La sfida più grande per gli allevatori irlandesi è la massimizzazione dei risultati di produzione in un modo che sia sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Il modo migliore per raggiungere l’obiettivo è valorizzare le proprie risorse, affacciandosi anche al mondo delle tecnologie appositamente disegnate per l’agricoltura, rendendo l’Irlanda un grande e dinamico modello di agricoltura 4.0.

Il mercato del latte irlandese

L’industria del latte è una componente molto importante dell’economia irlandese e copre la maggior parte dell’occupazione lavorativa richiesta nelle aree rurali. 18.000 aziende familiari, di cui la maggioranza è proprietaria del business primario, consentono all’industria di trasformazione di processare circa 7 miliardi di litri all’anno. Ma ciò che affascina della gestione del settore latte irlandese, oltre alla quantità prodotto, è che, dall’abolizione delle quote latte, l’Irlanda si è avviata verso un percorso che la porterà ad essere leader globale nello sviluppo di un’industria lattiero-casearia di alto valore e sostenibile dal punto di vista ambientale, basata sull’alimentazione ad erba. L’investimento da parte delle aziende lattiero-casearie irlandesi è stato elevato, ma la risposta in termini economici (oltre 4 miliardi di euro di export in latticini, ingredienti e prodotti nutrizionali all’anno) dà un senso allo sforzo (Dairy Industry Ireland (DII), 2018). Nonostante l’evoluzione di questi anni, e la capacità di produrre alimenti per 35 milioni di persone (con una popolazione nazionale di soli 5 milioni), ci sono alcune preoccupazioni per l’imminente uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Parlando con Karina Pierce, docente dell’UDC Lyons Farm di Dublino, capiamo che il Regno Unito è un grande acquirente di prodotto lattiero-caseari irlandesi e la Brexit potrebbe compromettere il flusso di export attuale. Le alternative sarebbero trasformare il latte prodotto in alimenti come formaggi, latticini e formule per lattanti, e cercare altri partner commerciali, come per esempio la Cina che negli ultimi anni sta puntando ad alimenti di qualità superiore (l’Unione Europea, in fatto di standard, stabilisce requisiti molto esigenti a tutela della salute del consumatore con il fine di mantenere salva la sicurezza alimentare).

Il modo di fare agricoltura, e soprattutto, di allevare capi per la produzione di latte in Irlanda è diverso. Gli sforzi sono finalizzati a salvaguardare l’ambiente, massimizzando la potenzialità del pascolamento e sfruttando al massimo tutto quello che il mondo digitale può offrire agli allevatori. E questo è meravigliosamente sorprendente, perché fa capire come l’agricoltura possa diventare un’attività redditizia se fatta con il giusto criterio, valorizzando le risorse naturali che un Paese può offrire e sfruttando quanto di più avanzato tecnologicamente c’è sul mercato. Ma non solo, grazie all’interazione con i clienti, ad una politica che stimola e sposa in pieno il concetto di supporto alle aziende, all’apertura verso il mondo esterno ed all’intuizione che spesso nasce da un problema, il quale crea di fatto un’esigenza, è possibile migliorare le performance economiche, ambientali e produttive. Tutto questo sembra impossibile ma è invece reale. Qualche dettaglio può far capire meglio questo punto vista rivolto all’efficienza.

 

La ricerca per l’agricoltura: UCD Lyons Farms e Teagasc

Sono due gli importanti centri irlandesi per la ricerca in agricoltura che vanno menzionati. Teagasc, Autorità per lo sviluppo dei settori agricolo e alimentare, è l’organismo nazionale che fornisce servizi integrati di ricerca, consulenza e formazione per l’agricoltura, l’industria alimentare e le comunità rurali. La Lyons Research and Teaching Farm (Lyons Farm) è invece è un centro importante, parte integrante dell’infrastruttura didattica e di ricerca del College of Health and Agricultural Sciences, e in particolare della School of Agriculture and Food Science e della School of Veterinary Medicine di Dublino. Teagasc è in grado di fornire più servizi per l’agricoltura poiché, oltre alla ricerca, offre consulenza per migliorare l’uso delle risorse a disposizione dei singoli agricoltori, cosicché possano ridurre i costi e massimizzare i profitti. Inoltre, Teagasc fornisce anche percorsi di formazione in agricoltura, agroalimentare, scienze forestali, orticoltura e scienze equine.

 

L’importante ruolo di mediazione di Enterprise Ireland

In questo contesto dinamico ed innovativo, Enteprise Ireland gioca un ruolo importante. Enterprise Ireland è l’organizzazione governativa responsabile per lo sviluppo e la crescita delle compagnie Irlandesi sul mercato globale. L’attività è svolta in collaborazione con le aziende Irlandesi con l’obiettivo di aiutarle ad avviare il business, crescere, fare innovazione ed aggiudicarsi le vendite nell’export su scala globale. Indirettamente, i risultati raggiunti sono di crescita economica sostenibile, sviluppo regionale e stabile e creazione di occupazione sicura e stabile. Per poter allacciare rapporti con i Paesi esteri, Enterprise Ireland ha stabilito delle sedi operative in America, Europa (anche in Italia), Medio Oriente ed Africa e nelle regioni asiatiche affacciate sull’Oceano Pacifico.

Le aziende con le quali Enterprise Ireland collabora sono:

  • start-up ad alto potenziale, con la capacità di avviare un’impresa e vendere nei mercati di esportazione;
  • aziende manifatturiere e di servizi commerciali a livello internazionale che siano Piccole o Medie Imprese (PMI);
  • grandi aziende (con oltre 250 dipendenti);
  • imprese di alimenti e risorse naturali con sede in Irlanda, che sono di proprietà o controllate all’estero.

L’entusiasmo dell’88esima edizione della National Ploughing Champioship

Le National Ploughing Championships si svolgono ogni anno nel mese di settembre. Quest’anno, la fiera si è svolta dal 18 al 21 settembre a Screggan, Tullamore, nella contea di Offaly. Ruminantia ha partecipato con grande curiosità all’evento, che porta un grande carico di tradizione ed innovazione. Sin dal loro inizio, i campionati nazionali di aratura sono diventati molto più di una competizione annuale interregionale; sono diventati infatti una parte intrinseca della vita rurale irlandese. La prima gara di aratura interregionale ebbe luogo nel 1931 a seguito di una discussione tra due amici da tutta la vita, Denis Allen di Gorey (contea di Wexford) e J.J. Bergin di Athy (contea di Kildare), poiché ciascuno di loro sosteneva che le rispettive contee avessero i migliori aratori. Da qui, partì la richiesta di una sfida. Da quel momento in poi, i campionati nazionali di aratura crebbero di dimensioni ed importanza, anno dopo anno, per arrivare all’attuale stile delle National Ploughing Championships, che oggi sono molto più che semplici gare di aratura.

Un sole tiepido splende sugli stand del primo giorno della NPC 2018.

Quello che si può trovare oggi alle National Ploughing Championships è molto: dalla fiera dei prodotti alimentari, per passare attraverso il mercato dei prodotti artigianali, alle mostre di capi di bestiame, e poi ancora servizi finanziari, stand di compagnie che offrono servizi al settore agricolo, e molti eventi di intrattenimento. La fiera attira ogni anno circa 1.700 espositori e fino a 291.500 visitatori.

Ruminantia ha partecipato con entusiasmo all’evento varcando i cancelli d’ingresso il primo giorno di fiera, per venire a contatto con il “true Irish spirit” (vero spirito irlandese). Un amore per la propria patria che è il risultato di perseveranza, capacità di rinnovarsi e di confrontarsi anche all’esterno. C’è uno spirito positivo, che racconta silenziosamente di possibilità e di spazi nuovi, nonostante le criticità del mercato attuale con cause come la Brexit.

Con un esordio di 97.500 partecipanti, l’esibizione è stata meno fortunata il secondo giorno, a causa della bufera Ali che ha provocato ingenti danni alle strutture della fiera ed ha rallentato le attività e i trasporti su tutto il paese. Ma in Irlanda non ci si ferma facilmente. Infatti, grazie all’intervento dei volontari di zona e del team della National Ploughing Association, ma anche alla resilienza degli espositori, le strutture sono state ripristinate e, il giovedì 20 settembre, la National Ploughing Championship 2018 ha ripreso il suo corso, con 81.500 visitatori. L’evento si è concluso il 21 settembre, con un totale di 240.700 partecipanti (National Ploughing Championships, 2018). Lo spazio fisico dedicato agli espositori è molto, ed include l’Innovation Arena, una vetrina per le idee più innovative del settore agricoltura irlandese. La NPA Innovation Arena mostra le invenzioni dall’Irlanda al mondo e le supporta introducendole sul mercato e facilitando le reti che le aiuteranno a compiere passi verso il raggiungimento del successo commerciale. Un’interessante opportunità per le aziende riguarda gli Innovation Arena Awards che si tengono nell’ambito dell’annuale National Ploughing Championship.

Abbiamo incontrato alcune aziende per farci raccontare le loro esperienze, attività di ricerca e sviluppo e la loro storia. Un tratto in comune alla maggior parte delle aziende e, soprattutto, alle innovazioni che abbiamo incontrato è il fatto che una necessità, che inizialmente è un problema economico, organizzativo e spesso anche emozionale, può tradursi in una spinta per realizzare e promuovere sul mercato un’idea. Ci sono alcuni principi chiave alla base di questo approccio: confronto, praticità e concretezza. Alcune delle aziende presenti all’Innovation Arena, sono state premiate per prodotti e/o servizi innovativi per l’agricoltura. Tra questi, vale la pena citare la start up vincitrice del premio “Overall start up winner” FreshGraze. La premiazione, svoltasi la sera prima dell’inizio della National Ploughing Campionship 2018, è stata presentata dal Ministro Pat Breen (Minister of State for Trade, Employment, Business, EU Digital Single Market and Data Protection).

 

Il Ministro Pat Breen durante la serata di premiazione per gli Innovation Arena Awards

Chi abbiamo incontrato

GrazeBot: “the overall winner of the best start-up innovation”

Tomas Drumm è un allevatore che conosce bene i limiti e le potenzialità del pascolamento. Tra questi, il danno sui suoli per calpestamento è un fattore che influenza la fertilità degli stessi. Così come lo è la “libertà” che hanno gli animali al pascolo di consumare le piante che preferiscono, a discapito di un’alimentazione completa e variata. Per questo, coinvolgendo i suoi due giovani ragazzi, si è interessato ad un progetto per realizzare un sistema di recinzione mobile automatizzata, Fresh Grazing. Un’idea innovativa che ha permesso a lui ed ai suoi ragazzi di aggiudicarsi il titolo di “overall start-up winners”. Tomas ci ha spiegato il funzionamento della tecnologia. “Questa è una tecnologia molto precisa e molto avanzata. L’utilizzo di un prato misto, come avviene qui in Irlanda, è benefico per il bovino, ma anche per il suolo e per l’ambiente, e può rivoluzionare il modo di lavorare e di produrre alimenti, giovando al consumatore finale” ci spiega. E poi ci racconta di come è entrato nel progetto: “Questi due giovani ragazzi sono studenti e sono attivamente coinvolti nel progetto, che è parte della loro educazione scolastica. Abbiamo avuto grande supporto dalle aziende che ci sostengono nel momento in cui hanno visto due giovani ragazzi lavorare su qualcosa di concreto. Così hanno investito tempo ed energie su di noi.”

Herdwatch: la tua mandria nelle tue mani (your herd in your hand)

Fabien Peyoud, nel 2011, ebbe un’idea molto interessante: la gestione della mandria attraverso l’utilizzo di un’applicazione per smartphone. Determinato, è arrivato alla fondazione di Herdwatch, l’azienda di cui è CEO e cofondatore. Il software, che ha ideato e realizzato grazie al supporto di tecnici e sviluppatori esperti, è uno strumento popolare tra gli allevatori che si avvalgono della certificazione Board Bia“L’utilizzo di Herdwatch permette agli allevatori di essere conformi con lo schema previsto da Board Bia per ottenere il marchio di qualità, Origin Green. È vantaggioso perché permette di risparmiare molto del tempo impiegato normalmente per il lavoro documentale, che genera anche un problema di stress per la gestione dei documenti cartacei.” Ci spiega Fabien, che è partito dal notare che il 90% degli allevatori non utilizzavano software utili a ridurre la mole di lavoro. Non convinto che il problema fosse semplicemente la ritrosia degli agricoltori nei confronti della tecnologia, ha iniziato il suo percorso per arrivare ad un software di gestione dati molto utile. “Non abbiamo ancora sensori come prodotto da fornire ai nostri clienti, ma in un paio d’anni, o attraverso partnership o grazie al nostro dipartimento di ricerca e sviluppo, potremmo essere in grado di fornire anche degli hardware, oltre al software.”

Moocall: osservare le cose in modo diverso (look at things differently)

Dai dettagli si possono realizzare soluzioni efficaci, come ci racconta Emmet Savage, CEO e uno dei fondatori dell’azienda Moocall, che è specializzata nella produzione di sensori per seguire la gravidanza delle vacche, anticipando di un’ora il parto, e per rilevare i calori. L’approccio rispetto ai metodi convenzionali è diverso, perché il team di Moocall è andato ad osservare e sfruttare il particolare movimento della coda che la vacca fa quando è in travaglio per segnalare sul dispositivo l’imminenza del parto, mentre ha studiato i movimenti che il toro fa quando la vacca è in calore, per realizzare due metodi non invasivi e riutilizzabili da animale ad animale. “Nessuno ha mai pensato di osservare questi due dettagli per realizzare dei sensori; è per questo che il metodo è innovativo e, soprattutto, conveniente”. E poi ci racconta come nasce l’azienda. “L’idea del sensore per il parto è nata quando Niall Austin, fondatore di Moocall, nel 2010 ha perso una vacca e il suo vitello a causa di un parto particolarmente complicato. La perdita è stata notevole sia dal punto di vista emotivo che economico. Niall ha sempre saputo che vi era qualcosa di particolare nel movimento della coda della vacca quando sta per partorire e che questo qualcosa poteva essere sfruttato per risolvere il problema. Un dispositivo sarebbe stato ideale per prevedere il parto e salvare l’animale e il suo piccolo in caso di difficoltà.”

Herdinsights, una tecnologia “straightforward”

Abbiamo conosciuto Brian Mulcahy, amministratore generale di HerdInsights, azienda irlandese con sede a Cork che combina l’analisi multimetrica con l’utilizzo di apparecchiature (collari e droni, questi ultimi utilizzabili in caso di aziende con superficie dedicata al pascolo piuttosto estesa e con mandrie di migliaia di capi) applicabili ai capi bovini per monitorare il ciclo riproduttivo della vacca, rilevando anche l’estro, e lo stato di salute all’interno della mandria. “La nostra tecnologia rileva i movimenti dell’animale, trasferendo una considerevole quantità di dati ed informazioni al cloud grazie all’utilizzo di internet” ci racconta Brian. “L’allevatore può gestire e monitorare la mandria attraverso il proprio smartphone. Si tratta di servizi molto concreti e diretti, che hanno l’obiettivo di ridurre non solo le perdite economiche e di animali dovute a cattiva gestione, ma anche di migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori”. Si tratta di tecnologie applicabili sia a mandrie più piccole che a mandrie di aziende molto grandi, ed è un approccio in evoluzione poiché lo stesso Mulcahy ci dice che l’azienda sarebbe in grado di offrire servizi ancora più ampi rispetto a quanto ha già realizzato.

