In occasione del Congresso organizzato tra il 10 e il 13 ottobre 2018 per il 50° anno dalla fondazione della Società Italiana di Buiatria, il Prof. Giovanni Sali parlerà della nascita della Società della quale fu tra i fondatori.

RUMINANTIA riporta un anticipo dell’intervento.

 

Nascita della Buiatria in Italia

Verso la metà del secolo scorso, in conseguenza dello sviluppo tecnologico e soprattutto della motorizzazione, si avviava alla sua conclusione la storia plurimillenaria del cavallo, animale indispensabile per la civiltà dell’Uomo con tutte le sue esigenze in pace e in guerra, nella maggior parte dei Paesi del mondo. Il cavallo era stato fino ad allora l’animale di maggiore interesse per la Medicina clinica veterinaria, peraltro culturalmente e professionalmente orientata verso la cura di tutte le specie animali, da reddito o d’affezione. Mentre per diverse specie da reddito (avicoli, suini, specie ittiche) si stava avviando il successo epocale dell’allevamento industriale, fra questi i bovini stavano diventando la specie di maggiore interesse clinico per la Medicina Veterinaria. Soprattutto la Veterinaria tedesca e quella mitteleuropea in generale avevano una notevole cultura ed esperienza della medicina bovina, realizzata anche in cliniche ospedaliere universitarie con numeri importanti di pazienti, come quella di Hannover, non a caso diventata il centro di referenza mondiale per la Medicina Bovina. Alla veterinaria del bovino venne attribuito anche il nome nuovo di Buiatria con valenza internazionale, cioè universale. I Veterinari pratici laureati in quegli anni non potevano ignorare la specificità e il valore universale della buiatria clinica tedesca. In quel senso esistevano anche rapporti di scambio a livello scientifico – cioè universitario – usualmente peraltro a senso unico.

Nel 1960 proprio ad Hannover – non a caso –  nasce la prima SOCIETA’ di BUIATRIA (unica al mondo) e che diventerà ben presto la madre di tutte le analoghe società nazionali.

I congressi della Buiatria di allora si ripetevano con cadenza biennale. Al 4° congresso mondiale, tenutosi a Zurigo nel 1966, erano presenti tre Veterinari Italiani: Giuseppe Gentile, Aldo Romagnoli e Giovanni Sali, quest’ultimo con la comunicazione sulla casistica dei primi 5 anni di lavoro dell’ospedale buiatrico Clinica Veterinaria S.Francesco. A Zurigo, in quella occasione, tra i tre colleghi italiani presenti nacque l’idea di fondare in Italia una società di Buiatria. L’idea venne accolta con decisione dal prof. Ennio Seren, clinico medico della Facoltà Veterinaria Milanese, che aveva già avviato un primo ambulatorio buiatrico universitario dalla sede universitaria di Torino. La nascente Società Italiana di Buiatria non voleva essere una pura associazione “parasindacale” di Veterinari pratici del bovino ma la conferma della scelta di riforma monospecie degli studi di medicina clinica veterinaria che stava maturando anche in Italia.

Dopo due anni di discussione, in particolare con il mondo accademico veterinario italiano, finalmente nel Settembre del 1968 nell’Aula Magna della Clinica Medica Veterinaria di Bologna, auspice il prof. Albino Messieri, venne istituita la Società Italiana di Buiatria (con lo stesso Statuto della Società Mondiale).

Tra i 23 fondatori, 8 Clinici medici universitari, 6 Veterinari Pratici, 4 Ginecologi ostetrici universitari, 3 Veterinari degli Zooprofilattici e 2 Chirurghi veterinari Universitari. Alla neonata società – presidente il prof. Ennio Seren – aderirono subito entusiasticamente quasi 1000 Veterinari pratici italiani. Nel 1969 si tenne a Piacenza il primo congresso nazionale, con oltre 300 partecipanti entusiasti, Universitari e Veterinari pratici.

La Buiatria, cioè la Medicina veterinaria del bovino, conobbe in quegli anni uno sviluppo scientifico e pratico straordinario. Di fatto la Buiatria contribuì in maniera decisiva alla messa in sicurezza ed allo sviluppo dell’allevamento bovino italiano, anzitutto con il risanamento e la liberazione dalle grandi malattie infettive, acute e croniche, che pregiudicavano l’esistenza stessa dell’allevamento, ma anche con la medicina della riproduzione e l’introduzione delle biotecnologie riproduttive (F.A. ed embryo transfer) e l’approfondimento delle tematiche fisiopatologiche legate alla moderna nutrizione e malattie collegate. Senza l’opera dei Veterinari Buiatri non sarebbe stata possibile la moderna zootecnia bovina, sia da latte che da carne.

Dopo la nascita della Società Italiana di Buiatria, la prima società nazionale collegata alla società mondiale, la Buiatria scientifica si diffuse progressivamente in tutto il mondo.