La fase di asciutta delle bovine da latte, e più in generale dei ruminanti da latte, si divide in tre fondamentali momenti: la messa in asciutta, la fase centrale e la preparazione al parto. Non sempre negli allevamenti queste tre fasi fisiologiche coincidono con raggruppamenti fisici e cambi di razione. Errori nella gestione e nella nutrizione possono avere un impatto negativo su salute, fertilità e produttività di questi animali nella successiva lattazione.

L’ultima fase della gravidanza coincide con la preparazione al parto, o close-up, che è anche la prima fase della transizione verso la lattazione (fase di transizione). Nelle ultime tre settimane di gravidanza le bovine subiscono una vera e propria rivoluzione del loro metabolismo alla quale reagiscono molto individualmente: la standardizzazione di protocolli della gestione della preparazione al parto è dunque spesso assai difficile, per alcuni aspetti pericolosa. A testimonianza di questo basti pensare che, a fronte di un’immane disponibilità di evidenze scientifiche e di esperienze empiriche, la prevalenza di quelle malattie metaboliche che si generano e si manifestano nella fase di transizione è ancora molto elevata. Per trovare “il bandolo della matassa” e personalizzare le soluzioni azienda per azienda, il metodo attraverso il quale gestire la fase di transizione, e specialmente la preparazione al parto, include l’aggrapparsi agli aspetti fisiologici di questa fase ed il perché le vacche devono essere asciugate e preparate al parto successivo.

La mungitura delle bovine da latte viene interrotta dai 45 ai 60 giorni prima del parto per permettere alla mammella di risanarsi dai batteri patogeni che potrebbero averla contaminata durante la lattazione, per consentire al fegato di esportare i trigliceridi che si sono accumulati a causa degli eccessivi dimagrimenti o per l’abuso di grassi somministrati e per ricostruire le riserve di proteine labili.

Per gli allevamenti che praticano l’asciutta convenzionale, ossia di 60 giorni, è consigliabile fare in modo che le tre fasi d’asciutta coincidano con gruppi diversi e diverse razioni. Per chi invece ha optato per l’asciutta breve di 45 giorni è importante avere sempre tre gruppi, anche se questo è molto stressante per gli animali, e due diete. La fase di messa in asciutta, se gestita a regola d’arte, dura circa 7 giorni mentre una preparazione al parto non deve durare meno di 20 giorni effettivi.

In caso di asciutta convenzionale, le bovine trascorrono circa 30 giorni nella fase centrale d’asciutta, mentre in caso di asciutta breve solo 15 giorni. Pertanto la razione delle bovine in asciutta e preparazione al parto sarà la medesima nel caso di asciutta breve, mentre potrà essere differente nel caso di asciutta convenzionale. Negli allevamenti che hanno scelto l’asciutta breve sarà molto difficile formulare una buona razione e una buona soluzione sarebbe l’installazione di autoalimentatori con i quali somministrare un mangime al quale aggiungere additivi come i sali anionici, la colina e gli aminoacidi rumino-protetti e gli antiossidanti che, per costi ed effetti collaterali, non è bene utilizzare nella fase centrale dell’asciutta. Pertanto, in casi di asciutta breve, le bovine nella fase centrale dell’asciutta e in preparazione al parto possono essere allevate in un unico gruppo: si tratta di una scelta manageriale molto favorevole per il controllo dello stress.

Negli allevamenti che spostano troppo tardi le bovine nei gruppi di preparazione al parto, perché hanno l’asciutta troppo affollata, calcolano male i giorni di gravidanza o che somministrano razioni troppe energetiche oppure poco appetibili, si possono verificare casi di chetosi e/o acidosi sub-clinica già durante questa fase. Un’elevata prevalenza di queste due gravi ed insidiose malattie metaboliche nelle ultime settimane di gravidanza è in grado di compromettere irreversibilmente la salute, la fertilità e la produzione della lattazione successiva. La combinazione di razioni troppo “ricche” somministrate per meno di 20 giorni prima del parto spesso mette in discussione la validità stessa di spostare gli animali in specifici gruppi e di somministragli un’apposita razione. E’ invece altamente consigliabile modificare la gestione e l’alimentazione delle bovine nelle ultime tre settimane di gravidanza al fine di prevenire le malattie metaboliche della fase di transizione e avere una precoce ripresa dell’attività ovarica dopo il parto.

Per qualsiasi modalità di soluzione adottata, in questa fase è di fondamentale importanza evitare il sovraffollamento e dotare il reparto di adeguata attrezzatura per il raffrescamento. Per monitorare che le scelte fatte siano corrette, in preparazione al parto è bene monitorare costantemente i seguenti parametri:

  • ingestione effettiva di sostanza secca;
  • rifiuto selettivo di determinati alimenti;
  • prevalenza nel post-parto di collasso puerperale, ritenzione di placenta, chetosi, metrite puerperale e dislocazione dell’abomaso;
  • profilo ematochimico minerale comprensivo di NEFA e BHBA.

E’ inoltre altamente consigliabile predisporre in allevamento delle sale parto individuali dove far partorire le bovine.