Dairy Power: una dimensione familiare

Questa realtà, che si occupa di realizzare sistemi per la gestione dei liquami all’interno degli allevamenti, vede il fondatore, John O’Donovan, che ha cominciato l’attività nel 1973, attivo insieme al figlio Pat O’Donovan, che è il manager generale dell’azienda. Il team di persone che lavorano in Dairy Power è strutturato in modo tale da coprire tutte le funzioni necessarie ad un’impresa, dalla gestione amministrativa fino alla parte tecnica di montaggio. Anche la parte di ricerca e sviluppo è condotta internamente, grazie a numerose prove di campo. I loro sistemi sono molto precisi ed è per questo che i clienti possono vedere benefici gestionali in tempi molto rapidi. “L’azienda è stata fondata da mio padre, che proviene dal settore agricolo e che, all’epoca, aveva capito come in realtà le cose potevano essere fatte meglio e con criterio per ottenere maggiori vantaggi. Così ha iniziato. L’attività di Dairy Power per un certo periodo è stata mirata alla realizzazione di impianti per la mungitura, ma attualmente è un mercato difficile, con tanti competitors e questo comporta margini molto piccoli. Per questo ci siamo concentrati sulla produzione di sistemi idraulici di raschiatura” ci ha raccontato Pat, illustrandoci l’attività aziendale.

Dairymaster, a 50 anni dalla fondazione

Dairymaster è un’azienda conosciuta anche in Italia. Il Prof. Edmond Harty, CEO e direttore tecnico dell’azienda, ci ha parlato del loro modo di fare di ricerca e sviluppo e di che tipo di prodotti forniscono ai loro clienti. “le nostre tecnologie sono dedicate alla gestione della mungitura, sistemi di raffreddamento, scrapers automatici per la gestione del letame e sistemi per il monitoraggio della fertilità e della salute degli animali. Il 2018 è un anno di celebrazione per Dairymaster, che festeggia i 50 anni di attività. La struttura organizzativa è efficiente ed ha come unico obiettivo soddisfare le esigenze del cliente. “La nostra azienda si concentra sul settore primario del latte (dairy farming) ed ha un background scientifico, per questo l’approccio è molto tecnico. Anche il nostro team ha un background principalmente ingegneristico. Per la ricerca e lo sviluppo cerchiamo di valutare sempre se un’idea può offrire vantaggi concreti all’allevatore. Per i nostri clienti, cerchiamo di realizzare un business redditizio, piacevole (enjoyable) e sostenibile. Redditizio perché diamo soluzioni che permettono all’allevatore di risparmiare tempo e soldi. Piacevole perché l’obiettivo è di rendere l’attività più semplice, così gli allevatori sono soddisfatti”.

I benefici del confronto

L’opportunità di vivere l’esperienza irlandese ci è stata offerta da Enterprise Ireland. I “souvenir” che Ruminantia ha portato a casa vanno ben oltre semplici oggetti ricordo. Si tratta più di un modo diverso di affrontare le cose, probabilmente anche dovuto al “carico” del bagaglio di esperienza del passato e ad un amore sconfinato per la propria terra. L’interazione con il mondo industriale irlandese è inclusiva, poiché ciò che traspare è che gli irlandesi hanno chiaro in mente che il confronto (anche nel senso più tecnico del “benchmark”) e lo scambio di idee (e quindi “brain storming”) possono portare a un reciproco beneficio, senza esclusioni.

 

La gara di aratura è un momento di grande concentrazione ed emozione. Nella foto, gli aratori in competizione sottoposti al severo giudizio dei giudici.