Nutri-Score inizierà a comparire sui prodotti Nestlé nei paesi che già supportano lo schema di etichettatura front-of-pack entro la fine del 2019
Nestlé ha annunciato il suo sostegno a Nutri-Score come schema di etichettatura nutrizionale preferito per prodotti alimentari e bevande nell’Europa continentale. Il Nutri-Score è uno schema volontario front-of-pack che classifica gli alimenti e le bevande in base al loro profilo nutrizionale. È un sistema con codice colore con una scala che va da A (scelte più sane) a E (scelte meno salutari). Questa mossa riflette l’ambizione di Nestlé di incoraggiare scelte dei consumatori più sane e informate a sostegno dei programmi di salute pubblica europei e locali.
A marzo 2017, Nestlé ha dichiarato il suo pieno sostegno per lo sviluppo di uno schema comune europeo di etichettatura front-of-pack per gli imballaggi con codice colore. La società si è impegnata con l’industria, le autorità pubbliche e altri partner per esplorare una varietà di opzioni. Le autorità sanitarie pubbliche in Francia, Belgio e Svizzera hanno successivamente raccomandato l’uso di Nutri-Score. Un certo numero di altri paesi hanno indicato la loro intenzione di seguire l’esempio. Nestlé ritiene che sia giunto il momento di muoversi rapidamente e in modo deciso per creare uno slancio più ampio a favore del Nutri-Score in tutta l’Europa continentale.
Marco Settembri, CEO di Nestlé per Europa, Medio Oriente e Nord Africa, ha dichiarato: “Il nostro sostegno a Nutri-Score riflette il nostro impegno per una buona alimentazione e scelte informate. È anche una questione di trasparenza. Gli europei sono sempre più desiderosi di sapere cosa c’è nel cibo e nelle bevande che consumano. Vogliamo fornire loro informazioni nutrizionali di facile comprensione e farlo rapidamente. Le evidenze scientifiche e l’aumento del supporto al consumatore dimostrano che Nutri-Score è una soluzione che funziona nell’Europa continentale“.
Nestlé mira a implementare lo schema Nutri-Score su larga scala, a partire da paesi che già supportano il programma. L’impegno costruttivo continuerà in altri paesi europei per garantire il miglior risultato possibile per tutti gli europei. Nestlé fornirà un aggiornamento sull’attuazione dello schema più avanti nel 2019.
Oltre a fornire informazioni nutrizionali trasparenti, Nestlé si è impegnata anche a migliorare ulteriormente il valore nutrizionale dei suoi alimenti e bevande. La società ha assunto diversi impegni in materia di riformulazione del prodotto, come l’ulteriore riduzione degli zuccheri del 5%, del sodio del 10% e i grassi saturi del 10% nei suoi prodotti entro il 2020. Come parte dell’iniziativa “Nestlé for Healthier Kids“, l’azienda è anche impegnata al lancio di prodotti nutrienti per bambini e famiglie. Ciò include la fornitura di una vasta gamma di opzioni biologiche e naturali e l’uso di verdure, proteine vegetali e cereali integrali come ingredienti.
Marco Settembri ha dichiarato: “Da quasi 20 anni ci impegniamo a migliorare la composizione nutrizionale dei nostri prodotti. Stiamo riducendo zuccheri, sodio e grassi saturi e creando opzioni più nutrienti. Nel 2018, abbiamo lanciato 750 prodotti più sani per bambini e famiglie in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Vogliamo rendere più facile per le famiglie scegliere opzioni più sane.“
Fonte: Nestlé
Federalimentare: Nutriscore fuorviante, penalizza il Made in Italy
Vacondio: “I sistemi di etichettatura che pretendono di classificare gli alimenti conducono a scelte meno salutari e non rispettano la dieta mediterranea”
Federalimentare ribadisce ancora una volta la sua contrarietà verso ogni sistema di etichettatura degli alimenti che discrimini alcuni cibi rispetto ad altri tramite colori, lettere, segnali di avvertimento o qualsiasi forma di classificazione.
Questi sistemi, che siano i “semafori” inglesi, il “Nutriscore” francese, o gli ottagoni neri adottati dal Cile e dal Perù, non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme. Gli scienziati e i nutrizionisti più autorevoli, infatti, sono concordi nel sostenere che una buona dieta si ottiene attraverso un’alimentazione varia e bilanciata, con un’appropriata assunzione di tutti i nutrienti. I sistemi di etichettatura a colori, invece, tendono a scoraggiare il consumatore dall’acquisto di tutti i prodotti ricchi in sale, grassi saturi o zuccheri, bollandoli come nocivi per la salute. Tra questi prodotti figurano tutti i cibi più tipici della tradizione italiana e della dieta mediterranea, malgrado la loro indiscutibile qualità.
Un esempio lampante è l’olio extravergine d’oliva, penalizzato per i grassi nonostante le sue numerose proprietà benefiche, come il potere antiossidante o l’attività di prevenzione dei disturbi cardiovascolari. Nonostante ciò, l’olio EVO nel Regno Unito è marchiato con il semaforo rosso, in Cile con un segnale di pericolo per la salute e in Francia riceve dal “Nutriscore” un giudizio inferiore a quello assegnato all’olio di colza.
“Tutti i principali indicatori della salute classificano l’Italia tra i Paesi più sani nel mondo, a partire dalla longevità. – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Uno dei motivi principali di questo stato di grazia è la nostra alimentazione basata sulla dieta mediterranea, la cui salubrità è certificata da 50 anni di studi. Al contrario, un algoritmo come quello su cui si basa il Nutriscore, non può vantare basi scientifiche consolidate negli anni solide al punto da suggerire alle popolazioni di modificare drasticamente le proprie abitudini alimentari” – ha concluso il presidente.
Federalimentare rimane dunque favorevole a un modello di etichettatura che offra al consumatore tutte le informazioni necessarie per compiere una scelta consapevole, senza tuttavia volerne influenzare le decisioni “suggerendo” un prodotto, o una categoria di prodotti, a scapito di un altro.
Per tutte queste ragioni, Federalimentare ribadisce il suo no ad ogni sistema di etichettatura che divida i cibi in buoni e cattivi cercando di influenzare le scelte dei consumatori, perché oltre a distorcere il libero mercato e la libera concorrenza e oltre a penalizzare tutte le principali eccellenze del made in Italy, non favoriscono affatto la salute dei cittadini.
Fonte: Federalimentare
Coldiretti: Nestlè, il nutriscore è intempestivo e sbagliato
Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare la decisione della multinazionale Nestlè di utilizzare entro il 2019 l’etichetta nutrizionale a “semaforo” nutriscore sui prodotti Nestlè nei Paesi europei.
Si tratta – sostiene Prandini – di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il nutriscore francese ma anche quello a livello internazionale dove l’Italia ha recentemente sventato il tentativo di promuovere bollini allarmistici che avrebbero colpito le tipicità Made in Italy in una risoluzione dell’Onu.
Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sottolinea Prandini – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – precisa Prandini – di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
È inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perché – conclude Prandini – l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo sullo specifico prodotto.
Fonte: Coldiretti