La DGSAF (Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari), alla luce della circostanza che la Commissione europea – dopo aver esaminato l’uso dell’ossido di zinco in zootecnia e il rapporto rischio-beneficio per l’ambiente e resistenze antimicrobiche – ha negato nuove AIC e revocato quelle rilasciate, ha recentemente convocato una riunione nel corso della quale è stato delineato l’impegno della Direzione nel delineare le possibili proposte e tempistiche per una progressiva riduzione dell’uso dell’ossido di zinco.
Dopo una disamina degli eventi nonché dell’evoluzione normativa in argomento è stata illustrata la strategia che l’Italia ha adottato per arrivare a definire e proporre il suo ‘tempo do transizione’.
La DGSAF ha prodotto esaustive note (Nota prot. DGSAF/4370 del 15 febbraio 2017; Nota prot. DGSAF/3825 del 23 febbraio 20179) l’ultima delle quali ( Nota prot. DGSAF/4286 del 20 febbraio 2017) diretta alla raccolta dati sulle vendite dei medicinali veterinari contenenti ossido di zinco ed ha riferito che i dati raccolti, riferiti al periodo 2015-2016, non hanno evidenziato un picco di aumento delle vendite nel 2016, ipotizzabile come conseguenza della revoca della AIC di medicinali veterinari contenenti colistina in associazione con altri agenti antimicrobici pere somministrazioni orale.
Nel corso dell’incontro è stato illustrato che, allo stato attuale, l’alternativa all’impiego del medicinale – utilizzato per la prevenzione della diarrea post-svezzamento nei suinetti – deve rinvenirsi nel “miglioramento delle gestioni dell’allevamento, con riduzione dei fattori stressogeni”, nel “miglioramento della qualità dell’alimentazione”, nella “sensibilizzazione all’uso dei vaccini” fino ad arrivare alla “predisposizione di eventuali linee guida/protocollo per i veterinari e per gli allevatori”.
La discussione, che ha registrato gli interventi di tutti i presenti, ha portato alla conclusione che l’ossido di zinco al momento rappresenta una molecola importante in una fase di allevamento considerata critica per la salute ed il benessere degli animali e pertanto una sua revoca immediata potrebbe comportare effetti negativi ed è stata rimarcata la necessità di avere un tempo ragionevole per l’adeguamento delle pratiche di allevamento, la sensibilizzazione degli allevatori e dei veterinari, la sperimentazione di nuove molecole alternative, ed i cinque anni indicati nella decisione della Commissione Europea lo sono.
È stata quindi annunciata l’istituzione di un Tavolo tecnico per il monitoraggio, la sorveglianza ed il contenimento della resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici. Inoltre controlli intensificati sull’utilizzo di ossido di zinco come additivo potranno essere previsti in attuazione del Piano nazionale Alimentazioni Animali.
Per la DGSAF l’aumentata collaborazione tra veterinario aziendale e allevatore (relativamente a un’attività di sensibilizzazione sull’argomento) così come la collaborazione tra veterinario pubblico e veterinario aziendale rappresentano un modo per migliorare le attività di sorveglianza sul corretto utilizzo dei medicinali veterinari in generale, e di quelli contenenti ossido di zinco in particolare.
Fonte: Ufficio stampa FNOVI