L’ OSSERVATORIO SANA 2020 è promosso da BolognaFiere e a cura di Nomisma, con il patrocinio di FederBio e AssoBio ed il sostegno di ICE

Dati strutturali

I dati di Sinab del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali evidenziano come nel 2019 la superficie biologica sul territorio italiano sia cresciuta di 35.000 Ha rispetto al 2018 (+1,8%), sfiorando i 2 milioni di Ha (15,3% della SAU bio europea). Crescita italiana delle superfici bio che, letta nel lungo periodo, ha visto un incremento del 79% negli ultimi 10 anni. In termini assoluti l’Italia rappresenta il terzo Paese per superficie bio, preceduta da Spagna (2,35 milioni di Ha, +4,8% rispetto al 2018) e Francia (2,241 milioni di Ha, +10,1% rispetto al 2018).

L’Italia si distingue, però, per incidenza sul totale della SAU che oggi raggiunge il 15,8%, mentre per la Spagna si ferma al 10,1% e per la Francia all’8,1%. In parallelo la crescita riguarda anche il numero degli operatori biologici, che hanno raggiunto le 80.643 unità nel 2019 (+2% rispetto al 2018). Di questi, 58.697 sono aziende agricole che rispetto all’annualità precedente registrano una lieve flessione (-0,4%). Gli agricoltori-trasformatori sono la categoria che più è cresciuta (+14% rispetto al 2018), raggiungendo le 11.843 unità. Anche le aziende di trasformazione hanno fatto registrare un aumento più contenuto (+3%), raggiungendo le 9.576 unità. In crescita (+12%) anche il numero di importatori, pari a 527 nel 2019.

Le dimensioni del mercato BIO italiano

Complessivamente le vendite di biologico italiano sul mercato interno (considerando tutti i canali) oltrepassano nel 2020 (anno terminante agosto) i 4,3 miliardi di €. In particolare, 3,9 miliardi sono riferibili ai consumi domestici (+7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e poco meno di 500 milioni di € nell’away from home (che segna un calo importante del -27% rispetto all’anno precedente, riferibile all’impatto dei mesi di lockdown dei pubblici esercizi e agli effetti collegati alla didattica a distanza per il segmento della ristorazione collettiva).

Isolando il canale della ristorazione (commerciale e collettiva), il cui andamento riverbera gli effetti collegati agli impatti dello scenario disegnato dal Coronavirus, il mercato domestico conferma il trend positivo favorito dalla crescente attenzione dei consumatori italiani verso i prodotti green, local e sostenibili. Ne sono conferma il progressivo incremento delle famiglie acquirenti (88% ha avuto almeno una occasione di acquisto di un prodotto bio nel 2020 – survey Nomisma 2020 per Rivoluzione Bio – contro il 53% del 2012) e l’incidenza del bio sul totale del carrello alimentare (che passa dal 2,2% del 2014 al 3,6% di quest’anno). Analizzando nel dettaglio i singoli canali del mercato domestico, la distribuzione moderna si conferma canale elettivo delle vendite bio in Italia (poco più di 2 miliardi di € di vendite nel 2020, AT agosto, 53% del mercato domestico, +5% rispetto al 2019, AT agosto; fonte: Nielsen).

Ottime le performance nell’e-commerce in cui le vendite di biologico ,che rappresentano il 7% del totale e-grocery, registrano una crescita a 3 cifre (+143% rispetto al 2019, AT agosto) superiore a quella segnata dalle vendite online di
prodotti alimentari in generale (+125%). Dopo il boom segnato nel periodo lockdown (17 feb-3 mag), le vendite di bio
dell’e-commerce continuano a mantenere un ritmo di crescita elevato e più performante degli alimentari, in generale
riportando un +182% rispetto allo stesso periodo del 2019 (contro un +172% dell’e-grocery).

I negozi specializzati bio in catena ed indipendenti, (920 milioni di euro, 2020 AT agosto, 24% di quota sulle vendite a valore sul mercato domestico) segnano un balzo del +8%. Molto positiva la dinamica delle vendite nella componente altri canali” (che include negozi di vicinato, farmacie, mercatini, GAS, siti aggregatori di produttori…): con 836 milioni di € nel 2020 (22% del mercato domestico) mette a segno una crescita +10%). All’interno della distribuzione moderna (perimetrato al solo peso imposto), il canale più brillante è quello dei discount in cui le vendite di biologico nel 2020 sono cresciute dell’11% rispetto al 2019 (AT agosto), contro un +3% del libero servizio e un +4% di iper e super. L’evoluzione delle vendite distinte durate le 3 fasi (pre-durante-post lockdown), inoltre, vede il discount come canale dove la crescita del bio si conferma sostenuta, mentre il libero servizio piccolo mostra andamenti che riflettono le rimodulazioni di ri-canalizzazione, con un picco registrato durante il lockdown (+22%).

L’export BIO

Più che positiva, nonché superiore a quella registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso, la performance dell’export bio: nel 2019 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali, confermando il loro ruolo rilevante nel paniere dei prodotti Made in Italy (6% sull’export agroalimentare italiano totale), hanno raggiunto quota 2.425 milioni di € mettendo a segno una crescita del 7% rispetto all’anno precedente contro una variazione del +4% registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso (43 miliardi nel 2019). Nel 2020 l’export di prodotti biologici raggiungerà i 2.619 milioni di € (stime Nomisma) mantenendo un ritmo di crescita del 8% rispetto al 2019.

 

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