Il mercato tira la corsa alla conversione colturale nelle aziende italiane: 1,8 milioni di ettari di terreno producono bio nel nostro Paese. La Cia: “Ora più aziende stanno investendo in nuove tecnologie per produrre in modo naturale, con minor uso di acqua ed energia. L’obiettivo di 100mila aziende organic, entro il 2030, è traguardabile. L’agricoltura di precisione convince”.

Il bio cresce nei consumi e nei campi. Il settore evolve rapidamente in Italia, dove la conversione colturale nelle aziende raggiunge percentuali a due cifre in pochi anni. Aumentano anche gli investimenti verso nuove tecnologie, con l’agricoltura di precisione che fa breccia tra gli agricoltori biologici. 100 mila aziende agricole bio e hi-tech entro il 2030. E’ la previsione che fa la Cia-Agricoltori Italiani dal Sana di Bologna, dove l’organizzazione agricola ha promosso un convegno dal tema “Agricoltura 4.0 – Compatibilità e adattamento all’agricoltura biologica e biodinamica“.

In Italia -è stato detto nel corso dei lavori- si sta superando la soglia di 1,8 milioni di ettari coltivati grazie a un mercato che chiede biologico e che continua a tirare, condizionando le scelte degli imprenditori agricoli. Il comparto è particolarmente sensibile alle innovazioni. Una filosofia che prevede la riduzione degli sprechi e contemporaneamente si adegua agli effetti dei mutamenti climatici. Le realtà di grandi dimensioni stanno facendo investimenti importanti, per ridurre l’uso d’acqua e la bolletta energetica, con la mira di razionalizzare i costi di produzione. Tra l’altro, è molto diffuso il connubio di chi produce biologico ed energie rinnovabili.

Ma la tecnologia avanzata interessa anche i segmenti finali della filiera, trasformazione e logistica. Le maggiori strutture del nostro Paese hanno messo nei loro bilanci circa 50 milioni di euro, nel prossimo biennio, per potenziare le attività con strumenti hi-tech. Già oggi, sono diverse le esperienze virtuose che si avvalgono dei moderni ritrovati della robotica e cibernetica, con l’utilizzo di App e software di ultima generazione per la gestione delle attività produttive.

In particolare, gli allevamenti rappresentano una punta avanzata con livelli di automazione green inimmaginabili fino a dieci anni fa. Stalle guidate da pc, tablet e smartphone che producono carne, latte e biogas.  Droni che sorvolano tra i filari di vite per verificare lo stato delle uve e i bisogni delle piante. Sonde interrate a verifica dei quantitativi di azoto presenti per favorire la nascita di tartufi e funghi. Esempi di quella che viene comunemente definita agricoltura di precisione e che in Italia è attiva oggi solo sull’1% della superficie agricola utilizzata. Ma che, stando alle linee guida del Ministero delle Politiche agricole, dovrebbe raggiungere entro il 2021 il 10%, ovvero 1,2 milioni di ettari.

Fonte: Cia