I fatti. La Conferenza Stato Regioni, ossia il luogo dove avviene la negoziazione politica tra il governo, le amministrazioni regionali e delle provincie autonome, decide  il taglio del finanziamento pubblico, che passa da 22.5 milioni di euro a 7, all’Associazione Italiana Allevatori che in virtù della legge 30/1991 ha in delega esclusiva la selezione genetica in Italia. La notizia, o meglio la decisione del Governo, si diffonde la sera del 26 Giugno 2017. Di fatto, lo Stato ha deciso d’interrompere la selezione genetica italiana e il supporto tecnico agli allevatori ritenendola spesa superflua. 7 milioni potrebbero essere forse sufficienti ad una bocciofila per organizzare un tour di serate del Liscio.

Qualche indignata reazione di alcuni assessori regionali, della Confagricoltura che ribadisce l’illegalità di avere concesso in esclusiva ad AIA la selezione genetica, e il silenzio di tutti gli altri; poi il Governo cambia idea e il giorno 28 Giugno 2017, prima ANSA alle ore 17.36 e poi la Conferenza Stato Regioni alle 18.26, diffondono la notizia che il Ministero della Sviluppo Economico ha trovato 10 milioni e quello delle Risorse Agricole 5. Per un totale di 15 milioni di euro.

Quando abbiamo appreso queste notizie siamo stati ovviamente contenti, perché tanti lavoratori si sono salvati e perché la selezione genetica così può proseguire. Contemporaneamente però siamo sconvolti ed estremamente indignati. Il Governo italiano aveva condannato a morte l’Associazione Italiana Allevatori tramite quello che ci auguriamo essere stato un processo democratico. Avrà attentamente soppesato i pro e i contro di un’operazione di così alta gravità circondato dai massimi esperti viventi di macroeconomica agro-alimentare planetaria e dai guru della genetica. Mentre AIA era sul patibolo è arrivata la grazia e quindi ci dobbiamo sentire in obbligo di ringraziare il o i salvatori. E chi sono se tutti erano presenti alla Conferenza Stato Regioni dove è stato emesso il verdetto di morte? E perché questo assordante silenzio sindacale?

Tutta la vicenda puzza veramente di bruciato. Sembra quasi una pantomima costruita ad arte per avere un eroe da ringraziare e a cui ricambiare un favore. Capiamo che la politica ha le sue regole ma ci vorrebbe un po’ di rispetto per la filiera che sta trainando la ripresa dell’economia del nostro paese e per la nostra intelligenza. Siamo veramente stanchi di questi eroi che nessuno vuole e che ogni tanto salvano in estremis la nostra agricoltura e la nostra zootecnia. Abbiamo bisogno di qualcuno che sia in grado di tracciare un percorso che faccia in modo che la nostra zootecnia sia sempre al passo con i tempi e anzi che li anticipi, altrimenti saremo in grado di “andare in paradiso anche a dispetto dei santi”.