Sembrerebbe che i media, pubblici e privati, si siano accordati per chi ha l’atteggiamento più feroce nei confronti della nostra agricoltura. Una gara a chi scova più crudeltà e illegalità nelle nostre produzioni e nocività sulla salute del mangiare carne e bere latte, violando anche l’ultimo sacrario che era il biologico. Si sa che molta parte del giornalismo italiano è più interessata all’audience che alla verità. Abbiamo visto i risultati economici prodotti da Libero nell’utilizzo del “Metodo Boffo”. Su questo ha fatto scuola. Sappiamo che il popolo ama e ripaga la gogna, sia che ci salga una persona o un’intera filiera. Erano tanti a gridare Barabba e condannare Cristo alla Croce. Tanti a bruciare le streghe. Tanti ad ignorare l’olocausto ebreo. Quelli che non condividevano sono stati in silenzio per paura di essere, nella migliore delle ipotesi, solo ghettizzati.

I tempi però sono cambiati ed è più difficile di allora imbrogliare le masse perché internet e la comunicazione di massa hanno reso le genti meno ignoranti e credulone, ossia più consapevoli, anche se i social hanno ridato spazio al popolo della giustizia sommaria. La classe dei giornalisti, ossia il quarto potere, dà un bel contributo alla libertà e alla legalità di un popolo, per cui ben vengano le inchieste giornalistiche che, insieme agli organi giudiziari, assicurano democrazia e giustizia nei  paesi moderni.

Ruminantia è una rivista ma, pur appartenendo a questa classe, ci dissociamo fortemente dal massacro mediatico degli ultimi tempi e ci sentiamo tanta “puzza di bruciato”. Da una parte il “Made in Italy” agro-alimentare viene percepito a livello mondiale come sinonimo del saper fare e di salubrità, ed perciò in crescita esponenziale, dall’altra nel nostro paese si considerano tutti gli allevatori e gli agricoltori come delinquenti, che trattano male gli animali, che falsificano il biologico e che inquinano il pianeta. Fanno bene i media a scovare l’illegalità e a porre all’attenzione della magistratura chi delinque ma fare di tutta l’erba un fascio no,  tutto questo nell’assordante silenzio della politica e più in generale delle istituzioni.

Questi processi sommari senza diritto di difesa, e spesso nelle TV di Stato, sembrano molto di più di mera sciattezza e a volte, anzi spesso, danno la sensazione di una raffinata orchestrazione. Ma a chi può dare vantaggi il “Metodo Boffo” riservato all’agricoltura, e in particolar modo ai prodotti di origine animale? Ruminantia rifiuta di credere a complotti o strategie straniere per distruggere il nostro paese ma dopo l’apice raggiunto Lunedì scorso da Report & dintorni è ragionevole credere che non sia solo la spinta di protagonismo di giornalisti senza scrupolo e la necessità di audience a orchestrare tutto questo.

Ci ha fatto veramente male sentire Lucio Cavazzoni, leader carismatico nonché presidente di Alce Nero, rilasciare l’accorata intervista che vi alleghiamo dopo ciò che questa azienda “etica” ha fatto per valorizzare una parte importante delle nostre produzioni agricole. Il popolo sovrano, dopo il chirurgico bombardamento mediatico, ha la convinzione che c’è del sadismo negli allevatori e che mangiare la carne e bere il latte fa male alla salute, fa male alla coscienza e fa male al pianeta. Il popolo sovrano matura sempre più la convinzione che anche l’ultimo baluardo del biologico sia una truffa e non sa più cosa pensare o cosa mangiare. E’ facile tirare la conclusione che è meglio consumare i cibi artificiali (barrette e quant’altro) delle multinazionali per non fare del male a nessuno e salvaguardare la propria salute.

Sembrerebbe che stia succedendo ciò che  è avvenuto nell’alimentazione dei nostri animali da compagnia, dove viene categoricamente escluso dalla loro alimentazione ogni cibo naturale per utilizzare esclusivamente crocchette e scatolette. Dove dare carne, latte e pesce freschi a dei carnivori predatori come i cani e i gatti è considerato ignoranza e pura follia.

Una cosa che fa ancor più male è il silenzio dello Stato. Il suo non parlare di quante siano legali e salubri la stragrande maggioranza dei nostri prodotti agro-alimentari e di quanto benessere è garantito ai nostri animali d’allevamento; sicuramente, inconfutabilmente e nettamente superiore al benessere, ossia all’etologico rispetto, garantito a cani, gatti, cavalli, rettili, uccelli e pesci che convivono con noi nelle nostre case. Chi delinque tra i nostri allevatori e agricoltori va duramente punito come chi lo fa negli altri ambiti delle nostre società civili. Questo non significa che non ci siano problemi da risolvere, ma questo massacro mediatico toglie la lucidità e lo stimolo a modificare alcuni modi di stabulare gli animali, alla luce della crescente sensibilità dei consumatori e delle necessità etologiche degli animali, e a ricercare le vere cause dell’aumento, diagnosticato o presunto, delle intolleranze e allergie alimentari a latte e carni rosse.

Noi le idee le abbiamo molto chiare e a breve Ruminantia lancerà, con un gruppo di suoi partner, un’ iniziativa di vasta portata in risposta alle nuove necessità etiche e salutistiche dei consumatori che preveda l’utilizzo di nuove tecnologie d’allevamento e d’impatto ambientale.

La nostra risposta, il nostro biologico. Lucio Cavazzoni in un’intervista a LifeGate.

La nostra Risposta, Il nostro biologico. Lucio Cavazzoni in un’intervista a LifeGate. PARTE SECONDA