I giovani agronomi e veterinari fanno spesso fatica ad entrare nel mercato del lavoro e chi li potrebbe impiegare a volte si lamenta dell’inadeguatezza degli studi fatti. Per questo motivo, in occasione dell’edizione 2019 della Fiera Internazionale del Bovino da Latte, abbiamo deciso di organizzare un incontro durante il quale tre importanti atenei italiani potessero presentare la loro offerta formativa confrontandosi con allevatori, professionisti e indistria. L’obiettivo è stato cercare di capire se i Corsi di Laurea e i Master di queste Università siano sufficenti per produrre quei professionisti che servono poi al mondo produttivo.
Il Prof. Maurizio Monaci dell’Università degli Studi di Perugia ha aperto l’incontro presentando il Master di 2° livello in Dairy Production Medicine: “Questa esperienza è iniziata nel 2006 con Alessandro Fantini perchè sentivamo la necessità di una figura professionale, di un veterinario, molto più specializzato e avanzato nella formazione con conoscenze di gestione, nutrizione animale, malattie infettive e sanità della mammella, necessarie alle nuove esigenze del moderno allevamento della bovina da latte“. Il Prof Monaci ha poi proseguito illustrando più nel dettaglio la struttura del corso e i suoi obiettivi. Questo Master, composto da 15 moduli didattici implementati in ogni nuova edizione, coinvolge nella didattica sia accademici, nazionali ed internazionali, che professionisti di chiara fama appartenenti al mondo produttivo. Tra i partner troviamo l’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, l’ANAFI e l’Hachaklait, ovvero il servizio veterinario israeliano. “Avendo deciso di concentrare l’input didattico in particolare sul benessere animale, abbiamo ritenuto che Israele fosse una realtà simile alla nostra in cui questo aspetto è curato in modo meticoloso“, ha affermato il Prof. Monaci. “Siamo molto orgogliosi del percorso sviluppato fino ad oggi perchè vediamo riscontri molto positivi. L’identikit dello studente del nostro master è quello di un veterinario con un approccio olistico che, al di là di curare la singola vacca, cerca di individuare nell’allevamento tutti quelli che possono essere i fattori di rischio.“
Ha preso poi la parola il Prof. Neglia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II che ha presentato l’innovativo Corso di Laurea Magistrale in “Precision Livestock Farming”. L’idea di questo corso di laurea nasce da un’analisi del futuro del settore zootecnico. “Nel 2050 arriveremo ad avere 9 miliardi di abitanti e ci sarà un forte incremento della richiesta di proteine di origine animale” ha affermato il Prof. Neglia. “Quale è la soluzione? Prima si pensava di incrementare la quantità delle produzioni ma siamo arrivati ad avere un grosso numero di animali per azienda, una riduzione del benessere e un maggiore impatto ambientale e problemi sanitari. L’obiettivo che dobbiamo avere come zootecnia se vogliamo andare avanti è avere una nuova coscienza ambientale e una maggiore attenzione al benessere degli animali da allevamento. In quest’ottica di sostenibilità (economica, sociale e ambientale), noi abbiamo pensato ad un managment continuo e automatizzato (automated real monitoring) che può essere condotto nelle aziende zootecniche con le tecnologie che abbiamo già a disposizione e che stiamo traslando nel campo delle produzioni animali. Con questo corso di laurea, che è il primo corso di laurea al mondo in zootecnia di precisione, abbiamo voluto creare una figura professionale che, oltre ad avere competenze nel settore delle produzioni animali, abbia anche conoscenze ingegneristiche. Abbiamo esami di sensoristica, robotica, agricoltura di precisione, etc, al fine di avere un’azienda sostenibile sotto tutti i punti di vista. Questo ci permette di ottenere un miglior management degli animali, un maggior controllo del benessere e la possibilità di applicare pratiche di biosicurezza molto più precocemente. L’animale diventa il centro di un modello decisionale caratterizzato dall’automazione e dalla robotica.“
L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza con i suoi i suoi corsi di laurea nel settore delle produzioni animali ha sfornato nel tempo molti professionisti. Il Prof. Masoero e il Prof. Trevisi sono molto presenti sul territorio ed hanno una forte sensibilità alla realtà. “Noi ci collochiamo nell’ottica della prevenzione assoluta a partire dall’alimentazione, cioè dalla produzione in campo e dalla gestione degli alimenti” ha spiegato il Prof. Trevisi. “La nostra offerta formativa si è quindi articolata in più campi perchè la formazione dell’agronomo deve sempre contemplare una preparazione molto complessa.” Il Prof. Trevisi ha poi proseguito con una panoramica dell’offerta formativa della Laurea Magistrale e illustrando i tre curricula disponibili. Tra gli obiettivi del Corso in Zootenia sostenibile e di precisione, tre aspetti sono stati rafforzati, ovvero il rispetto per l’ambiente e per il benessere animale e la sicurezza per il consumatore, rendendo fondamentale l’implementazione delle conoscenze di base con le nuove tecnologie. Il Prof. Trevisi ha poi espresso la sua preoccupazione per un eccessivo trasferimento delle attività di studio in campo: “Dobbiamo innovare la didattica ma non possiamo portare tutto lo studio in campo. Senza una preparazione solida rischiamo di creare un professionista poco versatile che non sarà in grado di adattare la sua preparazione alla situazione in cui andrà a trovarsi.” Il Prof. Masoero ha infine sottolineato l’introduzione nell’offerta formativa di importanti materie come la nutrizione animale di precisione: “Quello che manca oggi nei corsi proposti è la valutazione nutrizionale degli alimenti. Sono infatti queste tecniche che permettono di produrre i numeri da inserire nei softwere moderni“. Altra innovazione nell’offerta riguarda la tecnica mangimistica dal momento che una rilevante parte degli studenti viene a trovarsi in questo settore lavorativo.
Il workshop è stato anche un’importante occasione di confronto e dibattito con l’intera filiera, dall’allevatore all’industria mangimistica, fino ad arrivare all’industria lattiero-casearia.