Una mobilitazione generale sulle pratiche di pascolo “tradizionale”, condotte cioè in conformità alle consuetudini e usi locali (PLT legate al pascolo). La richiesta arriva da Cia-Agricoltori Italiani, che ha scritto a tutti gli assessori regionali descrivendo in un documento la natura e le dinamiche d’impatto dei provvedimenti.

Tale grave situazione -spiega la Cia- sta creando enormi problemi a migliaia di aziende zootecniche che operano in aree montane o pedemontane del nostro Paese e che rischiano di vedere non pagati i premi degli ultimi tre anni: un colpo alla funzione strategica di una zootecnia unica al mondo, basata sul pascolamento di razze podoliche in aree impervie e difficili con produzioni di eccellenza. Un fenomeno che coinvolge pienamente anche la zootecnica ovina diffusa in grandi aree agricole del nostro Paese.

I problemi -aggiungono gli Agricoltori Italiani- nascono per una serie di norme e disposizioni varate dal 2014, che hanno creato un vera gabbia burocratica per il sistema amministrativo.

Ci sono difficoltà a far capire all’Europa che questa zootecnia tipica del nostro Paese ha bisogno di modalità di controllo più percorribili e meno impattanti per gli allevatori e per il sistema amministrativo pubblico.

La Cia sarà a fianco degli allevatori per garantire il rispetto dei loro diritti ed evitare danni irreversibili a un’attività che ha anche una grande ricaduta nella gestione del territorio italiano.

Fonte: Cia