Italia, Grecia e Repubblica Ceca hanno bocciato il testo sull’etichettatura di origine e nutrizionale proposto dalla Presidenza tedesca del Consiglio. In assenza di unanimità, la Presidenza ha proceduto ad adottare il testo come conclusioni solo a suo nome e non del Consiglio, con un valore politicamente più debole.

No ad un testo di conclusioni del Consiglio che non riflette la nostra visione ed e’ frutto di un approccio non neutrale“: così la Ministra Bellanova nel corso del dibattito di ieri in Consiglio Agricoltura e Pesca del’UE in tema di etichettature nutrizionali e di origine.

Se ci si dota di uno schema UE armonizzato, non si può permettere che sussistano schemi nazionali creati a partire da presupposti diversi“, ha sottolineato Bellanova commentando alcuni dei passaggi del testo non soddisfacenti per l’Italia. “La convivenza tra un nuovo schema UE armonizzato e gli schemi attuali non farà altro che creare maggior confusione e ostacoli al mercato interno“.

E ancora: “Il testo di conclusioni ipotizza uno schema immediatamente comprensibile, che non richieda conoscenze in materia nutrizionale. In questo campo“, ha proseguito la Ministra, “non esistono però soluzioni facili: quest’approccio va radicalmente rivisto se veramente abbiamo a cuore una informazione corretta a garanzia della salute dei consumatori e di stili di vita sani. Se i cittadini si sono allontanati dalle diete tradizionali per abbracciare stili di alimentazione meno salutari, non si risolve il problema indirizzando le loro scelte con semplicistiche classificazioni degli alimenti in buoni e cattivi. Li dobbiamo “conquistare”, spiegando in modo trasparente che cosa una singola porzione di prodotto apporta alle loro esigenze e prevedendo campagne educative che insistano su varietà, moderazione, giusta combinazione degli alimenti, frequenza raccomandata di consumo, modalità di cottura. Sono questi i segreti del successo delle diete tradizionali come quella Mediterranea. Che non si sostituiscono con un colore, tanto meno per colmare presunte disuguaglianze sociali: queste si colmano, al contrario, dotando chi ha meno mezzi di migliori strumenti di comprensione dei messaggi“.

Infine: “Mi sorprende la reticenza a richiamare, nel testo proposto dalla Commissione, l’articolo 35 del Regolamento 1169. Norma vigente, che solo l’Italia ha attuato con lo schema Nutrinform Battery, e che viene volutamente messa da parte, senza che vi siano prove della sua inefficacia, per un interesse che non è né dei consumatori né del mondo agricolo“. Sono queste le ragioni per cui Bellanova ha espresso voto contrario, sostenuta da Grecia e Repubblica Ceca. I tre Paesi hanno anche chiesto di mettere a verbale una dichiarazione congiunta che ripropone  i principi condivisi in vista di un futuro schema armonizzato europeo di etichettatura nutrizionale fronte pacco: volontarieta’, carattere informativo e non prescrittivo, esclusione delle Dop e Ig.

Il Consiglio di ottobre“, ha detto Bellanova nel corso dell’intervento, “si è già espresso sulla Strategia Farm to Fork e i due anni che ci separano dalle proposte legislative della Commissione offriranno altre occasioni per approfondire ulteriormente il dibattito tra Stati membri“.

Quanto all’etichettatura d’origine Bellanova ha rigettato una terminologia volta a indirizzare verso determinati obiettivi la valutazione di impatto.Non si è dimostrato alcun impatto negativo delle etichettature obbligatorie già esistenti”, ha sottolineato con forza la Ministra, “e dunque giudico tendenziosa l’attenzione al presunto impatto sul mercato comune dell’estensione dell’obbligo. Non condividiamo inoltre“, ha concluso Bellanova, “la priorità per prodotti come latte e carne. L’Italia chiede l’indicazione obbligatoria dell’origine di tutti i prodotti alimentari, a partire certamente da quelli per noi prioritari, come pasta, riso e derivati del pomodoro e ovviamente anche latte e carne“.

In assenza di consenso unanime, la Presidenza ha proceduto ad adottare il testo come conclusioni solo a suo nome. Conclusioni che pertanto rappresentano solo il punto di vista della Germania e non hanno valore di orientamento per la Commissione in vista delle future proposte legislative.

Positivo il parere dei sindacati agricoli sulla scelta italiana

E’ una vittoria del Made in Italy oggi a Bruxelles, con lo stop di un dossier strategico che avrebbe messo a rischio molti dei prodotti agroalimentari di qualità, prima di tutto quelli italiani, apportando più danni che benefici”. E’ questo il commento favorevole del presidente Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, dopo che l’Italia, grazie all’impegno della ministra Teresa Bellanova, ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agrifish in materia di etichettature nutrizionali.

Bisogna informare, non condizionare le scelte alimentari dei consumatori – dichiara Scanavino – le indicazioni in etichetta devono essere chiare e oggettive, finalizzate a informare e a non condizionare le scelte alimentari“.

Non possiamo accettare un sistema europeo di etichettatura alimentare che identifica come pericolosi per i consumatori i prodotti che sono alla base della Dieta Mediterranea”. E’ il commento del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “Il nostro impegno non finisce qui e, siamo certi, neanche per il Governo e la ministra Bellanova, che ringraziamo per la sua battaglia che ha avuto come risultato proprio quello di impedire il varo all’unanimità del testo”.

La votazione di oggi indica un orientamento politico che non impegna legalmente la Commissione, – precisa il presidente di Confagricoltura – alla quale spetta la formale presentazione delle proposte legislative. Dobbiamo quindi continuare a lavorare per bloccare un sistema che valuta solo gli ingredienti senza riferimento alle sane abitudini alimentari.

Il documento presentato ai Ministri avrebbe costituito un approccio poco ambizioso – sottolinea la Coldirettianche per quanto riguarda l’obbligo di indicazione di origine obbligatoria, limitandosi a citare solamente il latte e le carni mentre l’obiettivo della trasparenza sulla provenienza degli alimenti deve riguardare tutti i prodotti“.

E’ un passo importante per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera nell’Unione Europea all’etichetta nutrizionale a colori che boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

E’ inaccettabile che mentre da un lato si continui a evidenziare l’importanza della dieta mediterranea, riconosciuta nel 2010 dall’UNESCO quale bene protetto e in quanto tale inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità, dall’altro si tenti di fatto di affosarne i prodotti simbolo, quali olio d’oliva, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma, ma anche alimenti di alta qualità come quelli a indicazione geografica, ricchi peraltro di importanti nutrienti, che corrono il serio rischio di venire ‘bollati’ come pericolosi per la salute a causa del loro contenuto di grassi, sale e zuccheri e in relazione a un sistema di calcolo fuorviante che non tiene conto di numerosi parametri”, sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina.

Chiediamo alla ministra della Politiche Agricole Teresa Bellanova di continuare a tenere alta l’attenzione, in quanto nonostante il veto del nostro Paese, che ha sensibilmente diminuito la portata delle conclusioni presentate dalla presidenza tedesca dell’UE, l’approvazione del Nutriscore è stata solo rinviata”.

 

 

Fonte: Mipaaf, CIA, Confagricoltura, Coldiretti