avviate alla riproduzione. Nelle razze da latte allevate in ambiente mediterraneo con il tipico ciclo in contro-stagione (parto autunnale-riproduzione in tarda primavera), l’elemento fondamentale è la riduzione del periodo anaestrale o di silenzio sessuale ai soli mesi di fine inverno ed inizio primavera, per consentire un’efficace riproduzione nei mesi di maggio e giugno. Per fare l’esempio della razza Sarda, dalle statistiche ufficiali risulta una produzione media di latte per pecora presente in allevamento di 110-130 litri a seconda delle annate, nonostante sia ben noto che una pecora sarda in condizioni medie produca dai 160 litri e oltre a seconda del livello genetico. E’ evidente che il problema risiede nella presenza in allevamento di un eccessivo numero di pecore che, sebbene regolarmente avviate alla riproduzione, non vengono fecondate o talvolta abortiscono prematuramente. Su queste basi appare evidente che l’infertilità è di fatto la patologia più costosa per l’allevamento ovino. Pur in assenza di statistiche ufficiali, gli allevatori segnalano una tendenza al peggioramento di questo fenomeno. La risoluzione dei problemi di infertilità o aborto passa per un’attenta analisi delle pratiche di allevamento che possa condurre a una identificazione precisa del problema e conseguentemente all’elaborazione delle corrette strategie per la sua risoluzione. Il ricorso a integratori miracolosi spesso non produce alcun risultato tranne quello di appesantire il bilancio aziendale.
In pratica, occorre in prima battuta dotarsi di un sistema di registrazione delle performance riproduttive che consenta una valutazione oggettiva dell’entità del problema. Solo numeri precisi mettono il consulente veterinario nelle condizioni di valutare correttamente le soluzioni disponibili e proporre strategie che diano risultati tangibili e misurabili. Proprio con questi obbiettivi negli ultimi anni si è diffuso lo strumento della diagnosi ecografica della gravidanza. L’applicazione corretta della tecnica richiede tecnici veterinari adeguatamente addestrati. L’analisi ecografica, sebbene costituisca l’elemento cruciale di una corretta gestione della riproduzione, deve essere inserita e utilizzata secondo un protocollo operativo più complesso che comprende altre attività.
Di seguito si descrivono in ordine cronologico le attività del protocollo operativo adottato dagli allevatori che aderiscono al network SEMENTUSA® per realizzare una corretta gestione della riproduzione in stretta collaborazione con il tecnico veterinario e l’alimentarista:
- Gestione dei maschi riproduttori.
- Visita ginecologica delle pecore rimaste vuote l’anno precedente.
- Visita ginecologica delle pecore in produzione e diagnosi di NON-Gravidanza/Gravidanza (minimo tre visite in stagione riproduttiva).
- Analisi dei dati e gestione dei gruppi attraverso software di gestione aziendale.
1. Gestione dei maschi riproduttori
La gestione dei maschi prevede un primo controllo due-tre mesi prima della loro immissione nel gruppo delle femmine. Solitamente nel ciclo produttivo di ovini da latte in ambiente mediterraneo questo avviene nel periodo di marzo-aprile. Il controllo prevede un’attenta visita clinica delle strutture genitali e un controllo ecografico delle strutture esterne ed interne, un controllo sierologico delle patologie abortigene e delle malattie infettive trasmissibili per via venerea (Border Desease, Paratubercolosi, Lentivirus), nonché un esame coprologico per il controllo razionale delle parassitosi. Infine, è necessario impostare un piano alimentare in funzione della condizione corporea dell’animale e dell’attività riproduttiva prevista.
