Smaschera il tuo cibo, è il messaggio dell’iniziativa dei cittadini europei “Eat Original! Unmask your food”
Alla sessione plenaria del 20 febbraio scorso, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha dato il benvenuto ai promotori dell’iniziativa dei cittadini europei Eat Original – Smaschera il tuo cibo, il cui obiettivo è chiedere alla Commissione europea di imporre un’etichettatura obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari, al fine di prevenire le frodi e garantire il diritto dei consumatori all’informazione.
Allo scadere del periodo di raccolta delle firme, il 2 ottobre 2019, l’iniziativa dei cittadini europei Eat Original – Smaschera il tuo cibo aveva raccolto 1,1 milioni di firme in tutti e 28 gli Stati membri.
Paolo di Stefano, capo dell’ufficio di collegamento UE della Coldiretti, la principale organizzazione italiana di agricoltori, che ha coordinato l’iniziativa, ha dichiarato: Era ora! Questo risultato dimostra che i cittadini dell’UE vogliono sapere cosa mangiano veramente, e riflette inoltre una tendenza crescente in alcuni paesi dell’UE, come Francia, Spagna, Finlandia, Grecia, Italia, Portogallo, Romania e Lituania, dove è obbligatoria l’indicazione del paese di origine per un certo numero di prodotti alimentari, in modo che i consumatori conoscano l’origine dei prodotti, e la loro composizione nel caso degli alimenti trasformati.
Il CESE è l’unica istituzione dell’UE che menziona le iniziative dei cittadini europei riuscite (e quelle quasi riuscite) nelle sue sessioni plenarie, dando così prova di pieno sostegno a una migliore rappresentanza dei cittadini nei processi di formazione e di trasformazione dell’Unione europea
, ha detto il Presidente del CESE Luca Jahier. Quest’iniziativa dei cittadini europei interessa particolarmente il CESE, che ha espresso in vari pareri il suo punto di vista sull’argomento, sostenendo con forza norme più chiare e migliori informazioni per i consumatori, e raccomandando una maggiore trasparenza nell’etichettatura sull’origine degli alimenti.
Il problema cui fa fronte l’UE è che, in questa fase, l’etichettatura d’origine è obbligatoria solo per alcuni alimenti: miele; olio d’oliva; frutta e verdura fresca; pesce; carni bovine, suine, ovine, caprine e pollame. Per tutti gli altri alimenti l’etichettatura è facoltativa, il che lascia ampi vuoti di informazione per quanto riguarda l’origine, ad esempio, dei prodotti a base di carne, del latte, dei prodotti lattiero-caseari e dei prodotti a base di un unico ingrediente, come la farina o lo zucchero, per citarne solo alcuni … I prodotti non etichettati possono avere gravi conseguenze per il mercato unico e i diritti dei consumatori.
Prevenire le frodi alimentari
Si stima che in Europa l’adulterazione degli alimenti a scopo di lucro provochi danni per circa 8-12 miliardi di euro all’anno, in aumento negli ultimi decenni. L’indicazione obbligatoria dell’origine sulle etichette alimentari contribuisce a prevenire la contraffazione e le pratiche commerciali sleali che danneggiano il mercato unico e le economie nazionali, come nel caso dello scandalo della carne equina nel 2013.
Garantire il diritto dei consumatori all’informazione
I cittadini dell’UE hanno il diritto di essere protetti e di ricevere informazioni accurate sugli alimenti che scelgono di acquistare. Per scegliere consapevolmente i consumatori devono sapere dove i prodotti sono raccolti e trasformati, conoscere l’origine degli ingredienti, ed essere informati meglio sui metodi di produzione e di trasformazione.
I promotori dell’iniziativa ritengono che la tanto necessaria legislazione armonizzata accrescerà la sicurezza alimentare e la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento, essendosi evidenziato in maniera molto chiara che il sistema è vulnerabile in assenza di un’etichettatura obbligatoria di origine.
Il parere del CESE Promuovere un’alimentazione sana e sostenibile nell’UE, adottato a febbraio 2019, va ancora più in là, raccomandando un’etichettatura più estesa dei prodotti alimentari, che comprenda gli aspetti ambientali e sociali.
Oltre ad elaborare i pareri, il CESE è fortemente coinvolto nelle iniziative dei cittadini europei, e organizza ogni anno una Giornata dell’iniziativa dei cittadini europei. La Giornata di quest’anno, intitolata Oggi e oltre, si svolgerà martedì 25 febbraio. L’evento verterà non solo sulla situazione attuale dell’iniziativa dei cittadini europei, ma anche sul suo futuro nel contesto dei cambiamenti sociali e dei nuovi approcci deliberativi al processo di elaborazione delle politiche.
Contesto
Introdotta dal trattato di Lisbona, l’iniziativa dei cittadini europei è un importante strumento di democrazia partecipativa nell’UE. Grazie a tale strumento, un milione di cittadini, di almeno un quarto degli Stati membri (quindi come minimo sette) possono invitare la Commissione europea a proporre atti legislativi nei settori di sua competenza.
Dall’entrata in vigore del regolamento sull’iniziativa dei cittadini europei, nel 2011, solo cinque iniziative riuscite sono state presentate alla Commissione (Right2Water, One of Us, Stop Vivisection, Ban Glyphosate e Minority SafePack).
A partire da gennaio 2020 vigono nuove norme sull’iniziativa dei cittadini europei, intese a renderla più accessibile, meno burocratica e di più facile utilizzazione per i promotori e i sostenitori, e ad assicurare loro al tempo stesso un seguito più consistente.
Fonte: Comitato Economico e Sociale Europeo