Il 22 gennaio è stata una giornata di incontri e confronti sul Recovery Plan a Palazzo Chigi, tra Governo ed i rappresentanti delle parti sociali, delle associazioni di categoria del settore agricolo e delle cooperative. Di seguito, i pareri emersi dall’incontro con Confagricoltura, Copagri, Coldiretti e Cia.

Confagricoltura. Recovery, Giansanti al Premier Conte: “una nuova alba dell’agricoltura con investimenti, programmazione e riforme”

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, apprezzando l’avvio del confronto, ha evidenziato alcune priorità per il migliore utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Recovery Plan, che destina all’agricoltura 2,5 miliardi di euro, in seguito all’aumento varato nei giorni scorsi rispetto alla prima bozza del piano.

“L’obiettivo è molteplice aumentare la capacità produttiva agricola del Paese verso l’autosufficienza alimentare, ma anche la competitività del settore primario e la sostenibilità, sfruttando l’occasione unica del Next Generation Eu che avrà un impatto del 3,5% sul PIL. Bene quindi gli investimenti in ricerca e sviluppo, nella scienza, in innovazioni tecnologiche favorite dall’Agricoltura 4.0 – che ci auguriamo possa essere quanto prima resa negoziabile con gli istituti di credito – perché questo sta generando una nuova alba del settore primario. Ci aspettiamo una programmazione e un monitoraggio costante della spesa del Recovery Fund, per vedere anche concrete ricadute occupazionali dei progetti già in fase di realizzazione” – Giansanti

Importanti saranno gli interventi per le infrastrutture, l’efficienza energetica, la digitalizzazione, ma per Confagricoltura sono altresì necessarie misure per il rilancio delle aree interne del Paese, per le quali il settore primario può dare un forte contributo in termini di valore. Non secondari, poi, i sostegni ad alcuni comparti, oltre ai progetti di filiera integrati, che, supportati da un’adeguata comunicazione, potranno portare benefìci non solo economici, ma anche in termini di salute per i cittadini e, conseguentemente, al sistema sanitario. Il Presidente Giansanti ha infine posto l’attenzione sulla parallela urgenza di alcune riforme, in particolare della Pubblica Amministrazione, della giustizia e della fiscalità, senza le quali il Paese non potrà sfruttare la straordinaria occasione del Recovery Fund.

A margine dell’incontro, il presidente di Confagricoltura ha avuto modo di confrontarsi con il premier e i due ministri anche sul Decreto Ristori 5, al quale sta lavorando il Governo, rimarcando le difficoltà di alcuni comparti che auspicano interventi utili ad alleviare le perdite di questo prolungato periodo di pandemia.


Copagri. Recovery Fund, su PNRR serve sforzo in più per centrare obbiettivi sostenibilità

Intervento del presidente Verrascina al vertice con le organizzazioni agricole convocato dal Premier Conte

“Il taglio delle risorse destinate al Green Deal agricolo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR, unitamente alla riduzione dei fondi destinati alla Politica Agricola Comune-PAC, che comporterà un -10% per gli interventi a favore delle imprese agricole italiane, mette a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità e l’aumento della produzione agricola interna, ferma al 75% del fabbisogno nazionale”. Questo è quanto sottolineato dal Presidente Copagri Franco Verrascina intervenendo al vertice con le organizzazioni agricole sul Recovery Fund, svoltosi a Palazzo Chigi alla presenza del Premier Giuseppe Conte e dei ministri dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e del Lavoro Nunzia Catalfo.

“Chiediamo al governo uno sforzo in più per rafforzare la proposta di PNRR approvata il 12 gennaio dal Consiglio dei Ministri, così da far avanzare la produzione interna e la sostenibilità ambientale puntando sugli investimenti alle imprese del settore, con il duplice fine di generare una modernizzazione del primario e di consentire alle aziende agricole di essere più competitive sui mercati internazionali”, ha asserito il Presidente della Copagri, auspicando correttivi che vadano in tale direzione anche durante il passaggio parlamentare del PNRR, che dovrà concludersi entro il 15 febbraio.

