La prevalenza della ritenzione di membrane fetali (RFM) è stimata tra il 4 e l’8% in UK. Un aumento di tale prevalenza è segnalato nelle aree con maggiore incidenza di miodistrofia nutrizionale e di conseguenza si ipotizza che la RFM possa essere associata a deficienza di vitamina E. La Vit.E ed il Selenio agiscono in sinergia ed hanno ruolo protettivo nei tessuti contro i danni da stress ossidativo.
In letteratura è riportata la diminuzione delle concentrazioni di Vit.E nelle ultime due settimane di gravidanza nelle bovine da latte. Molti studi hanno indagato l’effetto della somministrazione di tale vitamina sull’incidenza di RFM, seppure con risultati contrastanti e non conclusivi. Lo scopo della presente meta-analisi è consolidare i risultati ottenuti in studi distinti. Nel caso in cui la somministrazione di Vit.E fosse identificata come efficace nel ridurre il rischio di RFM, essa rappresenterebbe un mezzo di profilassi di basso costo in grado di incrementare la fertilità, la redditività ed il benessere delle bovine.
Si ricercavano nei database bibliografici i lavori pubblicati a partire dal 1972. I criteri di inclusione erano rappresentati da: (a) gli animali trattati ricevevano la supplementazione di Vit.E nel periodo di asciutta o immediatamente dopo il parto; (b) era incluso un gruppo di controllo; (c) l’assegnazione delle bovine al gruppo trattamento o controllo era randomizzata; (d) era riportato il numero di animali che, in ogni gruppo, presentava RFM. Per massimizzare il numero di studi inclusi, si procedeva con analisi statistica in due step: in fase 1 si conduceva una analisi multivariabile dove il trattamento era definito come supplementazione di Vit. E, senza distinzione tra formulazione del prodotto, via di somministrazione, tempo. La supplementazione era categorizzata in tre livelli: < 680 unità internazionali (UI), 680 UI e > 680 UI. Quella di selenio era così divisa: < 25 mg e > 25 mg. In fase 2 si analizzavano le differenze solo tra i gruppi di animali trattati, nel tentativo di individuare l’effetto del tipo di prodotto utilizzato, il protocollo di somministrazione ed il rischio di RFM tra gli animali trattati.
L’analisi di fase 1, con 2495 osservazioni, rivelava che l’ordine di parto poteva rappresentare fattore importante e rilevante, tale da dover essere incluso nell’analisi successiva secondo un modello ad effetto multivariabile. Gli animali trattati avevano un rischio di RFM significativamente minore rispetto ai controlli (OR = 0.47, intervallo di confidenza CI = 0.33-0.67, P < 0.0001). Sebbene le pluripare tendessero ad avere un rischio maggiore di RFM rispetto alle primipare, tale differenza non era significativa (OR = 1.47, CI 1.16 – 2.11, P = 0.154). L’analisi univariabile di fase 2, con 2558 osservazioni, considerava solo gli animali trattati. I risultati indicavano che la supplementazione con vitamina di sintesi (α-tocoferolo acetato e α –tocoferil acetato) era più efficace che con vitamina naturale (α-tocoferolo) , in modo significativo (OR = 0.53 e 0.49, CI 2.75 – 0.02 e 0.24 – 0.99, P = 0.059 e 0.047, rispettivamente).
La meta-analisi combina i risultati di studi individuali, con incremento della potenza di indagine e migliori possibilità di osservare effetti significativi. Ciò è di particolare interesse nello studio di malattie con bassa prevalenza, quale può essere la RFM. I risultati ottenuti suggeriscono che la supplementazione di Vit.E possa ridurre il rischio di RFM. L’eterogeneità individuata potrebbe indicare che fattori quali ordine di parto, sistema di allevamento, management alimentare e razza potrebbero influenzare la prevalenza di RFM e di conseguenza la risposta al trattamento. A causa dei fattori di confondimento, l’effetto della gestione degli animali e dell’allevamento non poteva essere completamente analizzato, così che non poteva essere individuato un modello di allevamento più efficace nel ridurre il rischio di RFM.
Ad oggi si sospetta che la RFM possa essere causata da: ostruzione meccanica, insufficiente contrattilità uterina o incapacità delle porzioni materna e fetale di separarsi. Si ipotizza che l’80% dei casi di RFM sia dovuta all’inefficace separazione delle due componenti, probabilmente per insufficiente attività leucocitaria cui consegue mancata degradazione del collagene placentare. La somministrazione di vitamina E potenzia la migrazione e la chemiotassi dei leucociti polimorfonucleati, nonché la risposta chemiotattica dei neutrofili circolanti. Nei casi in cui la RFM insorga per inerzia uterina o ostruzione meccanica, l’effetto della somministrazione di Vit.E sarebbe nullo; ciò spiegherebbe la variabilità dei risultati riportati negli studi inclusi in questa meta-analisi.
L’ordine di parto non raggiungeva una significatività sufficiente nel modello multivariabile, sebbene fosse individuabile un trend crescente di rischio di RFM nelle bovine multipare. Alcuni Autori invece riportano rischio maggiore per le primipare, probabilmente per la maggiore incidenza di distocia e gestazione più breve che nelle multipare. Il rischio maggiore osservato in questo studio potrebbe essere dovuto a ipocalcemia e bilancio energetico negativo nelle pluripare.
La maggiore efficacia individuata per i prodotti di sintesi potrebbe essere dovuta alla maggiore stabilità ambientale, rispetto ai composti naturali. Non era possibile rintracciare un protocollo più efficace rispetto ad altri (durata e tempi della supplementazione, somministrazione intramuscolare, orale…)
Nella maggior parte degli studi analizzati la Vit.E era somministrata in combinazione con Selenio (80%), per cui non era possibile distinguere tra effetto della sola Vit.E o del solo Selenio. Di conseguenza, buona parte dell’efficacia della Vit.E potrebbe in realtà essere mediata dal Selenio.
Gli Autori dichiarano che il progetto è stato finanziato da DEFRA e Roche Vitamins.
A meta-analysis of the effects of Vitamin E supplementation on the incidence of retained foetal membranes in dairy cows.
Bourne N. et al.
Theriogenology 67 (2007) 494-501