L’Eurispes ha presentato il suo 30esimo rapporto, dalla fiducia verso le Forze dell’Ordine alla presenza degli immigrati, da come vengono gestiti i risparmi all’educazione civica come materia scolastica, insomma un quadro sulle tendenze sociali e le aspettative del nostro Paese.
Ad esempio si parla anche del non profit. Più della metà delle istituzioni non profit si trova nell’Italia settentrionale (51%), in particolare in Lombardia (15,7%). Segue, poi, il Mezzogiorno con più 89mila enti (26,5%). Chiude il Centro (22,5%), nonostante il Lazio sia la seconda regione per concentrazione delle istituzioni (9,2%, +29,5% rispetto al 2011).
Le altre regioni con le quote più alte si attestano, invece, all’8,9% nel Veneto, l’8,5% nel Piemonte, l’8% nell’Emilia-Romagna, il 7,9% in Toscana.
Quelle con una minore presenza di enti sono la Valle d’Aosta (0,4%), il Molise (0,5%) e la Basilicata (1%). Nella tendenza di crescita degli ultimi anni, l’unica regione in lieve decremento è il Molise (-2%).
Si fanno i conti anche del Sistema Sanitario. Il fondo di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale è passato da 107,9 miliardi nel 2012 a 112,5 miliardi nel 2017.
Si afferma inoltre che i conti sono stati messi in sicurezza: il sistema perdeva oltre 5 miliardi di euro l’anno nel 2007 e 2 miliardi nel 2012. Nel 2016 i bilanci segnano un disavanzo di soli 710 milioni con coperture fiscali ben superiori. Nel periodo 2000- 2006, la variazione media annua della spesa sanitaria è stata pari al 7%, nel periodo 2007-2016 dell’1,5%, con un decremento dei livelli di investimento negli anni 2011-2013.
Il rapporto tra finanziamento complessivo della Sanità e del Pil è stabile e si attesta al 6,6%, Il 36% del finanziamento annuo copre le spese per il personale.
In Italia nel 2015 si sono registrati più di 645mila decessi: il 36,8% causati da malattie cardio-circolatorie, il 29,9% dai tumori e il 15% da malattie respiratorie, endocrine, nutrizionali e metaboliche. Aumentano le persone affette da demenze è un’“epidemia globale”: dai 47,5 milioni di persone al mondo del 2015, il fenomeno è destinato a salire fino a coinvolgere 75,6 milioni di persone nel 2030 e 135,5 milioni nel 2050. Si stima che circa il 60-70% di queste siano affette dal morbo di Alzheimer. Questa malattia è la sesta causa di morte in Italia. Un altro dato importante è quello che riguarda i diabetici: nel 2015 erano il 5,4% della popolazione (3 milioni di persone) e si stima un altro milione di casi non ancora diagnosticati.
E’ stato aggiornato l’elenco dei Livelli Essenziali di Assistenza, passati, tra il 2012 e il 2016. Inoltre nel 2016, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il “Piano nazionale della cronicità”, che fornisce un quadro per un’efficace presa in carico e gestione delle persone con malattie croniche.
Ma ci sono ancora forti disuguaglianze Nord-Sud, che comportano in particolare una differenza tra spesa privata e rinuncia alle cure.
Nella spesa sanitaria privata, l’Italia presenta una quota di spesa “out of pocket” (86,9%) maggiore rispetto alle altre principali economie europee. Da un lato si registra un consistente aumento della spesa sanitaria privata, dall’altro, un aumento del numero di pazienti che rinunciano alle cure.
Secondo i dati rilevati dal Crea Sanità Tor Vergata (2015), la spesa privata complessiva ha raggiunto un volume tra i 34 e i 36 miliardi (di cui l’89,9% “out of pocket” e il resto mediato da fondi integrativi o assicurativi) con differenze tra le regioni correlate al reddito medio: l’incidenza della spesa privata pro capite risulta del 26,9% nel Centro-Nord (valore massimo del 30,5% in Valle d’Aosta seguita dal Veneto con il 29,5%) e solamente del 18,9% nel Sud (valore minimo del 16% in Sardegna).
Tali differenze – spiega Eurispes – si manifestano in modo inversamente proporzionale alle condizioni economiche osservate. Tra il territorio più ricco, la Provincia autonoma di Bolzano (con un Pil pro capite di 39.894 euro) e quello più povero, la Calabria (con un Pil pro capite di 16.177 euro), il gap è molto significativo e pari a 2,5 volte.
La variabilità nella spesa sanitaria privata tra Nord e Sud, altro non rappresenta che un proxy della rinuncia alle cure. Con uno stipendio netto mensile di circa 900 euro, per una famiglia di 3 persone, ticket di 200/300 euro fanno la differenza e spesso comportano un ritardo o addirittura una rinuncia ad approfondire un sospetto diagnostico.
Tra gli altri dati forniti c’è anche quello che riguarda un certo interesse da parte dei cittadini verso l’educazione civica. Il 67,8% dei cittadini è infatti favorevole alla reintroduzione dell’insegnamento dell’Educazione civica nelle scuole, mentre a sorpresa, per molti l’insegnamento del latino non sarebbe necessario nemmeno nei licei (contrari 47,9%).
Per quanto riguarda invece il fenomeno migratorio, solo il 28,9% dei cittadini sa che l’incidenza di stranieri sulla popolazione è all’8%. Più della metà del campione, al contrario, sovrastima la presenza di immigrati nel nostro Paese: per il 35% si tratterebbe del 16%, per ben il 25,4% addirittura del 24% (un residente su quattro, a loro avviso, sarebbe non italiano). E solo il 31,2% valuta correttamente la presenza di immigrati di religione islamica che è del 3%.
C’è anche “una interessante complessiva crescita del clima di fiducia nelle Istituzioni“, la legislatura si chiude con un basso gradimento nei confronti del Governo e del Parlamento. Solo un italiano su 5 (il 21,5%) esprime fiducia nei confronti del Governo e poco più, il 22,3%, nel Parlamento.
Gli sfiduciati sono però il 20% in meno rispetto al 2013.
Il sentimento di affezione nei confronti nel Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stabile al 44,5%, era il 44,1% nel 2017, e aumenta il sentimento di fiducia nei confronti dei partiti dall’11,9% al 21,6%.
Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome