Puntare sulla comunicazione della qualità dei prodotti Made in Italy e sulla semplificazione dell’operatività. Ministro Bellanova: “Non dobbiamo inseguire i prezzi bassi ma spiegare perché i nostri prodotti costano di più. Dobbiamo educare i consumatori e lo dobbiamo fare con le campagne di comunicazione.”

Si è tenuta il 10 dicembre al Mipaaf una nuova tappa de #IoStoColMadeInItaly, iniziativa ideata dall’Agenzia Klaus Davi & CO, in collaborazione con Filippo Gallinella, Presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera.

Molti sono stati gli aspetti affrontati negli scorsi incontri, dal concetto di Made in Italy, al commercio, le dogane e il protezionismo. Oggi ne parliamo con i Consorzi di Tutela e non solo”, ha affermato L’On. Filippo Gallinella aprendo i lavori.

 “Obiettivo del movimento è imporre all’agenda della politica e delle istituzioni la questione del Made in Italy. Quando siamo partiti un anno fa questo tema non era una priorità ma con i dazi è diventato centrale nell’agenda politica. C’è sensibilità su questo argomento però si tende a seguire l’onda del tema del giorno che rischia di farlo di passare in secondo piano. Questa iniziativa nasce per tentare di imporre un percorso nell’agenda politica che non sia non frutto delle emergenze ma che sia propositivo” ha spiegato Klaus Davi, giornalista e opinionista televisivo ideatore della campagna.

Massimo Gargano, Direttore generale dell’ANBI, Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, ha aperto il suo intervento ringraziando l’On. Gallinella per gestione innovativa e coraggiosa del suo lavoro come presidente Commissione Agricoltura. “Se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo è che l’Italia, la sfida dell’occupazione e dell’economia la vince con l’originalità e la distintività che trae dai territori, dalla tradizione e dal cibo. Con questi prodotti il nostro Paese vince sui mercati mondiali”, ha affermato il direttore dell’ANBI.

Cesare Baldrighi, Presidente di OriGIn Italia, associazione che riunisce una parte importante delle denominazioni italiane, ha proseguito sottolineando l’importanza del legame tra territori e prodotti alimentari, fondamentale per le IG ma che ha preso forza anche fuori dal Paese. Ha quindi evidenziato la necessità di semplificare la vita operativa quotidiana dei Consorzi, favorendo così lo sviluppo dei prodotti e delle denominazioni che hanno necessità di crescere.

Il nostro primo compito – ha affermato Baldrighi – è mettere a disposizione delle IG strumenti e supporto per lo sviluppo delle varie produzioni. Il panorama è molto variegato, si va da prodotti lattiero-caseari a quelli vegetali, cosa che ci mette di fronte a situazioni diverse. Oltre a questo, l’altro elemento distintivo è nella varietà di dimensioni dei Consorzi: ce ne sono alcuni molto forti, organizzati e ampi che hanno necessità di internazionalizzare per accedere a nuovi mercati ma anche altri più piccoli che hanno bisogno di maggiore sostegno. In questo tipo di organismi bisogna tenere conto dei piccoli e dei medi non solo dei grandi.

Altro tema affrontato nel corso della tavola rotonda è quello delle imitazioni e dei tentativi di emulazione del Made in Italy, su cui Baldrighi è intervenuto ribadendo l’importanza di una politica di educazione alimentare. “Per fare in modo che i cittadini abbiamo una giusta percezione del prodotto bisogna educarli a riconoscerlo. Non basta quindi la repressione”, ha concluso.

E’ intervenuto anche Giuseppe L’Abbate, sottosegretario di Stato del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, che si è espresso sull’importanza di raccontare il Made in Italy anche in modo positivo. “Spesso nelle trasmissioni tv si parla degli scandali e delle denunce – ha affermato L’Abbate – ma bisogna anche far conoscere le nostre attività in senso positivo. Oggi il focus è sui Consorzi che rappresentano il legame diretto con il territorio. Anche in questo campo siamo campioni in Europa, con fatturati notevoli. Siamo campioni anche in termini di controlli, l’ICQRF fa infatti un lavoro straordinario, anche sulle piattaforme online. Per quanto riguarda la contraffazione, la politica cosa può fare? Abbiamo una legge sui reati agroalimentari che risale al 1938, a gennaio discuteremo un nuovo DDL su questa materia.

Sempre sul problema della contraffazione dei prodotti Made in Italy, Marco Mergati di INDICAM, Centromarca per la lotta alla Contraffazione ha sottolineato il vantaggio competitivo che può derivare dalla capacità creativa ma soprattutto dalla proprietà intellettuale.

Anna Flavia Pascarelli, Dirigente dell’Ufficio Agoalimentare di ICE Agenzia, ha quindi presentato il lavoro dell’agenzia per la promozione del Made in Italy, comprese le campagne di comunicazione sui mercati esteri per raccontare i prodotti italiani e contrastare il fenomeno dell’Italian sounding. “Il fenomeno dell’emulazione è difficile da sradicare. Per contrastarlo è importante fare un lavoro di educazione anche del consumatore estero che deciderà poi, in base al racconto che abbiamo fatto del prodotto, se comprarne uno italiano o uno che lo emula”, ha spiegato la Dirigente di ICE Agenzia. Tra le attività di ICE c’è anche il sostegno alle fiere internazionali che si svolgono in Italia, aumentando il traffico delle delegazioni estere per consentire alle aziende italiane un ampio confronto con rappresentanti di realtà d’acquisto provenienti da tutto il mondo. Ci sono poi i contratti con la GDO internazionale per aumentare la componente di prodotti italiani sugli scaffali, spesso accompagnati da iniziative di informazione in loco per raccontare le caratteristiche del prodotto. Per le sue attività ICE punta sulla multicanalità: il suo impegno riguarda infatti anche l’e-commerce, con accordi con principali Marketplace, come ad esempio quello Alibaba dello scorso anno e quello con Amazon ancora in corso. “L’auspicio è che si possa continuare a lavorare in modo sinergico per continuare la promozione del Made in Italy anche all’estero. Per chi invece ha bisogno di internazionalizzazione c’è bisogno di prassi più snelle”, ha concluso la Dott.ssa Pascarelli. E’ seguito un interessante confronto con alcuni dei Presidenti di Consorzi Dop, Doc e Igp presenti dal quale sono emersi molti spunti interessanti, accolti con interesse dall’On. Gallinella.

Al centro del dibattito anche la recente questione dell’etichetta Nutriscore. “Il Parlamento si è già espresso sul fatto che le etichette non devono dare indicazioni fuorvianti – ha assicurato il Presidente della Commissione Agricoltura – Non esistono cibi nocivi ma solo comportamenti sbagliati. E’ inutile spaventare il consumatore con un bollino rosso, è una questione di educazione alimentare. Continueremo a farci sentire a Bruxelles.”

Sempre nel corso della tavola rotonda, Klaus Davi ha presentato la prima Banca Dati dei Consorzi Italiani, realizzata dalla sua Agenzia di comunicazione di impresa, che dipinge un quadro generale del mondo consortile italiano che conta ormai più di 1000 realtà. Per quanto riguarda la distribuzione regionale, la Lombardia è in testa con il 16,08% del totale consorzi italiani, seguita dal Veneto (10,98%) e dall’Emilia Romagna (10,49%). Il settore agroalimentare si aggiudica il 23% dei consorzi, ripartiti in vino (31,23%), frutta e verdura (19,65%), formaggi e latticini (13,33%), salumi (10,18%) e olio (6,67%); la voce “altro” è al 18,95%. Lo scopo della ricerca è fare una prima mappa dei Consorzi in Italia, incrementando trasparenza di questo settore. “La prossima tappa sarà premiare i Consorzi che sono più attivi e trasparenti sul mercato, ecco perché stiamo raccogliendo questi dati”, ha anticipato il giornalista.

La mattinata è stata anche un’occasione per la presentazione di una ricerca del Censis sul percepito delle Eccellenze Italiane.

L’Italia è il Paese più autodenigratorio del mondo. Tendiamo a considerarci peggio di come ci vedono gli altri”, ha evidenziato Giulio De Rita, ricercatore del Censis. “Il Made in Italy è fatto di 3 elementi: lo stile di vita (spesso il punto più denigratorio), le emozioni date dall’italianità e poi il prodotto vero e proprio.” La ricerca ha analizzato queste componenti più nel dettaglio. Per quanto riguarda il prodotto, cosa cercano i consumatori nel prodotto italiano? Secondo i dati raccolti, le componenti più forti sono la qualità (30%) e la bellezza (29%) del prodotto. Al terzo posto troviamo invece l’autenticità (23%), seguita dalla forza evocativa (18%). Di cosa è fatto invece lo stile di vita italiano? Ricercatezza (42%), bellezza (38%), gioia (12%) e infine lentezza (8%). L’esperienza d’Italia, realizzata o immaginata, è invece soprattutto sensoriale (45%), poi formativa (25%), partecipativa (21%) e di rappresentazione di sé (9%).

Questo immaginario cambia con una velocità notevole. Abbiamo un patrimonio molto evocativo e forte, e il percepito è ottimo. Interessante il dato sull’autenticità che potrebbe essere alla base del fenomeno di evocazione e contraffazione”, ha commentato De Rita.

All’evento ha partecipato anche il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, che con il suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza della comunicazione della qualità del Made in Italy.

Credo che il Made in Italy vada assolutamente valorizzato. Siamo esportatori molto importanti ma purtroppo siamo anche molto copiati. Solo nell’agroalimentare – ha affermato il Ministro – ogni anno vengono esportati prodotti per 42 miliardi di euro e allo stesso tempo vengono copiati prodotti per 100 miliardi di euro, utilizzando fraudolentemente il marchio Made in Italy o facendo riferimenti illeciti al nostro Paese. Perdiamo così molta ricchezza che potrebbe invece essere investita nelle nostre imprese. Dobbiamo intervenire sulla normativa e sugli strumenti, ma anche sulla comunicazione, e contrastare la logica dei dazi che è dannosa per il nostro Paese. Non risponderemo ai dazi con altri dazi perché se una politica è sbagliata lo è per tutti, ma con una grande campagna di comunicazione, in paesi che si possono permettere il costo del Made in Italy, per farne conoscere la qualità. Voglio dire ai cittadini americani che l’aumento dei dazi non crea solo un danno economico ai paesi colpiti ma rischia di privarli della qualità che è riconosciuta a nostri prodotti.

E’ necessario investire sulla trasparenza – ha proseguito Teresa Bellanova – il cittadino deve sapere cosa sta mangiando attraverso la tracciabilità obbligatoria ed un etichettatura trasparente. Noi non dobbiamo inseguire i prezzi bassi ma spiegare perché i nostri prodotti costano di più. Dobbiamo educare i consumatori e lo dobbiamo fare con le campagne di comunicazione. Se al supermercato trova un prodotto che costa meno del suo costo di produzione, il consumatore deve sapere che il suo risparmio si sta scaricando su un imprenditore in sofferenza, su un lavoratore sfruttato e sulla sua stessa salute per la bassa qualità delle materie prime. Ma nessuno può vincere questa battaglia da solo, bisogna fare sistema.

La tavola rotonda si è quindi conclusa con la premiazione da parte del Ministro Bellanova delle 7 imprenditrici vincitrici della prima edizione del Premio “DONNE PER IL MADE IN ITALY” che si sono distinte per la loro capacità di innovare e contribuire alla crescita dell’agroalimentare italiano nel mondo:

– Barbara De Rigo, direttore marketing house brand De Rigo;

– Maura Latini, Amministratore Delegato COOP Italia;

– Rossella Liberti, cofondatrice di Picogrammo, Gruppo Liberti;

– Chiara Lungarotti, amministratore delegato Gruppo Cantine Giorgio Lungarotti;

– Valentina Mercati, vicepresidente del Gruppo Aboca;

– Giannola Nonino, Presidente di Nonino Distillatori, Grappa Nonino;

– Alessia Zucchi, Amministratore Delegato Oleificio Zucchi.