Riguardo l’esame ecografico del contenuto scrotale, i parametri presi in considerazione sono la biometria dei testicoli e l’ecogenicità del testicolo e dell’epididimo (struttura che circonda per metà il testicolo e rappresenta la sede in cui gli spermatozoi acquisiscono una motilità propria), mentre attraverso l’ecografia trans-rettale è possibile valutare dimensioni ed ecogenicità delle 5 ghiandole sessuali accessorie (2 bulbo uretrali, 2 vescichette seminali e la prostata). Per poter effettuare correttamente la valutazione è necessario che il veterinario abbia una precisa idea dell’immagine ecografica delle strutture in esame quando sono fisiologicamente nella norma. Per quanto riguarda il diametro maggiore del testicolo, il valore è variabile da 3 a 6,5 cm. Nel corso della visita viene attribuito un punteggio variabile da 0 a 10 sia ai genitali esterni che alle ghiandole sessuali accessorie in relazione al fatto che nelle immagini ecografiche ottenute siano state riscontrate o meno delle lesioni, nonché in base alle dimensioni. La combinazione di questi valori permette di fare la stima del potenziale di riproduzione, espressa in percentuale con valori che vanno da zero a cento. Possono essere usati nella prima fase dell’accoppiamento solo maschi che raggiungono uno score almeno del 80%. Gli arieti con un ottimo potenziale riproduttivo ma con positività a Paratubercolosi o alla PCR per Border Disease devono essere destinati alla riforma.
2. Visita ginecologica delle pecore rimaste vuote l’anno precedente.
Nello stesso periodo del controllo degli arieti si controllano anche le pecore rimaste vuote dalla stagione precedente. Questa visita è molto importante poiché spesso questo gruppo viene sincronizzato in anticipo rispetto al resto del gregge, ritenendosi erroneamente che pecore non in produzione anticipino la fase estrale rispetto a pecore in lattazione. Al contrario, dato l’esito della riproduzione precedente è cruciale eseguire una visita ginecologica per via transrettale mirata a escludere la presenza di patologie, soprattutto quelle infettive, che possono essere trasmesse agli arieti che poche settimane dopo dovrebbero accoppiarsi col resto del gregge da cui spesso viene allevata la rimonta. La riforma delle pecore che a seguito di accertamenti diagnostici (tamponi vaginali, esami batteriologici e sierologi) risultassero non idonee alla riproduzione, o affette da patologie infettive, è cruciale per una buona efficienza riproduttiva. Per le pecore che risultassero idonee occorre prevedere un regime alimentare specifico almeno 3 mesi prima dell’immissione degli arieti, perché se venissero alimentate come quelle in produzione mostrerebbero un incremento dello stato di ingrassamento o BCS con conseguenti effetti negativi sulla funzionalità ovarica.
3. Visita ginecologica delle pecore in produzione e diagnosi di NON-Gravidanza/Gravidanza (minimo 3 visite in stagione riproduttiva).
Le pecore in produzione vengono sottoposto ad un primo controllo ecografico dopo circa sessanta giorni dall’immissione dei maschi. L’ecografia transrettale consente una diagnosi di gravidanza molto precoce (17-18 giorni dal concepimento). Se la preparazione degli animali è avvenuta correttamente sono già possibili risultati di fertilità intorno al 90%.
E’ probabile che una elevata percentuale delle pecore rimaste vuote sia ancora in anaestro. La causa può essere ricercata in un “effetto maschio” non riuscito, in problemi sanitari oppure in uno stato di ingrassamento pre-monta non adeguato che ha sfavorito la fisiologia riproduttiva. In ogni caso, le femmine vuote una volta separate da quelle gravide devono essere seguite e gestite in relazione alle problematiche riscontrate. La loro gestione va infatti impostata tenendo conto dello stato fisiologico delle ovaie, del bilancio energetico, della valutazione della concentrazione di urea, del rapporto grassi/proteine, della concentrazione di sali del latte e anche delle caratteristiche delle feci.
Su questo gruppo di pecore viene effettuato un secondo controllo ecografico dopo 45 giorni dal primo. La tempistica del controllo è legata principalmente all’esito della precedente visita ginecologica. A seguito di questo controllo gli animali gravidi si riuniscono a quelli precedentemente identificati conservando comunque la possibilità di una loro rapida identificazioni attraverso l’uso di pastelli di colori diversi. Nel restante gruppo di pecore vuote occorre effettuare lo stesso trattamento descritto in precedenza e immettere tutti i maschi disponibili per aumentare il rapporto maschi:femmine.