“Ribadiamo che il settore agricolo, che rappresenta a tutti gli effetti un motore propulsivo del tanto decantato cambio di passo green, può e deve giocare un ruolo determinante all’interno del PNRR in ragione del grande contributo che può offrire al rilancio economico del Paese e al processo di transizione verde e digitale dell’intera economia. Contributo che questo straordinario segmento produttivo ha garantito con grande senso di responsabilità anche durante l’emergenza Coronavirus. “Gli investimenti per rafforzare la sostenibilità e per sostenere la produzione passano necessariamente dagli interventi sull’accesso al credito in agricoltura, insistendo sulla cambiale agraria e su ulteriori strumenti, dalla previsione di un superbonus per la rottamazione delle macchine agricole e dalla reintroduzione di un intervento specifico, originariamente previsto e poi espunto, per la forestazione e la tutela dei boschi, così da mitigare i rischi legati al dissesto idrogeologico e al cambiamento climatico. Parallelamente, è fondamentale puntare con sempre maggior decisione sulla digitalizzazione delle campagne, su invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua e sulla ricerca da intendersi in termini di chimica verde e di bioenergie, senza dimenticare interventi specifici sui settori deficitari e in difficoltà, dalla cerealicoltura alla zootecnia passando per l’olivicoltura”, ha concluso il Presidente.


Coldiretti. Recovery Plan, Coldiretti a Conte: dal cibo 1 mln di posti di lavoro

Dall’agroalimentare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale. E’ questo l’obiettivo dei progetti elaborati dalla Coldiretti e illustrati dal Presidente Ettore Prandini al premier Giuseppe Conte.

“Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese” afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza. L’Italia è prima in Europa per valore aggiunto agricolo, qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni”.


Cia. Governo: Cia a Conte, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbia anima agricola

Scanavino in riunione con Conte: “investire sulle aree rurali, con incentivi sul recupero di fabbricati, rinnovo parco macchine, ammodernamento infrastrutture viarie e tecnologiche”.

Intraprendere la strada dello sviluppo sostenibile vuol dire riconoscere pienamente la centralità dell’agricoltura, che sostiene le richieste di cibo assicurando i bisogni primari del Paese e contribuisce alla tenuta socio-economica e ambientale dei territori. Per questo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve avere un’anima agricola e agire in un’ottica d’insieme, con l’obiettivo di costruire veri e propri “sistemi imprenditoriali territoriali” interconnessi, dove le attività produttive e le forze sociali possano fare rete per resistere meglio alle crisi.

Questo è il messaggio del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, in occasione della riunione sulla proposta di PNRR con il premier Giuseppe Conte.

“La pandemia ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita. Ora la ripartenza dipende dalla capacità di interpretare il cambiamento utilizzando le ingenti risorse a disposizione per progetti concreti e innovativi, realizzabili con tempi certi e ragionati in un’ottica più verde, digitale e resiliente, come ci chiede l’Europa con il Green Deal”. Più in dettaglio, secondo Scanavino, nella “Missione” del PNRR dedicata all’agricoltura “dovranno rientrare misure e strumenti specifici per modernizzare e digitalizzare il settore, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili e competitivi i produttori nazionali, avendo a disposizione tecnologie innovative a supporto delle scelte di tecniche culturali e input produttivi, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere e blockchain, rinnovamento del parco macchine agricole”. Non meno strategica, poi, “la creazione di sistemi produttivi a vocazione territoriale, tramite un coinvolgimento attivo e condiviso tra agricoltori, artigiani, commercianti, logistica, turismo, enti locali, consumatori”. Ugualmente necessario poi, ha aggiunto Scanavino, “investire in progetti per incentivare il recupero e la ristrutturazione di fabbricati rurali, nei piccoli centri e borghi, in un’ottica abitativa e turistica, per frenare lo spopolamento dei territori e il loro impoverimento agricolo, ambientale e paesaggistico, adeguando e sviluppando al contempo la rete infrastrutturale viaria e tecnologica, per agevolare la mobilità dei cittadini dalle aree rurali verso quelle urbane e viceversa, nonché riorganizzare il sistema di gestione territoriale deputato a contrastare il dissesto idrogeologico, con gli agricoltori protagonisti”. Il settore primario, insomma, “può diventare il paradigma di un nuovo modello di sviluppo in sinergia con le altre forze economiche e sociali, sostenendo una logica di progettualità trasversali tra le varie Missioni del Piano. Si tratta di un’opportunità unica per consentire all’Italia di imboccare la strada della ripresa, attraverso il rilancio dei territori dal punto di vista sociale, economico e ambientale”, il Presidente Cia.

 

Fonte: Confagricoltura, Copagri, Coldiretti, Cia