1. Conclusioni e raccomandazioni

1.1 Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene la politica agricola comune (PAC) una politica fondamentale dell’UE, che deve configurarsi come un’autentica politica comune a favore dei cittadini europei e del settore agricolo e che ha conseguito i suoi obiettivi principali sanciti nel Trattato di Roma. Anche se il tema del presente parere esplorativo è una riforma in profondità della PAC, il CESE insiste affinché l’ulteriore sviluppo di tale politica abbia luogo adottando un approccio prudente e naturale, nell’interesse di tutti i soggetti pertinenti. L’ulteriore sviluppo della PAC è un esercizio che richiede un approccio positivo e il bilancio destinato a questa politica dovrà essere commisurato alle esigenze, sia attuali che nuove, riguardanti l’economia agricola e i criteri sociali e ambientali.

1.2 Una PAC riformata in profondità deve soddisfare le esigenze derivanti dalle nuove sfide cui l’Europa è confrontata — in particolare gli impegni assunti dall’UE per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite e quelli in materia di cambiamenti climatici sottoscritti nel quadro della 21a Conferenza delle Parti (COP 21) — oltre alle sfide rappresentate dagli accordi commerciali bilaterali e dalla volatilità del mercato.

1.3 La PAC deve sostenere risolutamente il modello europeo di agricoltura, caratterizzato da aziende agricole tradizionali a conduzione familiare, da cooperative e associazioni agricole nonché da grandi imprese agricole, e deve inoltre porre rimedio alle forti disparità di reddito sia tra zone rurali e urbane che all’interno dello stesso settore agricolo, con il coinvolgimento delle organizzazioni di questo settore.

1.4 Il bilancio della PAC — che è pari al 38 % del bilancio totale dell’UE, assicura un approvvigionamento sostenibile di prodotti alimentari sicuri e di qualità ai 500 milioni di cittadini dell’Unione e realizza esportazioni per un valore di 131 miliardi di euro, pari al 7,5 % delle esportazioni totali dell’UE — deve stabilire un rapporto costi-benefici equilibrato garantendo un eccellente «utile sul capitale investito». In futuro i fondi destinati alla PAC dovranno essere sufficienti per far fronte alle esigenze finanziarie supplementari conseguenti alla Brexit, alle pressioni sui redditi agricoli e all’aumento della domanda di beni pubblici.

1.5 Il CESE è favorevole a preservare l’attuale struttura a due pilastri della PAC. Il pilastro 1 stabilisce pagamenti diretti che devono sostenere i redditi agricoli, le misure di gestione del mercato e l’incremento della fornitura di beni pubblici. Il pilastro 2 prevede pagamenti per lo sviluppo rurale che dovrebbero essere incentrati su programmi economici, ambientali e sociali basati sugli obiettivi stabiliti nella dichiarazione di Cork 2.0 per sostenere le regioni e i settori vulnerabili, e che dovrebbero inoltre garantire un approccio mirato alla fornitura di beni pubblici.
C 288/10 IT Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 31.8.2017

1.6 L’agricoltura apporta all’ambiente un contributo prezioso, che è sottovalutato. Sia i pagamenti del pilastro 1 che quelli del pilastro 2 della PAC devono non soltanto tener conto dei pozzi di assorbimento del carbonio costituiti da pascoli, foreste, torbiere e siepi, ma devono anche tutelarli e potenziarli.

1.7 Occorre mettere in campo solidi programmi mirati, incentrati sui giovani agricoltori, soprattutto donne, e sui pensionamenti, per affrontare la questione chiave del ricambio generazionale. Si dovrebbero inoltre introdurre dei programmi intesi a conferire alle donne un ruolo più importante in generale nell’agricoltura.

1.8 La semplificazione dovrebbe essere una delle componenti fondamentali di una PAC riformata in profondità, con il ricorso alle tecnologie moderne per semplificare e ridurre i sempre maggiori oneri burocratici che gravano sugli agricoltori. Andrebbero apportate delle modifiche alle procedure d’ispezione e di verifica, modifiche che dovrebbero comprendere tra l’altro un modello per la rettifica e la chiusura in caso di mancata conformità, il sistema del cartellino giallo, una riduzione dei requisiti di «condizionalità incrociata» (ossia, il rispetto di una serie di norme ambientali e di altro tipo) e maggiori tolleranze, e che dovrebbero tutte essere mirate alla semplificazione e a migliorare l’erogazione dei pagamenti.

1.9 Una PAC riformata in profondità dovrebbe mantenere il principio di preferenza comunitaria e di sovranità alimentare territorialmente equilibrata, con prodotti alimentari dell’UE destinati ai cittadini europei. Il potenziale dell’agricoltura deve essere messo in rilievo in qualsiasi accordo commerciale, bilaterale o multilaterale, senza che il settore agricolo venga sacrificato in cambio di vantaggi in altri settori. Fermo il rispetto del principio di conformità, tutti i prodotti alimentari importati nell’UE devono essere pienamente conformi alle norme sanitarie e fitosanitarie dell’Unione, nonché agli standard europei in materia di condizioni di lavoro e ambientali.

1.10 È necessario rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Si dovrebbero adottare e attuare le raccomandazioni positive formulate dalla task force «Mercati agricoli dell’UE». È fondamentale un’ulteriore, addirittura più forte, promozione su base regionale e di settore della cooperazione tra i produttori e le cooperative e organizzazioni di produttori esistenti, specie quelle di piccole dimensioni. In particolare, bisognerebbe rivolgere particolare attenzione ai settori e alle regioni in cui la cooperazione è scarsa.

1.11 Per una nuova PAC riformata in profondità è indispensabile poter vantare un pilastro 1 e un pilastro 2 forti, provvisti di programmi di sviluppo rurale flessibili, disponibili nei territori di tutti gli Stati membri — comprese le zone soggette a vincoli naturali — e incentrati sulle regioni e sui settori vulnerabili.

1.12 Il livello degli aiuti diretti versati agli agricoltori nei diversi Stati membri dell’UE deve essere ulteriormente armonizzato al fine di creare condizioni di parità per gli agricoltori di tutti gli Stati membri e di assicurare uno sviluppo equilibrato delle zone rurali nell’intera UE.

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Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana