L’allevamento della manza da latte è di fondamentale importanza per la gestione e l’economia aziendale; può essere definito come un periodo di lunga durata che crea un considerevole intervallo tra l’investimento ed il ritorno economico. Il tasso di accrescimento delle manze è uno dei parametri maggiormente indagati negli esperimenti a causa del suo potenziale impatto sull’età al primo parto, sulla produttività e sui costi alimentari. Il particolare, l’accrescimento nel periodo precedente alla pubertà può influenzare lo sviluppo mammario e il raggiungimento di una taglia adeguata al momento della prima inseminazione. L’accrescimento allometrico della mammella inizia a circa 3 mesi e continua fino al completamento di un certo numero di cicli estrali, ma è negativamente influenzato da accrescimento troppo rapido prima della pubertà.

Molti lavori hanno riportato di recente che un eccessivo incremento ponderale medio giornaliero (average daily gain, ADG), riduce la produzione in prima lattazione.  Altri Autori hanno osservato la relazione opposta, mentre una parte dei risultati sembrano inconclusivi. Esiste anche la possibilità che il peso corporeo dopo il parto (body weight after calving, BWC) possa influenzare la produzione lattea e di conseguenza alterare la valutazione dell’effetto del ADG. L’obiettivo di questa meta-analisi è stimare statisticamente e quantitativamente l’effetto dell’ADG nelle manze prepuberi e del BWC sulla produzione lattea, di grasso e proteine nella prima lattazione.

I criteri di inclusione nella meta analisi prevedevano che i lavori fossero pubblicati negli ultimi 15 anni e che gli animali inclusi negli studi appartenessero alla razza Holstein o suoi incroci (un solo lavoro). Esperimenti che includessero animali sottoposti a trattamenti ormonali erano esclusi. Alla fine, soddisfacevano i criteri di inclusione 8 esperimenti, per un totale di 21 trattamenti alimentari e 472 animali.

I risultati della meta analisi sono in accordo con quelli di review precedenti. La risposta della produzione lattea alle variazione di ADG è di tipo curvilineo secondo la funzione quadratica dell’incremento di ADG. Il coefficiente di determinazione è 0.62, ad indicare che, dopo aver aggiustato l’analisi statistica per le differenze tra vari esperimenti, l’ADG in fase prepubere ha contribuito significativamente alle variazioni della produzione in prima lattazione tra gli animali. L’aumento del BWC tendeva (P < 0.07) a far aumentare la produzione in prima lattazione. Ma la produzione totale di latte non sembrava influenzata dalla interazione tra ADG e BWC. La resa in grasso tendeva a diminuire (P < 0.06) all’aumentare dell’ADG.

La produzione di latte era massima quando l’ADG nel periodo prepubere era di 799 g/giorno se nel calcolo statistico era utilizzato un modello quadratico a 2 parametri, o di 836 g/giorno se il modello comprendeva anche il BWC. La massima produzione di grasso si otteneva, invece, per valori di ADG minori: 755 g/giorno nel modello a due parametri, 825 g/giorno quando si includeva anche l’effetto del BWC. Va considerato che l’ADG effettivo che consenta di massimizzare la produzione è probabilmente influenzato anche dalla genetica degli animali, il che lo rende un valore “non fisso”.

La produzione di proteina era influenzata quadraticamente dall’ADG e raggiungeva valori massimi per ADG corrispondenti a 836 g/giorno, sebbene le variazioni fossero di lieve entità e biologicamente poco rilevanti. Al crescere del BWC aumentava anche la quota di proteina prodotta, se nel modello era incluso anche l’ADG; ciò potrebbe indicare che un peso vivo maggiore al parto permette di ridurre i costi di accrescimento e di dedicare una quantità maggiore di nutrienti alla sintesi di proteine del latte. Un dato interessante è rappresentato dal fatto che al variare dell’ADG nel periodo prepubere non era modificata la produzione di grasso, indipendentemente dalla produzione lattea totale.

In conclusione, l’analisi dell’effetto di diversi ADG nel periodo prepubere di manze Holstein sulla produzione in prima lattazione sembra suggerire che vi sia un intervallo, corrispondente a circa 800 g/giorno, per il quale la resa in latte e proteina è massimizzata. Questo dato è riferito a manze di razza Holstein con genetica simile agli odierni animali, ma il progresso e la selezione potrebbero comportare variazioni di tale parametro nel tempo.  I risultati della presente meta-analisi suggeriscono che tra i 150 ed i 320 Kg di peso vivo, l’allevamento delle manze da rimonta dovrebbe prevedere un accrescimento medio giornaliero di 800 g/giorno.

Meta-analysis to assess effect of prepubertal average daily gain of Holstein Heifers on first-lactation production

  1. I. Zanton and A. J. Heinrichs
  2. Dairy Sci. 88:3860-3867, 2005

DOI: http://dx.doi.org/10.3168/jds.S0022-0302(05)73071-X