Esposizione sperimentale

Attraverso esposizione indotta sperimentalmente, si valutava l’efficacia delle seguenti tipologie di vaccino:  vivo attenuato (MLV) per herpesvirus bovino (BHV-1), BHV-1 inattivato, MLV per diarrea virale (BVDV), BVDV inattivato, MLV per virus respiratorio sinciziale (BRSV), BRSV inattivato, MLV per parainfluenza-3 (PI3).

MLV BHV-1. Erano disponibili 10 studi con infezione sperimentale in vitelli sia da latte che da carne nei quali erano valutati la presenza e la gravità dei segni attribuibili al complesso delle malattie respiratorie del bovino (BRDC).  La meta-analisi rivelava un risk ratio complessivo di 0.61, con intervalli di confidenza (CI) al 95% compreso tra 0.43 e 0.86, indicando una riduzione significativa della morbilità nei soggetti vaccinati rispetto ai controlli. Nessuno studio riportava dati circa la mortalità e di conseguenza nessuna analisi era condotta in merito.

BHV-1 inattivato. Anche in questo caso I trial erano condotti sia in vitelli da latte che da carne. Di nuovo, nessuna dato sulla mortalità degli animali era riportato. La meta-analisi rivelava comunque un rischio di morbilità complessivo significativamente minore (0.54 con CI al 95% tra 0.30 e 0.98) nei vitelli sottoposti a vaccinazione.

MLV BVDV.  Erano analizzati 11 trial condotti sui vitelli di entrambe le categorie. Dopo meta-analisi il rischio complessivo di morbilità era 0.28 con CI al 95% tra 0.17 e 0.45: i soggetti vaccinati mostravano una riduzione significativa della morbilità e dei segni associati a BRDC. In 4 trial si riportavano anche dati sulla mortalità degli animali: il rischio di morte dopo infezione sperimentale nei capi vaccinati era 0.26, con CI al 95% tra 0.12 e 0.56, significativamente minore rispetto al gruppo di controllo.

BVDV inattivato. Erano valutati 2 trial svolti su vitelli sia da latte che da carne. La meta-analisi non individuava nessuna differenza nel rischio complessivo di morbilità tra il gruppo sottoposto a vaccinazione ed il controllo (rischio: 0.66 con CI al 95% compreso tra 0.35 e 1.26). Il rischio complessivo di mortalità, invece, era di 0.12 con CI al 95% tra 0.02 e 0.79 e ciò testimoniava una significativa riduzione della mortalità nei vitelli vaccinati.

MLV BRSV. Il rischio complessivo di morbilità in 7 trial condotti su vitelli da carne e da latte era 0.61, con CI al 95% tra 0.36 e 1.06; la meta-analisi non individuava alcuna differenza tra il gruppo trattato e quello di controllo. E’ da considerare, però, che la stima dell’omogeneità eseguita con test Q di Cochran (P=0.02) ed il valore di I2 (60%) segnalavano una disomogeneità consistente all’interno della popolazione di studio; ciò può alterare l’intervallo di confidenza del rischio complessivo e condurre ad errore nella valutazione dei risultati della meta-analisi.

Cinque trial fornivano anche dati sulla mortalità: il rischio complessivo era 0.95, con CI al 95% compreso tra 0.54 e 1.68. La meta-analisi non individuava differenze nella mortalità degli animali vaccinati rispetto ai controlli.

BRSV inattivato. Un unico trial forniva informazioni sulla morbilità in vitelli da carne e da latte vaccinati e controllo. A seguito di infezione sperimentale tutti gli animali sviluppavano sintomatologia e di conseguenza non vi erano differenze nel rischio complessivo di morbilità per i due gruppi. Tre trial invece fornivano dati solo sulla mortalità degli animali. In questo caso, la meta-analisi deponeva in favore dell’effetto protettivo del vaccino, con un rischio complessivo di mortalità uguale a 0.26 e CI al 95% compreso tra 0.09 e 0.77.

MLV PI-3. Erano disponibili 5 trial su vitelli da carne e latte. In seguito a meta-analisi il rischio complessivo di morbilità era 0.66 con CI al 95% tra 0.39 e 1.12, ad indicare che non vi erano differenze tra gruppo trattato e gruppo controllo. L’eterogeneità  tra gli studi era consistente, con P=0.006 per il test Q di Cochran e I2= 72% e la stima del rischio complessivo potrebbe esserne influenzata. I trial non fornivano dati sulla mortalità dei due gruppi.

Studi di campo sull’efficacia di protocolli vaccinali contenenti o no MLV BRSV. Si analizzavano i risultati di 7 trial condotti su vitelli da carne che ricevevano vaccini commerciali contenenti oppure no la componente MLV BRSV. La meta-analisi rivelava che il rischio complessivo di morbilità era 0.85 con un CI al 95% compreso tra 0.67 e 1.08, ad indicare che non vi erano differenze statisticamente significative tra il gruppo trattato ed il controllo. Tre di questi trial fornivano anche dati sulla mortalità dei vitelli: la meta-analisi evidenziava un rischio complessivo di 0.76 con CI al 95% tra 0.20 e 2.88. Di nuovo, nessuna differenza era significativa tra gli animali vaccinati con preparati contenenti MLV BRSV ed i controlli.

