Le dichiarazioni di Zaia e Shaurli

Gli Stati dell’Unione Europea non possono adottare misure di emergenza concernenti alimenti e mangimi geneticamente modificati senza che sia evidente l’esistenza di un grave rischio per la salute o per l’ambiente. Lo ha indicato la Corte di Giustizia europea in una sentenza riguardante il caso di un coltivatore italiano, penalmente perseguito perché, nel 2014, aveva coltivato mais MON 810 in violazione del decreto dell’Italia del 2013 che lo vietava.

La Corte ricorda anche che in quell’occasione l’Italia aveva chiesto alla Commissione di adottare misure di emergenza alla luce di alcuni nuovi studi scientifici realizzati da due istituti di ricerca italiani. Sulla base di un parere scientifico emesso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), la Commissione ha concluso che non vi erano nuove prove scientifiche a supporto delle misure di emergenza richieste che fossero capaci di invalidare le proprie precedenti conclusioni sulla sicurezza del mais MON 810.

Nel 2013 il governo italiano aveva comunque adottato un decreto che vietava la coltivazione del MON 810 nel territorio italiano. La Corte ricorda “che tanto la legislazione alimentare dell’Unione quanto la legislazione dell’Unione concernente gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati sono volte ad assicurare un livello elevato di tutela della salute umana e degli interessi dei consumatori, garantendo al contempo l’efficace funzionamento del mercato interno, del quale la libera circolazione degli alimenti e dei mangimi sicuri e sani costituisce un aspetto essenziale. Il principio di precauzione, inoltre – sollolinea la Corte – che presuppone un’incertezza sul piano scientifico in merito all’esistenza di un certo rischio, non e’ sufficiente per adottare tali misure”.

Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia,  ha espresso tutta la sua contrarietà alla sentenza della Corte Europea di Giustizia e che ha stabilito che la Commissione o gli Stati membri non hanno la facoltà di adottare misure come il divieto della coltivazione di prodotti ogm, se non è accertato che essi possano comportare un rischio grave per la salute umana, per gli animali, o per l’ambiente.

“Sulla base di questa sentenza i consumatori saranno ridotti a vere e proprie cavie, sulla quali sperimentare se gli ogm fanno male o no. Per contrastare tale pericolosa assurdità mi auguro nasca un vasto movimento di popolo, composto da tutti coloro che hanno a cuore il valore della biodiversità e delle produzioni agricole tipiche. E’ “Un grave assist alle multinazionali – incalza il presidente veneto – in un quadro generale nel quale il mondo scientifico è spaccato in due, tra chi valuta non pericolosi i prodotti geneticamente modificati e chi invece ne asserisce la rischiosità. Gravissimo è il danno che ne riceveranno l’Italia e il Veneto, rispettivamente con quattromilacinquecento e 350 prodotti tipici di alta qualità, che rischiano di essere spazzati via. Rischiamo di essere tutti schiavi delle multinazionali, ed è purtroppo reale – aggiunge il presidente del Veneto – la prospettiva che, per coltivare uva senza semi non potremo più acquistare e coltivare il seme che la produce, ma dovremo comperare la piantina dalla multinazionale di turno”. “Questo – conclude Zaia – è un lampante esempio di quell’Europa che non ci piace”.

“In Italia le coltivazioni Ogm sono e restano vietate. Le battaglie individuali e attualmente anacronistiche sono argomenti che non possono riguardare gli interessi generali di una regione. La sentenza di oggi della Corte di giustizia europea, riguardante il singolo caso – che tra l’altro aveva risvolti di tipo penale – dell’agricoltore friulano, fa riferimento a norme abbondantemente superate dalla legislazione vigente”. È questo il commento dell’assessore regionale alle Risorse agricole del Friuli venezia Giulia, Cristiano Shaurli, al pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione Europea. “Come stabilito dalla Decisione di esecuzione 2016/321 della Commissione UE, diciannove Stati membri dell’Unione tra cui l’Italia – prosegue l’assessore regionale alle Risorse agricole – hanno richiesto e ottenuto l’esclusione dal loro territorio della coltivazione di sei varietà di mais, fra cui il MON810. Le battaglie giudiziarie compiute dall’agricoltore si rivelano ora anacronistiche poiché fanno riferimento ad uno scenario che in questo momento è totalmente diverso. In Italia la coltivazione di mais Ogm è vietata. Finché questo orientamento non cambierà, nessuno potrà piantare mais transgenico in Friuli Venezia Giulia”.

Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome