Una buona fertilità è requisito essenziale per una bovina da latte ad alta produzione. La ricerca ha concentrato la propria attenzione sulle patologie infiammatorie e degenerative endometriali ma poche sono le conoscenze disponibili riguardo le condizioni che coinvolgono la cervice. Negli ultimi 5 anni sono stati pubblicati 5 lavori sulla struttura istologica della cervice bovina (Kleinen et al., 2006), il suo ruolo nella patogenesi della distocia (Wehrend et al., 2003) e nell’involuzione postparto (Kleinen et al., 2006; Wehrend et al., 2003). Lo scopo di questo lavoro è determinare la prevalenza della cervicite in mandrie da latte della Bassa Sassonia e valutare la correlazione tra questa e l’endometrite. Sono stati analizzati anche gli effetti della cervicite sulla fertilità.
Sono state incluse nello studio 416 Frisone di 33 aziende da latte. L’ordine di parto variava tra 1 e 10. Gli animali venivano sottoposti a visita clinica tra i 42 ed i 50 giorni postparto; si procedeva alla palpazione transrettale dell’utero e all’esame vaginoscopico. I criteri di inclusione nello studio erano costituiti da: presenza di scolo vaginale normale, nessuna fluttuazione dell’utero alla palpazione. Il prolasso della seconda plica di mucosa cervicale con (C2) o senza (C1) iperemia era diagnostico di cervicite. Venivano eseguiti prelievi citologici e bioptici di mucosa uterina e cervicale. Nella valutazione della fertilità erano inclusi i seguenti parametri: intervallo parto-primo servizio, parto-concepimento, conception rate alla prima inseminazione, conception rate totale, pregnancy rate totale a 200 giorni di lattazione.
Risultati
Il 39.2% delle bovine era esente da cervicite (C0); il 31.7% era classificato C1 ed il restante 29.1% come C2. Non vi era significatività nell’associazione tra gruppi C0, C1 o C2 e asimmetria e/o diametro aumentato delle corna uterine.
Il 24.9% delle bovine presentava, alla citologia endometriale eseguita con tecnica cytobrush, una percentuale di cellule polimorfonucleate (PMN) maggiore o uguale al 5%. All’indagine con metodica cytobrush della mucosa cervicale, l’11.4% degli animali mostrava cellule PMN in quantità uguale o maggiore al 5%. Anche in questo caso, non vi era associazione tra grado di cervicite e quantità di cellule PMN all’esame citologico.
Il 72.7% delle bovine era affetto da endometrite o modificazioni degenerative dell’utero, ma nessuna correlazione era definibile tra queste ed il grado di cervicite.
Tra i gruppi C1 e C2 il 66.3% degli animali non presentava anomalie alla citologia uterina. Solo l’8.3% delle bovine era positiva per endometrite sia all’indagine citologica sia istologica.
Non vi erano differenze nell’intervallo parto-prima inseminazione e parto-concepimento tra i gruppi C1 e C2. Si osservava comunque una tendenza (P = 0.092) verso un intervallo parto-concepimento minore tra le bovine con cervicite ma esenti da endometrite, in confronto a quelle affette sia da cervicite sia da endometrite. Il numero di giorni vuoti diminuiva significativamente quando il numero di cellule PMN era superiore al 5% nella citologia cervicale ma non nella citologia uterina.
Indipendentemente dalla presenza di endometrite, le bovine dei gruppi C0 e C1 avevano un intervallo parto-concepimento minore rispetto a quelle con cervicite di grado 2 (P < 0.05). Allo stesso modo, il pregnancy rate totale a 200 giorni di lattazione era inferiore nel gruppo C2; questo risultato era indipendente dai reperti istologici e citologici uterini.
Discussione
La prevalenza della cervicite nel gruppo di animali esaminati tra i 42 ed i 50 giorni postparto era del 60.8%. Il contenuto di cellule PMN oltre il 5% alla citologia uterina era associato ad un incremento dei giorni vuoti, rispetto al medesimo aumento nella citologia cervicale; ciò suggerisce che la numerosità delle cellule PMN cervicali abbia un ruolo trascurabile nel determinare l’intervallo parto-concepimento.
Inaspettatamente il 68.3% delle bovine negative per le indagini su campioni uterini erano affette da cervicite. Uno studio precedente aveva riportato come la presenza di scolo vaginale purulento non indicava necessariamente metrite o endometrite ma poteva essere segno di patologie infiammatorie della cervice (Deguillaume et al., 2012). In un altro lavoro si identificava la raccolta di urina in vagina come causa di intensa congestione dell’ostio cervicale esterno e dunque vaginite / cervicite; in questo studio solo un piccolo numero di bovine (n = 10) presentava urovagina, ma 8 di queste erano affette da cervicite. E’ quindi possibile che l’urovagina possa condizionare l’insorgenza di cervicite.
Sebbene dai risultati ottenuti non emerga una correlazione significativa tra la presenza di cervicite e l’intervallo parto-primo servizio e parto-concepimento, è stato osservata una tendenza (P = 0.092) verso un minor numero di giorni vuoti nelle bovine con C1 o C2 ma non affette da endometrite, rispetto a quelle che presentavano entrambe le patologie. Ciò conferma la marcata influenza negativa della flogosi in sede uterina sul successo delle inseminazioni.
Il conception rate nei gruppi C0 e C1 era maggiore che nel C2, indipendentemente dalla presenza di endometrite. Questo risultato è in accordo con un altro studio (Deguillaume et al., 2012) nel quale era osservata una associazione negativa tra la presenza di flogosi endocervicale e l’intervallo parto-concepimento.
In conclusione, sembra che la cervicite possa essere considerata una patologia indipendente dall’endometrite e che la maggiore severità della condizione (C2) implichi una peggior performance riproduttiva. Il conception rate a 200 giorni di lattazione sembra essere particolarmente influenzato dalla presenza di cervicite di grado 2. Di conseguenza, le bovine repeat breeder con reperti uterini normali dovrebbero essere sottoposte ad approfondito breeding soundness examination con particolare attenzione all’esame vaginoscopico, data la potenziale influenza della cervicite sulla fertilità.
Prevalence of cervicitis in dairy cows and its effects on reproduction
- Hartmann
Theriogenology 85 (2016) 247-253