E’ sempre più evidente come in alcune specie di mammiferi, bovini inclusi, il metabolismo possa essere influenzato in maniera permanente dalle condizioni perinatali. L’assorbimento di nutrienti in utero, l’allattamento e l’alimentazione delle prime fasi di vita hanno effetti sullo sviluppo tissutale e sull’espressione genica che non possono più essere modificati o compensati nelle fasi di vita successive.
Alcuni studi sull’effetto dell’allattamento naturale dei vitelli o dell’alimentazione controllata o ad libitum nei primi 56 giorni di vita hanno riscontrato un aumento della produttività alla prima lattazione, stimato tra 450 e 1300 kg, quando l’apporto nutrizionale da dieta lattea era maggiore degli animali controllo.
Molti di questi lavori, però, non hanno potuto includere un numero sufficiente di animali per raggiungere una potenza di test adeguata. L’obiettivo di questo studio era condurre una meta-analisi della letteratura esistente in merito. L’ipotesi era la seguente: l’aumentata assunzione di nutrienti in vitelle da latte prima dello svezzamento con latte o suoi sostituti incrementava la produzione in prima lattazione grazie alla maggiore assunzione e sintesi di proteine.
Erano disponibili 12 data set che descrivevano gli effetti dell’assunzione di alimento controllata o ad libitum direttamente dalla madre o tramite sostituti del latte. I dati comunicati concernevano il numero di animali coinvolti, l’incremento ponderale medio giornaliero (average daily gain, ADG) e sua variabilità (errore standard o deviazione standard), la produzione in prima lattazione delle vitelle considerate e sue misure di variabilità (errore standard o deviazione standard). I dati sull’assunzione di starter non erano sufficienti al fine di valutarne l’effetto sulle produzioni successive.
Per l’analisi statistica erano considerati sia un modello ad effetti fissi sia un modello ad effetto random. Poiché entrambi restituivano significatività sovrapponibili, si preferiva discutere i risultati del solo modello con effetti random. Secondo Moallem et al. (2010) alcuni fattori bioattivi contenuti nel latte potrebbero essere responsabili di effetti a lungo termine sulla risposta produttiva, non visibili in animali alimentati con sostituti del latte. Per verificare questa ipotesi, la meta-analisi era condotta separatamente per i gruppi di animali alimentati con latte e per quelli in cui si faceva uso di sostituti. La meta-regressione era condotta utilizzando sia l’effetto dell’ADG tra diversi gruppi, sia la stima della differenza di energia metabolizzabile (ME) assunta oltre la quota necessaria per il mantenimento.
Nell’analisi dell’assunzione di nutrienti prima dello svezzamento e della sua interazione con la produzione in prima lattazione le vitelle che ricevevano una quantità maggiore di latte o sostituti producevano mediamente 429 ± 106 Kg in più dopo il primo parto (P < 0.001). Questo primo livello di analisi non stimava da un punto di vista quantitativo l’effetto dell’ADG o della ME assunta, ma restituiva solo una valutazione dell’effetto del trattamento, di tipo “si o no”. L’odds ratio era pari a 2.09 (P = 0.001), ad indicare che una vitella che riceveva una quantità maggiore di alimento prima dello svezzamento aveva una probabilità 2 volte maggiore di produrre più latte di una vitella sottoposta a restrizione alimentare nello stesso periodo di vita.
Nella meta-analisi che considerava solo i sostituti del latte come fonte di nutrienti per le vitelle, all’interno di un modello con effetti random, la produzione in prima lattazione era di 476 ± Kg maggiore rispetto agli animali controllo. Ciò suggerirebbe che fornire agli animali nutrienti e fattori nutrizionali che influenzino l’assunzione e la sintesi proteica prima dello svezzamento possa essere vantaggioso per incrementare la produzione successiva.
In ogni studio considerato si somministravano alle vitelle differenti quantità e qualità di alimenti. Per poterne stimare con più precisione l’ impatto sulla produzione lattea era utilizzato l’ADG come predittore di assunzione di nutrienti. Dai dataset analizzati si stimava che per ogni Kg di ADG prima dello svezzamento, le vitelle producessero 1.55 Kg di latte in più nella loro prima lattazione. Ad ogni modo la risposta produttiva era diversa rispetto a studi considerati singolarmente (Soberon et al., 2012); ciò indicava che la gestione, l’ambiente e il valore genetico degli animali influenzavano la produttività finale.
La meta-analisi della risposta produttiva delle vitelle in base alla assunzione di ME restituiva un andamento parallelo a quello dell’effetto dell’ADG, ma con valore assoluto minore; ciò potrebbe indicare che la risposta produttiva può essere migliorata tramite somministrazione di starter ma che la produzione successiva non è strettamente dipendente dall’assunzione di nutrienti di sostituti del latte.
In base agli studi condotti da Diaz et al. (2001) e da Bartlett et al. (2006) per ogni unità di nutrienti assunti oltre il fabbisogno di mantenimento, la sintesi proteica incrementava, indicando che le modificazioni metaboliche associate al bilancio proteico positivo possono incrementare la produzione lattea.
I risultati di questa meta-analisi dimostravano che quando l’offerta di alimento e fattori nutrizionali aumentava, il potenziale produttivo delle vitelle da latte prima dello svezzamento incrementava significativamente. Soberon et al. (2012) riportavano un’influenza del 22% dell’incremento di ADG sulla variazione di produttività in prima lattazione delle vitelle trattate. Secondo questo studio ed in base ai risultati di Hansen (2000), una vitella non svezzata che abbia un valore genetico inferiore alla media ma che riceva nutrienti da latte o sostituti che coprano 2 volte il fabbisogno di mantenimento probabilmente produrrà 400-500 Kg di latte in più nella sua prima lattazione, rispetto ad una vitella di uguale valore genetico alimentata con una dieta corrispondente ad 1 volta i fabbisogni. Di contro, una vitella con valore genetico superiore alla media alimentata con dieta pari ai suoi fabbisogni probabilmente produrrà una quantità minore di latte.
Le analisi di questo studio identificano la nutrizione della vitella pre-svezzamento come uno dei fattori ambientali più importanti in grado di condizionare l’espressione fenotipica della produzione lattea. Di conseguenza la nutrizione delle vitelle prima dello svezzamento potrebbe confondere la stima genetica della singola bovina per la produzione lattea nel caso in cui siano usati solamente metodi quantitativi di valutazione.
Lactation biology symposium.
The effect of nutrient intake from milk or milk replacer of preweaned dairy calves on lactation milk yield as adults: a meta-analysis of current data
Soberon F. and Van Amburgh M.E.
- Anim. Sci. 2013.91:706-712
doi:10.2527/jas2012-5834