Sul sito del Ministero della Salute è disponibile il report “Posti d’ispezione frontaliera e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari – Attività 2018“. I PIF (posti d’ispezione frontaliera) nazionali sono uffici periferici del Ministero della Salute e al tempo stesso, fanno parte della rete di PIF dell’Unione europea (UE). Sono autorizzati dalla Commissione europea ad effettuare controlli veterinari su animali vivi, anche per la verifica del loro benessere, e prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o al transito verso altri Paesi terzi. Gli Uffici Veterinari per gli Adempimenti degli obblighi Comunitari (UVAC) sono uffici periferici del Ministero Salute, istituiti con Decreto legislativo 30 gennaio 1993, n. 27, recante attuazione della direttiva 89/608/CEE relativa alla mutua assistenza tra autorità amministrative per assicurare la corretta applicazione della legislazione veterinaria e zootecnica.
La storia dei controlli veterinari ai confini nazionali nasce agli inizi del ‘900 quando la legge Crispi-Pagliani, ha stabilito che “mediante appositi veterinari governativi di confine e di porto, nominati dal Ministero dell’interno in seguito a concorso per esame, si provvede alla visita sanitaria degli animali, delle carni e dei prodotti animali (grassi e strutto) che si importano nel Regno e degli animali che si esportano”. Con tale legge si stabilì anche l’assunzione da parte dello Stato delle spese dei servizi veterinari di frontiera, che fino al 1902 erano pagate dagli importatori.
Nel 1906 i confini terrestri dove venivano effettuate le visite veterinarie sono complessivamente 69, dei quali 18 lungo la frontiera francese, 20 lungo quella svizzera e 31 lungo quella austriaca. Erano, invece, 70 i confini portuali, molti dei quali di scarso rilievo nei quali, tuttavia, veniva assicurato il servizio di vigilanza zooiatrica con veterinari incaricati dalle rispettive Prefetture
Negli anni ’60, l’evoluzione degli uffici veterinari di confine cammina di pari passo con l’integrazione comunitaria e nel 1984 si realizza un primo decisivo passo per la creazione di un sistema di controllo comunitario alle frontiere con la decisione della Commissione 84/390/CEE.
Tale decisione ha fissato le linee direttrici per il riconoscimento da parte degli Stati membri dei posti di controllo di frontiera abilitati all’importazione da Paesi terzi solo di animali della specie bovina e suina.
Con l’attuazione del Mercato Unico nel 1993, vengono definitivamente attuate le direttive 90/675/CEE e 91/496/CEE e gli uffici veterinari di confine italiani acquisiscono la nuova qualifica di Posti d’Ispezione Frontaliera (PIF), riconosciuti dalle Comunità Europee per i controlli delle merci di interesse veterinario destinate all’intero mercato comunitario.
Con le nuove norme e le successive (Direttiva 97/78/CE, Regolamento CE 136/2004, ecc.) vengono stabiliti tre principi fondamentali: 1) la rete di PIF deve operare sulla base di regole comuni stabilite dall’UE; 2) l’applicazione delle regole comuni è sottoposta alla vigilanza diretta della Commissione europea attraverso specifiche ispezioni/audit ; 3) le Autorità Centrali degli Stati membri, sotto la cui responsabilità ricadono i PIF presenti sul proprio territorio, devono assicurarne la conformità alle norme dell’UE sia per gli aspetti strutturali che procedurali.
Attualmente i PIF comunitari autorizzati dalla Commissione europea sono 247, di cui 24 italiani.
Un’altra importante attività svolta dai PIF italiani, riguarda la collaborazione con le dogane per il contrasto delle importazioni clandestine e per lo sviluppo dello Sportello Unico Doganale il cui obiettivo principale è di semplificare le operazioni di importazione ed esportazione delle merci e concentrare in un unico “snodo informatico” i termini delle relative attività istruttorie.
L’attuazione nel 1993 del Mercato Unico Europeo si realizza nel settore veterinario con le Direttive 89/608/CEE, 89/662/CEE e 90/425/CEE, relative alla mutua assistenza tra Autorità amministrative degli Stati membri e ai controlli veterinari e zootecnici negli scambi intracomunitari di animali vivi e prodotti di origine animale.
Le norme nel settore veterinario attuano il principio generale che governa gli scambi intracomunitari, ossia che i controlli veterinari sugli animali e sui prodotti di origine animale sono effettuati prioritariamente nel luogo di origine, in quanto il sistema si fonda sulla fiducia nelle garanzie fornite dal Paese speditore. Le direttive consentono, tuttavia, l’effettuazione di controlli, a sondaggio e a carattere non discriminatorio, nel Paese di destinazione.
L’Italia recepisce nell’ordinamento giuridico nazionale tali direttive con i Decreti Legislativi n. 27 e 28 del 30 gennaio 1993 che, oltre a stabilire le regole per i controlli e l’assistenza amministrativa, istituiscono nuovi Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC), dipendenti dal Ministero della Salute.
Con il DM 08 aprile 2015, recante individuazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero della Salute, gli Uffici veterinari periferici UVAC e PIF sono stati accorpati da un punto vista amministrativo e gestionale in 9 UVAC principali da cui dipendono 8 UVAC e 24 PIF.
Pertanto, sul territorio nazionale operano 17 UVAC con competenza territoriale che copre generalmente una Regione e, in taluni casi, due Regioni. Essi svolgono, a livello territoriale, in collaborazione con le Regioni, attività di coordinamento e verifica dei controlli effettuati dai servizi veterinari delle AA.SS.LL. sulle merci di provenienza comunitaria.
Nel corso degli ultimi anni gli UVAC hanno svolto un ruolo fondamentale soprattutto nelle emergenze sanitarie, da ultimo a seguito dei riscontri di diossine nelle filiere zootecniche suinicole, avicole e lattiero-caseario o di fipronil nella filiera agricola, realizzando un’importante attività di controllo e rintraccio delle partite sospette di contaminazione supportando uniformemente, su tutto il territorio nazionale, l’attività dei Servizi Veterinari delle Regioni, delle ASL e dei Carabinieri per la Sanità.
Un importante strumento messo a disposizione degli UVAC e delle AASSLL per gestire in maniera efficace i controlli e la tracciabilità delle merci negli scambi intracomunitari è rappresentato dal sistema informativo nazionale SINTESI – Scambi, indipendente dai sistemi informativi comunitari e in grado di tracciare tutte le partite di animali e prodotti di origine animale (o.a.), provenienti dagli altri Paesi comunitari, a differenza del sistema comunitario TRACES Modulo Scambi che traccia solo gli animali vivi e alcuni limitati prodotti.
I dati, le tabelle ed i grafici riportati all’interno del documento sono derivati per quanto riguarda l’attività degli uffici PIF dalle informazioni presenti nel sistema TRACES e, per una minima parte relativa alle importazioni da paesi terzi di prodotti di o.a. previsti da norme nazionali, dalle informazioni registrate nel modulo PIF. del sistema SINTESIS; per quanto concerne invece l’attività degli uffici U.V.A.C., la fonte dati di riferimento è il modulo Scambi del sistema SINTESIS.
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Fonte: Ministero della Salute