Introduzione
Il rischio di nuove infezioni intramammarie (intramammary infections, IMI) è maggiore all’inizio ed alla fine del periodo di asciutta per i patogeni ambientali, mentre è minore per quelli contagiosi come Staphylococcus aureus e Streptococcus agalactiae. Le strategie ad oggi in uso per la riduzione delle nuove IMI sono rappresentate da: terapia in asciutta (dry cow therapy, DCT), DCT specifica (SDCT) in base all’anamnesi e alla conta delle cellule somatiche del soggetto, utilizzo di sigillanti del capezzolo (teat sealant, TS) con lo scopo di impedire l’accesso dei patogeni all’interno della ghiandola mammaria. L’applicazione dei sigillanti è stata raccomandata dal National Mastitis Council, in alcuni casi in associazione alla DCT. Al fine di calcolare economicamente i benefici o gli svantaggi di queste strategie e di poter indirizzare le scelte gestionali in campo, è necessario stimare quantitativamente il rischio di nuove IMI quando si utilizzano approcci diversi per la prevenzione di nuove IMI. L’obiettivo di questa meta analisi è: 1) quantificare l’effetto protettivo delle diverse strategie terapeutiche in asciutta contro le nuove IMI fino a 21 giorni dopo il parto, in base a meta analisi dei risultati recuperati dalla letteratura peer-reviewed; 2) identificare e discutere i potenziali errori (bias) presenti nella letteratura disponibile.
Materiali e metodi
Soddisfacevano i criteri di inclusione quei lavori che: 1) erano pubblicati su riviste peer-reviewed; 2) riportavano il numero o il tasso di nuove IMI per singolo quarto in almeno due gruppi di animali (trattamento e controllo) ed il numero totale di quarti inclusi per ogni gruppo; 3) prevedevano un prelievo di latte prima dell’asciutta e dopo il parto, così da poter fornire un dato certo sul tasso di nuove IMI; 4) presentavano un dataset inedito o un nuovo protocollo. In totale erano accettati 33 lavori; il protocollo di inclusione degli animali nel disegno sperimentale considerava o l’intera bovina (tutti e quattro i quarti) o il singolo quarto all’interno del gruppo trattamento o controllo. Si definiva come nuova IMI l’isolamento di un patogeno da un campione di latte prelevato dopo il parto quando il campionamento precedente aveva dato risultato negativo o positivo ma con diversa specie patogena isolata. A causa delle differenze nei disegni sperimentali, si considerava l’influenza di tali scelte sul risultato della meta analisi. Per la DCT era utilizzata cloxacillina nei gruppi trattamento, mentre erano considerati gruppi controllo quelli nei quali si faceva uso di principi attivi diversi. In quasi tutti gli studi le vacche in asciutta erano stabulate separatamente da quelle in lattazione, in genere su lettiera di sabbia, paglia o segatura. Tutti i lavori erano costituiti da trial randomizzati ed erano simili per quanto riguarda le tecniche di prelievo, conservazione, trasporto e analisi dei campioni.
Risultati
I risultati della meta analisi confermavano che l’adozione di una terapia in asciutta risultava protettiva rispetto al gruppo di controllo (no terapia), sebbene il grado di protezione era variabile a seconda dei patogeni considerati. Nel caso di Staphylococcus spp. i quarti considerati presentavano un rischio 0.62 inferiore (estremi 0.47 – 0.83) di contrarre nuova IMI rispetto ai quarti non trattati. Al tempo stesso era presente un notevole bias di pubblicazione e si concludeva che in realtà l’effetto protettivo della DCT nei confronti delle nuove IMI da Staphylococcus spp. era insignificante. Per quanto riguarda le nuove infezioni da Streptococcus spp. l’applicazione di una DCT conferiva protezione contro le nuove IMI ma non aveva effetti nei confronti dei coliformi, in assenza di bias rilevabili.
Non vi erano differenze nel grado di protezione conferito dalla cloxacillina e da principi attivi diversi nei confronti di nuove IMI, quando utilizzate per la DCT.
La SDCT si dimostrava più efficace nel conferire protezione da nuove IMI quando era applicata ai quattro quarti contemporaneamente.
L’utilizzo dei sigillanti era efficace nel prevenire nuove IMI quando il gruppo di controllo era rappresentato da quarti non trattati. Non si osservavano differenze nel tasso di nuove IMI, invece, quando era confrontato un gruppo trattato con sigillanti (TS) + DCT ed uno cui era applicata solo la DCT.
Discussione e conclusioni
L’eterogeneità dei risultati osservati nel gruppo DCT, nonostante la numerosità, indica la presenza di fattori di rischio non identificati che influenzano l’efficacia della DCT. Una spiegazione possibile potrebbe risiedere nella diversa lunghezza dell’asciutta nei lavori considerati, tale che maggiore è la durata dell’asciutta, maggiore il rischio di contrarre nuove IMI a causa della diminuita concentrazione del farmaco in sede intramammaria.
La scarsa efficacia della DCT contro le nuove IMI da coliformi potrebbe essere dovuta alla inattivazione del principio farmacologico verso la fine dell’asciutta, quando infatti il rischio di IMI da coliformi è maggiore. Inoltre la maggior parte dei prodotti utilizzati per la DCT non copre lo spettro dei patogeni gram-negativi.
La DCT, nonostante i risultati positivi dei trial considerati singolarmente, in seguito a meta analisi si è dimostrata inefficace contro le nuove IMI da Staphylococcus spp. Le ragioni potrebbero essere rappresentate dall’impossibilità di eliminare una preesistente infezione, oppure perché, come nel caso di S. aureus, il patogeno risiede normalmente sulla cute dell’animale così che all’approssimarsi del parto, con l’apertura del canale del capezzolo, sarebbe più facile l’ingresso in una mammella dove le concentrazioni di farmaco sono in diminuzione. I bias evidenziati potrebbero essere dovuti al fatto che gli Autori tendono a non sottomettere i propri lavori alle riviste scientifiche nel caso di differenze non significative tra gruppo controllo e gruppo trattamento, con evidente selezione delle pubblicazioni.
Quando la terapia in asciutta era somministrata al singolo quarto o a tutti i quarti, si evidenziava una maggiore protezione contro nuove IMI nel secondo caso. Il trattamento sia dei quarti infetti sia dei sani, in una singola bovina, potrebbe evitare la contaminazione e la conseguente infezione dei secondi durante il periodo di asciutta, anche nel caso in cui i quarti infetti non raggiungano lo stato di guarigione.
Per quanto concerne l’uso dei sigillanti mammari, la meta analisi mostra la loro efficacia nel prevenire nuove IMI, ma erano solamente 4 gli studi che soddisfacevano i criteri di inclusione. Per una maggiore attendibilità, ulteriori studi sarebbero necessari in fituro.
Meta-analysis of dry cow management for dairy cattle. Part 1. Protection against new intramammary infections.
- Halasa et al.
- Dairy Sci. 92 :3134–3149
doi: 10.3168/jds.2008-1740