Come noto, dal 1° gennaio 2019, sarà obbligatoria per tutte le società, ditte e professionisti l‘emissione di fatture in formato elettronico. Sono esentate solo alcune categorie che hanno regimi fiscali speciali. Ricadono invece sotto l’obbligo suddetto le aziende agricole.
L’emissione di fattura elettronica significa in sostanza inviare la fattura in un formato elettronico preciso e codificato, anziché al cliente ad una piattaforma dell’Agenzia delle Entrate, la quale verificata la correttezza formale del documento rispetto allo standard previsto, provvederà ad inoltrarla al cliente. Il soggetto in questione dunque inoltrerà le proprie fatture attive al Sistema di Interscambio (SDI) e dallo stesso SDI riceverà le fatture passive da altri emesse.
Tale obbligo vale per le fatture che porteranno data successiva al 31 dicembre 2018. Le fatture emesse ai primi di gennaio relative all’anno 2018 potranno invece essere emesse nel modo tradizionale.
Il motivo per il quale viene esteso l’obbligo di fatturazione elettronica, già in vigore per i rapporti con la Pubblica Amministrazione, è legato alla lotta all’evasione fiscale. Gli apparati di controllo ritengono che la disponibilità su supporto elettronico del ciclo della fatturazione di tutto il Paese faciliterà i controlli e costituirà un importante strumento di contrasto all’evasione fiscale. L’emissione di fattura elettronica comporta la conservazione elettronica della fattura stessa.
Nella maggior parte dei Paesi Europei, la fatturazione obbligatoria è un’opzione. Tanto che è necessario chiedere l’autorizzazione agli Uffici europei affinchè un Paese possa introdurne l’obbligo. Cosa che l’Italia ha fatto. Il Portogallo è l’unico Paese in Europa ad avere introdotto tale obbligo nel 2012. Nel mondo, tale obbligo è in vigore in alcuni Paesi quali Messico, Cile e Brasile.
Il percorso attraverso il quale lo Stato Italiano giunge al 1° gennaio 2019 è dunque lungo e coinvolge le scelte di diverse Legislature, di diversi Governi e di diversi orientamenti politici.
Da un punto di vista operativo, credo sia necessario distinguere tra imprese medio-grandi, dotate di un adeguato supporto di amministrazione interna e le aziende artigianali, agricole ed i professionisti. Queste ultime tipologie di impresa basano la loro forza sul lavoro, nelle diverse forme nelle quali questo si declina. Esse non sono dotate di un Ufficio Amministrativo. Ogni aggravio burocratico, oltre che un costo, ha l’effetto di distogliere tempo e risorse preziose dal lavoro vero e reale. La competenza da acquisire è infatti la medesima, sia che si tratti di emettere tre fatture al mese, come è il caso della maggior parte delle aziende agricole (fattura latte, fattura vacche e fattura vitelli), sia che si tratti di emetterne trecento. L’alternativa è esternalizzare il servizio all’Associazione di categoria o allo Studio Commercialista. Cosa che sta avvenendo puntualmente. Salvo coloro che decidono di avvalersi in toto del portale dell’Agenzia delle Entrate, acquisendo personalmente le competenze necessarie.
Permettete ora una considerazione personale: non mi è chiaro il motivo per il quale l’obbligo della fatturazione elettronica possa costituire deterrente all’evasione fiscale. Né mi è chiaro il motivo per il quale a fronte di affermazioni di principio di lotta alla burocrazia, nei fatti si proceda in direzione esattamente contraria.
Credo valga la pena ricordare le parole di Winston Churchill:
“Molte persone vedono l’impresa privata come una tigre feroce, da uccidere subito.
Altre invece come una mucca da mungere.
Pochissime la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro.“