E’ di nuovo allarme su tasse e bollini sull’agro-alimentare per l’Onu. Il 2 novembre scorso, nel corso di una riunione informativa tenutasi a Ginevra, i sette Paesi del‪ ‬Foreign Policy and Global Initiative (Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia) hanno presentato un progetto di risoluzione sulla nutrizione, annunciando che verrà discusso dall’Assemblea Generale a partire da lunedi’  e con voto previsto entro l’anno. Il rilancio delle iniziative è finalizzato alla riapertura in sede di Assemblea Generale a New York del dibattito sugli alimenti “a rischio” in antitesi alle conclusioni della Dichiarazione Politica adottata da Capi di Stato e di Governo a fine settembre.

Come riportato da Onu Italia, alla riunione era presente il Rappresentante Permanente italiano, Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, il quale aveva già espresso in precedenza, in una lettera inviata a tutti i capi missione, preoccupazione per il linguaggio usato nel documento, in particolare per il paragrafo: “esorta gli Stati Membri a adottare politiche fiscali e regolatorie come la tassazione e le etichette da apporre su cibi e bevande insalubri”. Lo stesso Cornado ha ricordato che soltanto poco più di un mese fa, il 27 settembre, il Terzo Incontro ad Alto Livello sulla Prevenzione e il Controllo delle Malattie Non Trasmissibili aveva portato a una Dichiarazione Politica, adottata per consenso, il cui testo, negoziato con spirito costruttivo da parte di tutte le delegazioni, Italia inclusa, e successivamente incorporato nella risoluzione dell’Assemblea Generale A/RES/73/2 del 10 ottobre, costituiva un risultato positivo e bilanciato. Inoltre, l’Ambasciatore ha dichiarato che “non c’è menzione nella Dichiarazione del 27 settembre di ‘cibi e bevande insalubri’ o di ‘etichette efficaci sui prodotti’ o ancora di ‘restrizioni al marketing e alla commercializzazione di cibi insalubri‘”. Un aspetto importante, ricordato dall’Ambasciatore nel suo intervento, è che nella comunità scientifica c’è accordo sul fatto che non esistono “cibi sani” o “insalubri” ma piuttosto “diete sane” o “insalubri”. Cornado ha sottolineato poi la natura divisiva del nuovo testo che “non tiene conto delle decisioni prese dai Capi di Stato e di Governo solo un mese fa” e che e’ pertanto “inaccettabile per il governo italiano”.

Sulla riapertura del dibattito si è espresso anche il Ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio:”Non si tocchino i prodotti Made in Italy. Continuare a discutere sulla reintroduzione di indicatori di nocività sugli alimentari (le cosiddette “etichette a semaforo”), sulla base del contenuto di grassi, zuccheri e sale è veramente pretestuoso. Se alcuni Paesi presso l’OMS non vogliono ancora ragionare, dopo che a settembre è stata adottata una risoluzione che sottolinea invece che non esistono cibi “sani o insalubri”, ma solo “diete sane o insalubri“, allora daremo battaglia. È inaccettabile. Se anche l’Unesco ha dichiarato la Dieta Mediterranea Patrimonio immateriale dell’Umanità, come possiamo pensare che possa far male?”.