Endotossine e malattie del periparto

Fatty liver

La steatosi epatica è una condizione patologica caratterizzata dall’accumulo di trigliceridi (TG) all’interno degli epatociti come conseguenza del bilancio energetico negativo e della necessità per l’animale di mobilizzare le riserve adipose. I dati riportati da diversi studi, comunque, suggeriscono che questo non sia l’unico fenomeno responsabile dell’insorgenza di questa sindrome.

Un meccanismo che contribuisce alla genesi della steatosi epatica potrebbe essere rappresentato dalla presenza di endotossine circolanti. I lipopolisaccaridi (LPS) legati alle lipoproteine, come discusso nella sezione precedente, potrebbero esercitare effetti negativi sul metabolismo epatico. Chilomicroni ed HDL che legano i LPS da un lato facilitano la detossificazione epatica, dall’altro inducono l’accumulo dei TG contenuti all’interno delle lipoproteine. Questa ipotesi è supportata dall’osservazione di un aumentato uptake di HDL associate a LPS, in vitro. Altri Autori hanno riportato che la somministrazione di TNF-α in vacche da latte a fine lattazione raddoppia il ritmo di accumulo di TG nel fegato delle bovine trattate, rispetto ai controlli. Recenti studi in topi e ratti affetti da steatosi epatica non indotta dall’alcol hanno dimostrato che le endotossine di origine intestinale giocano un ruolo nell’eziopatogenesi della sindrome e che l’impiego di probiotici può essere di supporto e/o avere effetto protettivo. Le bovine con fatty liver si trovano inoltre in uno stato infiammatorio generalizzato ed hanno maggiori concentrazioni di proteine di fase acuta positive (APP, acute phase proteins) e citochine quali il TNF-α. Altre alterazioni che dimostrano la presenza di flogosi generalizzata che si riscontrano nelle bovine con steatosi epatica consistono in aumento della SAA (serum amyloid A), aptoglobina, acidi grassi, TG e diminuzione del colesterolo. E’ possibile che questi metaboliti, insieme a citochine quali IL-1 ed IL-6, siano prodotti dalle cellule del Kuppfer in risposta alla captazione di endotossine in circolo.

Dislocazione dell’abomaso

Si tratta di una patologia ad eziologia multifattoriale caratterizzata da vari gradi di dislocazione e distensione dell’organo che colpisce dal 5 al 7% delle bovine. Tra gli eventi chiave che possono indurre la dislocazione si annoverano la mancanza di replezione dell’abomaso e l’atonia dell’organo, anche se la conoscenza della patogenesi della dislocazione non è completa.

Molti studi puntano l’attenzione anche al ruolo ricoperto dalle endotossine, ad esempio perché l’endotossicosi induce diminuzione dell’appetito e dell’ingestione di alimento. Alcuni Autori riportano di una maggiore incidenza di dislocazione abomasale in bovine trattate per via parenterale con LPS per 3 settimane. Esperimenti in vivo ed in vitro hanno dimostrato che la presenza di endotossine è in grado di ridurre la motilità dell’abomaso. E’ stata identificata anche un’associazione tra ipocalcemia e dislocazione: in corso di endotossiemia, come discusso nella precedente sezione, la concentrazione di calcio circolante è ridotta in modo da indurre ipomotilità dell’abomaso. Le bovine con dislocazione mostrano anche segni di risposta immune verso le endotossine.

Va comunque precisato che i diversi studi rivolti a valutare l’associazione tra endotossiemia e dislocazione hanno restituito risultati contrastanti: sono quindi necessarie ulteriori ricerche per chiarire l’eziopatogenesi della dislocazione abomasale in relazione all’endotossiemia.

Milk fever

La milk fever affligge dal 5 al 10% delle bovine e fino al 15% dei soggetti non risponde al trattamento (sindrome della vacca a terra). Endotossiemia e calcemia sono in parte correlate: l’infusione di LPS in uno studio provocava decremento delle concentrazioni di calcio con una andamento dose-dipendente. Attualmente la prevenzione dell’ipocalcemia si attua tramite la gestione del DCAD della dieta cosi come attraverso la somministrazione di Mg. Nonostante ciò, la milk fever continua a causare perdite economiche enormi. L’endotossiemia è stata collegata con ipocalcemia ed ipomagnesiemia, così come ad altri disturbi elettrolitici in diverse specie. Nelle bovine è stata riportata l’associazione tra endotossiemia, riduzione delle concentrazioni di calcio, fosforo, magnesio ed aumento dei livelli di ormone paratiroideo. Anche la risposta immune sembra coinvolta nell’eziologia della milk fever: la IL-1β, ad esempio, sembra essere in grado di ridurre i livelli di calcio circolante. Anche in questo caso sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire le interazioni tra endotossiemia e patogenesi della milk fever.

Conclusioni

In conclusione, le endotossine influenzano l’insorgenza di molteplici patologie del periparto nelle bovine da latte, comportando perdite economiche ingenti nell’allevamento. Data la crescente attenzione rivolta di recente alle endotossine, è fondamentale accrescere la nostra conoscenza delle endotossine e dei loro meccanismi d’azione. Ciò potrebbe portare allo sviluppo di terapie in grado di prevenirne gli effetti negativi sull’ospite. Infine, sebbene la maggior parte degli studi si sia concentrato sui LPS, sarebbe opportuno estendere la ricerca anche agli effetti degli acidi lipoteicocici (LTA).

Invited review: role of bacterial endotoxins in the etiopathogenesis of periparturient diseases of transition dairy cows

Eckel E.F. and Ametaj B.N.

Dairy Sci. 99:5967-5990, 2016

DOI: http://dx.doi. Org/10.3168/jds.2015-10727