Dopo altri 45 giorni si effettua un terzo controllo ecografico sulle pecore che sono risultate vuote ai controlli precedenti. Se la gestione degli animali vuoti è stata eseguita correttamente probabilmente il loro numero in questo stadio è particolarmente limitato. Anche in questo caso si separeranno le gravide dalle vuote e queste ultime verranno trattate sempre con la solita modalità.
Infine, dopo altri 45 giorni si effettua il quarto e ultimo controllo ecografico attraverso il quale si separano definitivamente le pecore rimaste vuote, si mettono a riposo i maschi e si inizia ad impostare la stagione riproduttiva successiva. E’ consigliabile riformare le pecore pluripare che risultassero ancora non gravide con patologie uterine, deficit a livello dell’apparato mammario o BCS scarsi nonostante l’asciutta.
4. Analisi dei dati e gestione dei gruppi attraverso software di gestione aziendale
L’animale sottoposto ad ecografia viene identificato con un lettore di boli ad alta precisione collegato via bluetooth a un terminale idoneo a ospitare il software che consente all’operatore l’inserimento manuale dei dati della visita ecografica, del rilevamento del BCS e l’integrazione di eventuali note e appunti sulla visita. Anche i dati della visita ginecologica possono essere inseriti rapidamente nel software. La registrazione dei dati consente di valutare le performance dell’allevamento (Figura 2) e di identificare e costituire rapidamente gruppi differenti di pecore in relazione al loro stadio di gravidanza, alla presenza di patologie e allo stadio fisiologico. Anche la costituzione di gruppi sulla base del BCS, che grazie al software può essere realizzata facilmente, consente una razionale gestione dell’alimentazione del gregge. I differenti gruppi possono essere identificati visivamente attraverso il ricorso a pastelli di colore diverso.
I dati ecografici consentono anche di effettuare una precisa descrizione dello stadio della gravidanza attraverso la stima dell’età embrionale o fetale con un margine di errore di 2 giorni quando la diagnosi viene effettuata tra i 18 e i 60 giorni di gravidanza (Figura 3).
Sulla base dei dati raccolti, il software fornisce anche una precisa previsione delle date di parto (Figura 4).
La disponibilità di queste informazioni consente una gestione sanitaria più accurata con una corretta programmazione delle profilassi vaccinali e antiparassitarie. Inoltre è possibile favorire l’asciutta degli animali in stadio di gravidanza avanzato e mantenere in lattazione gli animali vuoti. Questa pratica innovativa rispetto alla tradizionale asciutta contemporanea di tutto il gregge presenta evidenti vantaggi economici. Infatti, i ricavi derivanti dal latte prodotto con l’allungamento delle lattazioni delle pecore vuote dopo il primo controllo ecografico in un periodo di scarsa produzione di latte possono arrivare a compensare le spese di mantenimento di tutto il gregge. L’applicazione consente anche di registrare lo stadio fisiologico del ciclo delle pecore vuote e elaborare statistiche che mettono in relazione lo stadio fisiologico con il BCS (Figura 4) con lo scopo di fare interventi mirati a favorire il parto.
In conclusione, la realizzazione completa del protocollo di gestione della riproduzione applicato dal network Sementusa consente di migliorare la sostenibilità economica delle aziende ovine attraverso un incremento della produttività e una riduzione dei costi di produzione. L’importante riduzione del numero di pecore vuote accoppiata a una più oculata gestione del gregge e della sua alimentazione permette infatti un notevole incremento dei ricavi aziendali, abbinato a una contestuale riduzione dei costi di gestione sia sanitari che alimentari.
Puoi trovare ulteriori soluzioni e suggerimenti pratici sul tema nel sito di SheepNet.
Chiunque fosse interessato a partecipare o avere maggiori informazioni può scrivere al facilitatore nazionale Antonello Carta, ricercatore di AGRIS Sardegna all’indirizzo: acarta@agrisricerca.it o registrarsi creando un nuovo profilo alla pagina http://sheepnet.network/it/user/register
Il progetto è stato finanziato dal programma per la ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea con accordo di finanziamento N° 727895.
Autori:
Giovanni Molle, Maria Dattena, Sotero Salaris e Antonello Carta, Ricercatori presso Agris Sardegna.
Antonio Spezzigu e Giuseppe Argiolas, Veterinari del network SEMENTUSA®.