L’emergenza Coronavirus ha rapidamente stravolto il modo di fare di attività come ristoranti e bar, ma non solo, anche di caseifici con vendita diretta, aziende zootecniche di allevamento di animali da carne con laboratorio di macelleria annesso, agriturismi, etc. che, non avendo contemplato o comunque implementato in modo decisivo un sistema di consegna a domicilio, si trovano ora a fare i conti con questa alternativa visti i limiti imposti con le restrizioni su tutto il territorio nazionale. Ma non solo, l’autocontrollo oggi deve considerare in più il rischio microbiologico legato alla presenza di questo virus insidioso.
Un’alternativa, quindi, che chiede alle imprese di organizzarsi da un punto di vista produttivo, logistico e di sicurezza alimentare. Norma vuole che l’attenzione sugli aspetti igienico-sanitari sia sempre elevata, ma ai tempi del Coronavirus è necessario alzare il livello di guardia, per tutelare tanto i dipendenti quanto il consumatore finale. Cosa fare dunque per gestire al meglio il trasporto ai fini della sicurezza alimentare e della tutela della salute di tutti?
Viene in soccorso il team del Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale e loro Derivati (Azienda ULSS 7 Pedemontana – Veneto) con un Protocollo Food Delivery, nato dal lavoro di Fabrizio De Stefani in collaborazione con il collega Andrea Gazzetta e pensato in modo particolare per ristoranti e bar. Le indicazioni sono comunque anche per le altre tipologie di attività; nello specifico per quanto riguarda i negozi di vendita al dettaglio (macellerie, pescherie, etc.) dell’ULSS 7, il team sta inviando in questi giorni una nota specifica e si rende disponibile alla diffusione agli interessati che la richiederanno (scrivere a sicurezza.alimentare@aulss7.veneto.it).
Il Protocollo Food Delivery ricorda e suggerisce le buone pratiche già diffuse sul territorio nazionale per fronteggiare la diffusione del coronavirus su: igiene personale, pulizia dei locali, dotazione di dispositivi di protezione individuale, norme di distanziamento per evitare il sovraffollamento anche nei locali di produzione; viene inoltre ricordata la necessità da parte del lavoratore di segnalare al proprio datore di lavoro “qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro”, oltre le specifiche previste sui controlli all’ingresso di persone esterne e trasportatori. È fondamentale che tutte le misure da mettere in atto siano comunicate adeguatamente al personale.
Per quanto riguarda il trasporto, il Protocollo dà indicazioni utili per evitare le contaminazioni crociate degli alimenti trasportati e sugli aspetti da tenere in considerazione nel caso ci si affidi a trasportatori terzi. Nella fase di trasporto sarà cruciale rispettare le temperature (catena del freddo nel caso di prodotti deperibili) per evitare lo sviluppo microbico sulle matrici alimentari, utilizzare contenitori e packaging idonei agli alimenti provvedendo ad informare il cliente sul contenuto dei box con apposita etichettatura dei prodotti consegnati, non dimenticando la necessità di segnalare la presenza di eventuali allergeni.
Oltre a dare indicazioni agli operatori, il Protocollo Food Delivery rende disponibili alcune informazioni utili anche per i consumatori che si avvalgono delle consegne a domicilio, in particolare su come:
- ritirare il prodotto, nel rispetto delle norme di distanziamento ed utilizzando i DPI;
- conservare in casa alle temperature corrette gli alimenti in base alla loro deperibilità;
- gestire a livello domestico i prodotti, in particolare le modalità per un corretto consumo.
Il Protocollo Food Delivery è disponibile per il download qui.