L’allevamento intensivo degli animali è ormai da troppo tempo considerato in maniera negativa da fasce sempre crescenti di consumatori. La gente sta sempre più ricercando cibo di origine animale a basso impatto ambientale e prodotti da animali a cui viene garantito il diritto di condurre una vita dignitosa e il più simile possibile a quella che avrebbero avuto in natura.
Le persone, siano esse consumatori o giornalisti, hanno una visione antropomorfizzata degli animali, sia selvatici che domestici, e questo crea grande difficoltà di dialogo con gli allevatori ma anche con l’industria agro-alimentare.
L’allevamento intensivo dei ruminanti è oggi organizzato per produrre la massima quantità di carne e di latte per capo allevato e unità di superficie impegnata. Questo modo di allevare gli animali inevitabilmente è funzionale alla produzione di latte e carne “commodity”, ossia un prodotto sostanzialmente indifferenziato e il cui prezzo alla stalla è inevitabilmente determinato dal rapporto tra la domanda e l’offerta. Le oscillazioni dei prezzi durante l’anno e tra gli anni ne sono la più imparziale testimonianza.
Le perplessità e la diffidenza dei consumatori, dei media e delle associazioni animaliste e ambientaliste nei confronti dell’allevamento intensivo dei ruminanti sono parzialmente in grado di condizionare i consumi dei prodotti del latte e della carne di basso costo ma sono un serio ostacolo per stabilizzare verso l’alto i prezzi di vendita alla stalla di questi prodotti.
Nel 2017 Ruminantia ha presentato un’ipotesi di riqualificazione degli allevamenti intensivi delle bovine da latte dal nome Stalla Etica®, finalizzata a riappropriarsi del consenso dei consumatori ma nella salvaguardia del reddito degli allevatori.
La versione 2.0 del Manuale della Stalla Etica® può aiutare gli allevatori e l’industria lattiero-casearia ad avere un migliore e più approfondita comprensione del progetto.
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