Attualmente, per quanto riguarda l’uso dell’omeopatia veterinaria, non vi sono revisioni sistematiche di lavori scientifici che abbiano indagato i risultati di trial randomizzati con gruppo di controllo (RCT) diverso dal placebo. L’obiettivo del presente lavoro è stato di valutare la qualità (rischio di distorsione) per ogni RCT che soddisfaceva i criteri di inclusione e la direzione del trattamento (a favore dell’intervento omeopatico o no), nonché la relativa significatività.
La metodologia utilizzata per condurre lo studio era conforme alle linee guida PRISMA 2009 (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis). Si escludevano dalla revisione i lavori che utilizzavano principi omeopatici preparati radionicamente e quelli dove il principio omeopatico era somministrato al gruppo trattamento in associazione a medicinale convenzionale o complementare.
Rispettando i criteri definiti da Cochrane, ogni lavoro era esaminato al fine di rispondere alla domanda: “Lo studio è esente da rischio di distorsione?”, fornendo una tra tre risposte (“Si”, “No”, “Non definibile”). L’indagine era condotta per ognuno dei seguenti livelli:
- La metodologia utilizzata per garantire la randomizzazione
- La procedura di allocazione degli animali al trattamento
- La procedura era eseguita in cieco:
- per il personale addetto alla cura degli animali
- per il personale addetto alla valutazione dei risultati
- Tutti gli animali utilizzati nella randomizzazione erano successivamente inclusi nelle analisi
- Rischio di distorsione nel report dei risultati
- Rischio di distorsioni di altro tipo, quali una disomogeneità nei dati evidente già inizialmente
Per ogni trial, si considerava come risultato la differenza tra gruppo sottoposto a trattamento omeopatico rispetto al gruppo controllo. Per la meta-analisi era utilizzato un modello con effetti random; erano inclusi nella meta-analisi solo quei lavori privi di distorsioni evidenti e/o non supportati economicamente da aziende produttrici di farmaci omeopatici.
I criteri di inclusione erano soddisfatti da 20 lavori che utilizzavano specie animali diverse: volatili (N = 1); bovini (N = 11); cani (N = 1); cavalli (N = 1); ovini (N = 2). Nessuno di questi trials era esente da rischio di distorsione relativo al finanziamento. Questo tipo di bias era particolarmente evidente in 10 lavori su 20. Di conseguenza a nessuno studio poteva essere attribuita una forte evidenza scientifica. Solamente 5 dei 20 lavori facevano uso di una randomizzazione efficace ed in nessuno di questi la procedura di allocazione al trattamento o l’esecuzione in cieco per il personale erano soddisfacenti.
Poiché nessun lavoro era esente da rischio di distorsione, l’estrazione e l’analisi dei dati sono state concentrate su quegli studi con rischio di distorsione e influenza della fonte di finanziamento minori possibile. Si procedeva con l’analisi di tre trial riguardanti la modulazione della risposta immunitaria nei vitelli (Reis 2008), la profilassi delle infestazioni da zecche nel bovino (Signoretti 2008), la profilassi della diarrea nei suinetti (Soto 2008), ma nessuno di questi mostrava differenze statisticamente significative tra l’utilizzo del principio omeopatico rispetto al controllo.
In conclusione, dato lo scarso numero di pubblicazioni e la bassa qualità dei protocolli utilizzati nel corso degli esperimenti, l’evidenza scientifica fornita dalla bibliografia attualmente disponibile non è sufficiente a trarre conclusioni circa l’efficacia dei trattamenti omeopatici negli animali. Al fine di ottenere dati con maggiore rilevanza ed attendibilità, devono essere implementate la qualità di studi randomizzati con gruppo di controllo sia nella terapia individuale sia collettiva, come anche relativamente alla profilassi.
Veterinary homeopathy. Systematic review of medical conditions studied by randomised trials controlled by other than placebo.
Mathie R.T. and Clausen J.
BMC Veterinary research (2015) 11:236
doi:10.1136/vr.101767