Confronto tra vaccino MLV BHV-1 + MLV BVDV tipo 1 e 2 + MLV BRSV + MLV PI-3 versus vaccino MLV BHV-1 + MLV BVDV tipo 1 e 2. Due trial valutavano in vitelli da carne l’effetto protettivo di due diverse associazioni vaccinali. Gli animali erano assegnati casualmente ad uno dei due trattamenti, ricevendo una somministrazione intramuscolo entro 36 ore dall’arrivo nel feedlot e successivamente erano tenuti sotto osservazione per 234 giorni, fino alla macellazione. Il rischio complessivo per la morbilità era 0.98 con CI al 95% tra 0.87 e 1.10, indicando che non vi erano differenze significative tra gruppo vaccinato e controllo. Il rischio complessivo di mortalità era 0.81 con CI al 95% tra 0.60 e 1.10, deponendo per la mancanza di differenze tra gruppi anche in questo caso.

Confronto tra vaccino MLV BHV-1 + MLV BVDV tipo 1 e 2 + batterine e tossoidi di M. haemolytica e P. multocida versus vaccino MLV BHV-1 + MLV BVDV tipo 1 + MLV BSRV + MLV PI-3 + batterine e tossoidi di M. haemolytica. In questo singolo trial i vitelli, meticci di razze da carne, erano assegnati casualmente ad uno dei due trattamenti e vaccinati due volte a distanza di 69 giorni. Successivamente, erano controllati per 224 giorni, fino alla macellazione. Il rischio complessivo di morbilità era di 0.78 con CI al 95% tra 0.69 e  0.89: le differenze erano significative ed i vitelli sottoposti al primo tipo di vaccinazione (MLV BHV-1 + MLV BVDV tipo 1 e 2 + batterine e tossoidi di M. haemolytica e P. multocida) avevano un minor rischio di mostrare segni clinici di malattia respiratoria. Per quanto riguarda il rischio complessivo di mortalità, il valore di 0.56 con CI al 95% tra 0.38 e 0.79 rivelava che il primo protocollo vaccinale riduceva significativamente anche la mortalità tra i vitelli.

Vaccini MLV monovalenti versus MLV multivalenti. Un solo trial valutava l’efficacia della vaccinazione con MLV BHV-1 versus MLV BHV-1 + MLV BRSV + MLV BVDV + MLV PI-3 in vitelli meticci di razze da carne. Gli animali erano assegnati casualmente al trattamento e ricevevano una doppia somministrazione a distanza di 70 giorni ed erano osservati per 200 giorni fino alla macellazione. Il rischio complessivo di morbilità era 0.77 con CI al 95% tra 0.69 e 0.86, deponendo a favore della vaccinazione multivalente. Il rischio di mortalità non era diverso tra i due gruppi in quanto risultava di 0.83 con CI al 95% tra 0.56 e 1.23.

Discussione

Sorprendentemente, gli studi che valutino l’efficacia dei protocolli vaccinali contro i principali patogeni virali responsabili del complesso di malattie respiratorie del bovino è alquanto scarso. Soprattutto sono poco numerosi i lavori nei quali sia prevista l’assegnazione casuale degli animali al trattamento o al gruppo controllo e la realizzazione in cieco dello studio, elementi che conferiscono la validità esterna maggiore. La meta-analisi condotta sul materiale disponibile mette comunque in luce i benefici dell’utilizzo di vaccini polivalenti in condizioni di campo. Non è stato possibile, sempre per quanto riguarda le condizioni di campo e di esposizione naturale ai patogeni, distinguere quale specifica componente del prodotto vaccinale offrisse l’efficacia maggiore.

Negli studi condotti in condizioni controllate e con esposizione sperimentale al BHV-1 si evidenziava un minore rischio di morbilità nei vitelli sottoposti a vaccinazione con virus attenuato, rispetto ai controlli non vaccinati. Allo stesso modo, vitelli da carne o da latte vaccinati con MLV BVDV e sperimentalmente esposti al virus dimostravano morbilità e mortalità minori rispetto ai controlli non vaccinati. Quando il preparato conteneva virus inattivato l’unica differenza tra i due gruppi era riscontrabile nel rischio di mortalità. Nei trial che valutavano l’efficacia di MLV contro BRSV e PI-3 non si rintracciavano differenze significative nella morbilità e mortalità correlate a sindrome respiratoria, in condizioni di esposizione sperimentale. Allo stato attuale delle conoscenze, quindi, la vaccinazione con MLV per BRSV e PI-3 non apporta benefici nel controllo del complesso delle malattie respiratorie bovine.

In conclusione, l’estrapolazione dei risultati degli studi condotti in condizioni di vaccinazione ed esposizione sperimentale a BHV-1 e BVDV e la loro applicazione alle condizioni di campo non è scevra di errori. Manca comunque una forte evidenza scientifica che guidi le scelte dei medici veterinari liberi professionisti nella scelta delle strategie vaccinali da attuare in campo.

 

Systematic review and meta-analysis of the effectiveness of commercially available vaccines against bovine herpesvirus, bovine viral diarrhea virus, bovine respiratory syncytial virus, and parainfluenza type 3 virus for mitigation of bovine respiratory disease complex in cattle

Theurer M.E., Larson R.L., White B.J.

JAVMA, Vol 246, No. 1, January 1, 2015

Doi: 10.2460/javma.246.1.126